Avevo fame e non avevo denti
e tu portasti vuoti ai miei digiuni
avevo sete e non avevo labbra
e tu portasti assenze alle mie attese
La tua mancanza disciolta
in un letto di spine
dove bevvi
la ruggine dei tuoi limiti
Non fu l’ala a prendere il mio volo
ma la tua mano a fermare la mia corsa
Avrei consumato
spirali di passione,
con te
brace a coprirmi
di poesia e di canto
… tu non amasti smarrirti nel mio sogno
abbracciato a solide catene
ingabbiavi il tuo delirio
immoto.
Maria Vittoria Catapano
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