contro il soffitto di cristallo
L’annuncio di Platini mentre torna la richiesta di quote rosa nelle università e si discute la legge per avere più donne nei cda delle aziende quotate: oggi si contano 173 presenze femminili. Gli uomini sono 2646
Per la prima volta una donna entrerà nel Comitato esecutivo dell’Uefa. Lo ha annunciato il presidente Michel Platini, che ha affermato di voler «rompere il soffitto di cristallo che impedisce alle donne di ottenere ruoli di responsabilità nelle nostre organizzazioni sportive». Un primo passo in un universo tradizionalmente dominato dalla componente maschile, cui fanno da contraltare dati diffusi ieri a Roma sulla componente femminile nei consigli d’amministrazione delle società italiane quotate in borsa: le donne sono 173, gli uomini 2646. E, sempre ieri, dal direttore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa è arrivato un appello- denuncia per ottenere quote rosa nelle università.
Platini ha annunciato l’ingresso della prima donna su una poltrona dell’Uefa al Grand Palais di Parigi, dove è in corso il Congresso Uefa: «Entrerà presto: questione non di anni ma di giorni. La accoglieremo nelle prossime settimane. È una prima tappa, certamente simbolica, ma i simboli sono talvolta essenziali per far evolvere le mentalità». L’annuncio è stato salutato da un nutrito applauso della platea composta dai membri delle 53 federazioni europee riunite. Applausi talmente calorosi da indurre Platini a una successiva battuta: «c’è ancora da lavorare…».
Ieri Maria Chiara Carrozza, direttore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha chiesto di aumentare la presenza femminile nella governance universitaria riservando una quota di almeno il 30% alle donne nei Senati Accademici e nei Consigli d’Amministrazione delle Università. La proposta è contenuta in un appello- denuncia indirizzato ai due candidati alla presidenza della Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università italiane, e a tutti i rettori degli atenei. «L’equilibrio di genere – sottolinea Carrozza – nella composizione degli organi di governo delle Università attualmente non è minimamente rispettato e la presenza delle donne è nettamente minoritaria».
Di quote rosa s’è parlato anche a Roma alla presentazione del libro di Monica D’Ascenzo Fatti più in là. Donne al vertice delle aziende: le Quote Rosa nei cda, edito dal Sole 24 ore. Ne hanno discusso la presidente della Fondazione Bellisario Lella Golfo, deputata Pdl prima firmataria del provvedimento sulle quote rosa nei cda, la deputata Pd Alessia Mosca, firmataria di un analogo testo confluito in quello poi approvato dal Senato, il vicesegretario Pd, Enrico Letta, e il sottosegretario all?Economia Luigi Casero, moderati da Stefano Folli.
Tutti d’accordo nel sottolineare che la legge non nasce da un capriccio delle donne, ma da «una necessità che salta agli occhi con numeri spaventosi: nei cda delle società quotate in Borsa – ha detto Golfo – ci sono 173 donne cui si contrappone la presenza di 2646 uomini». Uno squilibrio «ancora più ingiustificato visto che il 38% delle donne si laurea con 110 e lode». Colpa di «un maschilismo duro da rimuovere» se è necessaria una legge per contribuire a togliere di mezzo anche «un?altra leggenda metropolitana», quella sulla effettiva esistenza di un numero di manager donne sufficiente a riempire i posti aperti da un varco che, a regime, sarà del 33 per cento.
È ai «benaltristi» che si rivolge Alessia Mosca, cioè a quei politici o commentatori che «in Italia sono sempre pronti a sostenere che le priorità sono altre». «Questo provvedimento – osserva la deputata Pd – non toglie che si possa e si debba fare anche altro per migliorare la situazione delle donne. Intanto, possiamo anzi dire che aver sfondato questa porta aiuterà ad aprirne altre»
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