dal Blog di Wanda Montanelli

Il futuro da inventare è una delle scommesse più esaltanti di internet.
Zygmunt Bauman, sociologo della modernità liquida lo ha testimoniato durante un suo recente intervento al Teatro Dal Verme in occasione del Meet the Media Guru di Milano.
I cybernauti creatori e compositori del futuro acquisiscono sempre maggior consapevolezza delle enormi potenzialità della rete. Secondo Bauman, internet si plasma su di noi, sui nostri bisogni e le nostre paure. E’ dunque la nostra immagine riverberata sul mondo, è “strumento e specchio, che assume i volti che scegliamo di darle”. Ma è anche misura, esagerazione e confronto, apertura verso mondi nuovi; è scambio, divulgazione per la prima volta con percorsi di andata e di ritorno.

sc 1 - LA SIMMETRIA DELLA COMUNICAZIONE, DIRITTO FONDAMENTALE DELL’UOMO

Internet “Dono di Dio”
Un senso di onnipotenza ci pervade mentre sperimentiamo il campo di questa incredibile ricchezza a portata di tutti, tangibile, infinita e democratica.
Facendo un salto di livello tra l’infinito umano e il divino ci si eleva alla valutazione di internet “Dono di Dio” rivelata da Francesco, pontefice di rara semplicità nell’esprimere con parole scarne concetti complessi. Internet è per il Papa il luogo della “grande e appassionante sfida, che richiede energie fresche e immaginazione nuova”.
La mitizzazione della potenzialità di internet è biasimata da chi non valuta i passi da gigante fatti in poco tempo nel percorso del mondo virtuale. In pochi ci avrebbero scommesso. Solo trent’anni fa, con una visione azzardata del futuro, Daniel Bell, uno dei più grandi sociologi americani dell’ultimo mezzo secolo, preconizzava l’utilizzo del digitale formulando questa impressionante raffigurazione della realtà: “Vedremo probabilmente un sistema nazionale di servizi basati su computer e informazione, con decine di migliaia di terminali nelle case e negli uffici agganciati a giganti computer centrali che forniranno servizi di archivio e d’informazione, permetteranno di ordinare e pagare a livello retail, e così via». Era il 1973. Oggi Sergio Niger si chiede se possiamo fare a meno di Internet, quali siano i rischi e i vantaggi rispetto al consolidamento del sistema democratico.

Sapevamo che la rete ci avrebbe portato dovunque desideravamo

La rete è il luogo del forum universale che a scelta si fa esclusivo; è la porta di accesso libero alle notizie, tramonto definitivo della discriminazione tra produttori e consumatori di informazione; bilancia di equilibrio tra il medium e il messaggio; esaltante scommessa per la democrazia del villaggio globale. Diritto fondamentale ormai. Ma bisogna crederci e sperimentarne il valore. Oggi è più facile, ma noi che ci abbiamo creduto aprioristicamente siamo stati ripagati per il nostro affidarci al mezzo sin dall’inizio. Le prime connessioni ad internet nei primi anni 90 erano un’avventura. Con il computer Ibm tentavamo pionieristiche navigazioni per divulgare il “messaggio a Chirac”, brano musicale con un testo ambientalista rivolto al presidente Jacques Chirac per dissuaderlo dalle sue intenzioni di testare la bomba atomica nel paradiso tropicale dell’isola di Mururoa. Ma la pazienza per i tempi lunghissimi di connessione, e la necessità di avere a fianco un esperto che riprendesse il circuito complicato e virtuoso per entrare in rete, fu premiata dal ricevere numerosi messaggi dei primi cybernauti, e tra questi, nell’esultanza dei presenti, addirittura quello di Bill Gates, fondatore di Microsoft, che ci scrisse una e-mail di saluto da Washington, della quale diede notizia anche un noto quotidiano romano.

