Robert Hare: “Società in declino e la razza predatoria dei quasi umani”
Lettere inviate e ricevute Paolo D’Arpini 2 luglio 2012
All’interno dell’umanità esiste una razza dalle sembianze umanoide (uguale a noi nell’aspetto) ma predatoria (Robert Hare – interspecie).
Si tratta proprio di una razza differente (con buona pace per chi ci vuole tutti uguali) poiché tra gli animali nessuna razza è predatoria verso la propria specie ma solo verso le altre.
Tale razza con assenza di sentimenti, di rimorsi, con capacità camaleontiche, con capacità di attore si inserisce nel popolo vittima come un parassita e comincia ad diffondere il proprio modello
PSICOPATICO (genetici-solo-parte rettile) (predatorio, mors tua vita mea, il fine giustifica i mezzi) ed invita anche chi non è di quella razza a fare lo stesso in un competizione (usuraia) che inevitabilmente calpesta è uccide i più deboli, i più onesti.
I “normali” (ma la normalità non esiste se non per elementi tipologici) vedono questa razza come uguali (democrazia imposta) mentre vengono plagiati a tal punto che questa razza viene anche difesa da parte della razza umana diventando essi stessi Proto-PSICOPATICI o PSICOPATICI secondari emulando il modello verticistico e piramidale dove vige la legge della conoscenza per pochi (loro) la legge della rarità, la gerarchia, la paura, la distruzione dell’essere, ossia il dominio predatorio del più forte (ultima immagine del liberismo), in contrasto con la naturale evoluzione della “razza umana” (senza la razza parassita) che nasce dalle comunità circolari (intorno al fuoco) dove si è tutti participi ed equidistanti, tutti si è uguali, tutti si è insegnanti e discenti, tutti si è proprietari, tutti si è umani, tutti si è in contatto con il suolo è ciò che produce li in quel momento (k0, biologico ecc).
(sintesi di un intervento dell’Antropologa A.P.C)
RIFERIMENTI
http://www.youtube.com/watch?v=VkRUyGkmEj0
http://www.hare.org/welcome
http://en.wikipedia.org/wiki/Robert_Hare_(psychologist)
http://www.fastcompany.com/magazine/96/open_boss.html
Giuseppe Turrisi
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