di Antonia Chimenti
In Canada anche sul piano educativo si comincia a capire, o si ritorna a capire che dovrebbero esistere scuole separate per i due sessi. Queste scuole, ancora poche, sono punte di diamante di un modello evolluto, che permette di assecondare e perfezionare lo sviluppo naturale della personalità, senza sacrificare la specificità. Un essere umano di sesso femminile resta tale e dovrebbe restare tale per tutta la vita. Ogni “sgarro” si paga caro in termini di salute mentale e fisica. Le relazioni affettive e/o sessuali fra i due “generi” non dovrebbero favorire devianze di comportamento perniciose. Il cedimento, anche sul fronte educativo, produce la nascita e la conservazione di una società malata, costituita da esseri di carattere ibrido, non solo sul piano sessuale, i quali per tutto il corso della loro vita cercheranno e troveranno comodi alibi per scaricare la responsabilità della loro mancata realizzazione sugli altri. Il primo dovere l’abbiamo, invece, verso noi stessi e fra i primi doveri c’è quello di seguire la nostra natura di esseri sessualmente differenziati, con le conseguenze culturali, politiche e sociali che ne derivano. Analogamente, una politica femminile, una politica “al femminile”, si recupera solamente quando il ruolo pubblico della donna non lede il suo diritto/dovere ad essere prima di tutto una donna. La femminilità non deve essere sacrificata a nessun costo, pena il ritorno dei medesimi errori/orrori della politica maschile. Una politica “al femmnile” non può essere al servizio di capi partito di sesso maschile, né, men che mai, al servizio di governi maschili. Una politica femminile non è fatta contro l’uomo, ma neanche al suo servizio. E’ tempo di mostrare che la vera alternativa agli obbrobri di un’epoca violenta e volgare si può attuare solo se vengono meno compromessi e cedimenti e se le donne che intendono dedicarsi alla politica lo fanno con altre donne al disopra degli schieramenti dei partiti, che hanno ormai fatto il loro tempo. Il governo della Polis “al femminile” dovrebbe essere, in politica, il corrispettivo di ciò che nelle arti e nella cultura già si sta facendo, con sacrifici enormi, ma con risultati di sicuro e duraturo effetto.
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