Il principale dei diritti da garantire, la simmetria della Comunicazione

In un’ottica che prende in considerazione l’elevato contenuto di democraticità del sistema internet, i pericoli paventati da Niger, tra cui la crescita di un’ élite di informatici, possono risultare secondari, e comunque essere considerati monitorabili e arginabili come in ogni esercizio del libero arbitrio. Il superamento del rischio emarginazione per chi potrebbe restare fuori dal recinto è il non facile compito di chi, a livello politico e sociologico, ha il ruolo e gli strumenti per evitare che, nell’ avvento di una così alta funzione democratica, nessuno resti oltre i cancelli elettronici del ciberspazio. Tutti dentro, nessuno escluso. O fuori per scelta.
Si aprano le porte verso la galassia sconosciuta, anelata e intuita nei tempi bui, quando i fruitori di notizie, raccoglitori passivi senza voce “trattenevano” e “assimilavano” le idee dei pochi manipolatori delle informazioni. Erano i tempi della sproporzione e della unilateralità, ora è il tempo della simmetria del comunicare, facile, quanto nuova e raggiungibile.
Avevamo fame di equilibrio. La grave difformità delle informazioni diffuse attraverso i più comuni mass media, la sproporzione tra chi deteneva in esclusiva i “centri” politici e culturali dell’informazione e i recettori passivi, risultava evidente in relazione all’invasione della sfera delle emozioni, le immissioni persuasive nella vita privata e pubblica delle persone. Immagini e concetti veicolati attraverso stampa, tv, radio, editoria di regime, hanno talvolta operato una vera e propria manipolazione delle coscienze, in ricorrente violazione del diritto di ognuno all’accesso a notizie vere, verificabili e tempestive.
Il diritto alla democrazia corrisponde invece a quello dell’equilibrio e simmetria della comunicazione, realizzabile attraverso una corrispondenza dell’informazione che, non più subita ma agita in prima persona, diviene propositiva oltre che recettiva, bilanciata e democratica. L’art. 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, stabilisce che ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. L’art. 21 della Costituzione prevede la manifestazione libera del pensiero. Vediamo come ricorre nelle norme citate la parola libertà, che garantita nei principi, assume forma e concretezza nell’accesso agli strumenti che rendono possibile tale libertà. La rete teleinformatica libera, gratuita e agibile in maniera paritaria per tutti i cittadini può restituire il senso pieno di tali diritti, grazie alla veicolazione molteplice delle informazioni. L’accesso libero va sì coniugato allo sviluppo dell’alfabetizzazione delle tecniche informatiche, ma si impara presto, e solo chi non avrà interesse ad entrare nella rete ne resterà fuori.

Il posto e gli strumenti della partecipazione (Modifica dell’art. 21 Costituzione)

E’ a portata di clic, è internet il mezzo attraverso il quale questo magnifico esercizio di democrazia diviene concreto e reale. Internet per tutti. Nessuno escluso. Per legge, per diritto costituzionale. Ci hanno pensato i Grillini, in Parlamento.

Il sistema operativo M5S per cambiare la Costituzione

Stefano Lucidi, senatore a 5 stelle, ha predisposto un disegno di legge di integrazione dell’art, 21 C. sulla libertà di stampa, per rendere internet libero e gratuito, come diritto fondamentale della persona.
La partecipazione on line alla scrittura del ddl con integrazioni e suggerimenti, avviene entrando nel sistema operativo, nel quale si realizza un apprezzabile prova di democrazia partecipata.

Questa la proposta di modifica (provvisoria fino alla conclusione delle consultazioni):

Art. 1
(Modifica all’articolo 21 della Costituzione)

1. All’articolo 21 della Costituzione, dopo il primo comma, è inserito il seguente:
«Tutti hanno il diritto di accedere liberamente alla rete Internet. La Repubblica rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale al fine di rendere effettivo questo diritto. La legge promuove e favorisce le condizioni per lo sviluppo della tecnologia informatica.»

Alla fine dell’iter di approvazione, che mi auguro avvenga presto, e trovi il sostegno di un’ampia rappresentanza parlamentare, il cittadino-utente avrà tutela costituzionale nel suo diritto di accesso gratuito ad internet in quanto titolare di un più ampio diritto di sviluppo simmetrico della comunicazione. Tale nuovo diritto fondamentale della persona umana garantirà la condizione di accessibilità alla rete per tutti in maniera eguale, rimuovendo lo status negativo di asservimento o passività, totale o parziale, a dinamiche comunicazionali classiche espletate attraverso i tradizionali strumenti di informazione-comunicazione.

29 gennaio 2014, Wanda Montanelli

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