La casa discografica dell’artista romano cita in giudizio la federazione per l’utilizzo improprio del brano “Da me a te”. Dopo le critiche il chiarimento: Baglioni non batte cassa.
di Daniele Silvestri
Non è per doping, né per scommesse clandestine, e nemmeno per illeciti amministrativi o sportivi. Ma la FIGC, la Federazione Italiana Gioco Calcio, dovrà presentarsi presso Tribunale Civile di Roma, il 25 Giugno prossimo; proprio nel bel mezzo del tragitto europeo, quando si spera che Totti e compagni regaleranno alla nazione la gioia del massimo trofeo continentale.
Motivo della citazione, a quanto pare, l’utilizzo prolungato ( e improprio ) oltre i termini stabiliti, da parte della Federazione dell’inno “Da me a te”, brano scritto da Claudio Baglioni nel 1998. Inno che ha accompagnato le gesta degli “azzurri” fino il 20 novembre 2002, quando la nostra nazionale si arenò su di uno scialbo 1 ad 1, a Pescara, contro la Turchia; dunque, per due mondiali, ed un Europeo.
Qual è il punto? Il punto è che, a volte, il mestiere del giornalista, è uno dei più simili a quello dell’equilibrista. Devi stare sulla notizia, è vero, ma come se si camminasse su di un filo, o sui carboni ardenti. Si sbaglia facilmente, e ancor più facilmente si può cadere. Come con un autogol.
E se qualcuno, riguardo a questa vicenda, ha parlato di “autogol in musica”, forse, semplicemente, sarebbe più giusto parlare di autogol di cronaca. Capita. Ma bisognerebbe fare attenzione, specialmente quando si tratta di fa passare una persona come Claudio Baglioni, come una sorta di ingordo di pecunia che, quando può, batte cassa.
Baglioni è forse il più grande artista delle sette note che, in Italia, rappresenta l’italianità. Canta le nostre emozioni da 37 anni, e sempre con immenso successo. Ma prim’ancora di essere un grande cantante, è un grand’uomo capace di rinunciare agli incassi dei concerti per sostenere battaglie di fans sfortunati: come nel caso di Alessando Manzella, il ragazzo 27enne che per una cura sbagliata è costretto alla paralisi, e che proprio grazie al cantante, al quale ora è legato da un’amicizia vera e sincera, sta ritrovando entusiasmo e voglia di vivere, oltre ad importanti aiuti economici.
Secondo quanto è stato riportato, il cantante avrebbe chiesto un milione di euro e rotti, perché la sua canzone-inno “da me a te” sarebbe stata utilizzata in maniera inappropriata e fuori accordo, dalla FIGC. E, se così fosse, passerebbe come un calcolatore, un egocentrico che mette il suo nome sugli eventi “da presa popolare”, per apparire. Ma chi lo conosce, attraverso la sua musica, attraverso i suoi gesti di grande umanità, mai o quasi balzati agli onori della cronaca, è pronto a difenderlo a spada tratta. Perché le cose, non stanno esattamente come sembrano.
Il management dell’artista ha immediatamente replicato, in particolar modo in riferimento ad un articolo apparso sulla prima pagina della “Gazzetta dello Sport” dell’8 Giugno, con il titolo “Autogol in musica”. Ed ha dato mandato al proprio legale di tutelare l’immagine dell’artista dinanzi all’incredibile travisamento di fatti posto in essere in tale scritto.
Ciò che si tenta di chiarire, dallo staff dell’autore di Questo piccolo grande amore”, canzone del secolo, è che Claudio Baglioni “non è attore né parte della causa relativa all’illegittimo uso del pezzo “Da me a te”.
Tale causa, in effetti, è stata avviata dalla “Cosa Edizioni Musicali s.r.l.”, che è titolare dei diritti di sfruttamento economico del brano. Baglioni, dunque non intende prenderne parte, quale titolare dei diritti morali di autore sul medesimo brano.
Diversa sarebbe anche la motivazione che ha spinto la “Cosa Edizioni musicali S.r.l.” ad intentare causa alla Federazione: non già in opposizione all’utilizzo della canzone come inno della nazionale di calcio, bensì per “opporsi all’uso che la FIGC ne ha fatto per anni in abbinamento a sponsor di ogni tipo.” .
Un atto dovuto, senz’altro, ma ugualmente marginale, per ciò che concerne l’opinione che fan e non fan possano avere di un personaggio come Baglioni: da sempre lontano da certi riflettori, da certi ambienti, e da certe licenziosità che spesso animano il mondo dello showbiz. Cantore delle emozioni vere, calde come l’amore, la nostalgia, ed anche il calcio, Claudio Baglioni, sarà sicuramente orgoglioso che “da me a te”, un brano dall’aria larga, ricco di impennate vocali, sia l’inno della nazionale italiana di calcio. E noi saremmo altrettanto orgogliosi di un ambiente calcistico che riesca, almeno in parte, a renderci emozioni simili, con vittorie e successi, a quelle che Baglioni, con le sue canzoni, ci dona da oltre trent’anni.
Daniele Silvestri
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