La risacca, riconoscerla in mare può salvarti la vita
Se me lo avessero raccontato non ci avrei creduto. Dopo tante nuotate in mare in varie parti del mondo dove esistono onde altissime di fronte alle quali le maggior parte delle persone si astengono prudentemente dal tuffarsi, è accaduto di aver rischiato di annegare a pochi metri dalla riva nel mare di Torvajanica.
Non ero sola, ma in tre abbiamo fatto il bagno decidendo di fare qualche bracciata verso il largo. Incredibile, ma siamo rimasti oltre un’ora in balia della risacca senza riuscire a tornare verso riva. Tutti e tre abili nuotatori e con una buona confidenza con il mare.
Non mi era mai successo. Restavamo sempre nello stesso punto perché per ogni bracciata in avanti la risacca ci respingeva qualche metro più indietro.
Ho incominciato a preoccuparmi quando le due persone con le quali ero entrata in acqua hanno iniziato a dare segnali di annaspamento. Mi chiedevo: com’è possibile? Sanno nuotare meglio di me e non gliela fanno?
Ogni tanto per riposarmi mi mettevo sul dorso a galleggiare in posizione sdraiata, respiravo con calma e poi riprendevo a nuotare, ma giunta allo stremo delle forze mi sono resa conto che stavamo rischiando di annegare.
Dalla riva non si accorgevano della nostra difficoltà. Le onde erano piccole, ma le fortissime correnti sott’acqua spingevano inesorabilmente verso il largo. Allora ho gridato e chiesto aiuto. Dopo un po’ è arrivata l’imbarcazione di salvataggio. Non era facile raggiungerci. Ci hanno suggerito di nuotare solo in trasversale, quasi parallelamente alla spiaggia. Cosa che abbiamo fatto per lungo tempo fino a quando abbiamo guadagnato la riva e la salvezza.
Raccontandolo ad amici e parenti, qualcuno ci ha preso pure in giro. Tuttavia credo che sia doveroso dirlo per evitare che chi non conosce la risacca anneghi a pochi metri dalla riva come stava capitando a noi. Qualche ora più tardi, quel giorno, annegò un ragazzo, e il giorno dopo, a poca distanza, tra le onde di Tor san Lorenzo ci fu un’altra vittima. Era un esperto subacqueo che aveva sottovalutato la risacca.
L’articolo in allegato può aiutare a saperne di più, per avere sufficiente capacità di ragionare in caso di pericolo, e fare le due cose importanti per salvarsi: nuotare il trasversale, e non farsi prendere dal panico. Naturalmente chiamare in soccorso i bagnini.
9 giugno 2015, Wanda Montanelli
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