di Antonia Chimenti
MEMORIE STORICHE A TORONTO
Nell’ambito della trasmissione “L’eco del Lazio”, venerdì 13 gennaio il prof. Vito Di Trani ha ricordato due episodi di storia destinati alla comunità italo-canadese di Toronto:
“I giorni 13 e 14 di questa settimana di gennaio segnano la ricorrenza di due anniversari. Il primo riguarda il terremoto che nella giornata del 13 gennaio 1915 si scatenò nella conca di Avezzano portando morte e distruzione sulla valle di Roveto, su Sora e sulla zona di Cassino. Il numero di vittime accertate fu di 29980 di cui circa duemila nella sola città di Sora, dove la chiesa di S. Restituta si sgretolò in un mucchio di calcinacci e pietrame. Il re Vittorio Emanuele III si recò a visitare i luoghi disastrati e in tutta Italia si creò una catena di solidarietà in soccorso delle popolazioni colpite dal disastro. Come se ciò non bastasse, esattamente un anno dopo, nella nottata del 13 gennaio 1916, Sora fu colpita da un altro disastro, poiché nella cattedrale, addobbata per ricordare con una messa di suffragio le vittime del sisma, la fiamma di una candela provocò un incendio che non solo ridusse in cenere dipinti ed opere d’arte ma fece crollare anche il soffitto barocco che, per miracolo, non era crollato sotto le scosse sismiche dell’anno precedente. Il secondo riguarda una figura chiave nella storia della Roma antica: Caio Mario, morto il 14 gennaio dell’86 a.C., cioè 2092 anni fa. Questo famosissimo ciociaro era nato nel 157 a.C. a Cereatae di Arpino, che oggi si chiama Casamari, cioè Casa di Mario, (anche se il nostro notaio Leonardo Cianfarani lo vuole nativo di Carnello). Intraprese presto la carriera militare e si distinse per abilità strategica combattendo prima agli ordini di Scipione l’Emiliano e poi come luogotenente di Cecilio Metello nella guerra contro Giugurta, re della Numidia.
Nel 119 a.C. fu eletto tribuno della plebe, iniziando così una brillante carriera politica che poi consolidò sposando Giulia, zia di Giulio Cesare. Il Senato, formato in maggioranza da aristocratici, avversari accaniti del partito popolare sostenitore di Mario, cercò di mettergli il bastone fra le ruote e di fargli perdere il favore popolare quando lo autorizzò ad effettuare arruolamenti eccezionali di truppe. Ma questo fatto andava contro gli interessi dei plebei. Infatti a Roma, per legge, solo i cittadini con un reddito di almeno 1600 sesterzi potevano arruolarsi. Allora Caio Mario rispose con alcune contromosse astutissime. Innanzitutto fece abolire questa legge, autorizzando così l’arruolamento di proletari e disoccupati. Poi stabilì il pagamento di uno stipendio alla truppa. Così tantissimi poveri si videro assicurato il pane quotidiano. Ecco perché l’esercito romano da allora in poi divenne una colossale forza popolare pronta a seguire fedelmente i capi che se ne accattivavano il favore. Fu così che Mario venne eletto console per ben sette volte e poté guadagnarsi il titolo di III fondatore di Roma (dopo Romolo e Furio Camillo) per aver salvato l’Italia dai barbari invasori Teutoni e Cimbri, che annientò nel 102 a.C. ad Aquae Sextiae (oggi Aix en Provence) e nel 101 ai Campi Raudi presso Vercelli. Il Senato lo ostacolò contapponendogli Cornelio Silla, generale di origine aristocratica. Nacquero così scontri che si trasformarono in guerra civile e segnarono la sconfitta del partito popolare mariano. Ma una ventina d’anni dopo la formula politico-militare di unire saldamente l’esercito ed un partito popolare escogitata da Caio Mario fu applicata con successo da suo nipote Giulio Cesare per smantellare la repubblica e far nascere l’Impero romano che, sotto Traiano, cioé nel giro di 150 anni, arrivò a coprire un’estensione di 5500000 Kmq.”
La radio è un grande strumento di aggregazione per noi emigrati e si deve attribuire al grande Johnny Lombardi il merito di avere ideato la CHIN. Johnny aveva un sorriso accattivante e un metodo istintivo, ma efficace di approccio al grande pubblico. “Parlate poco e dite assai”, era solito dire. Quanta filosofia in questo invito! Nella sua radio, ricca di musica di notizie, di “chiacchiere fra amici” (come diceva lui) si diffonde anche cultura.
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