«Io prima donna a bonificare un campo minato»
Giornata mondiale contro le mine antiuomo, la storia di Claudia Papale a capo di un plotone di artificieri dell’Esercito
di Elisabetta Rosaspina
CREMONA – Sarà stato un caso. Ma domenica, proprio mentre Papa Francesco stava elogiando da piazza San Pietro quegli «uomini e donne coraggiosi che rischiano la vita per bonificare i terreni minati», loro – con mani guantate, il naso a pochi centimetri dalla spoletta arrugginita e una buone dose di circospezione – neutralizzavano cinquecento chili di ordigno bellico, in attesa di esplodere da oltre settant’anni, a Pizzighettone, lungo l’argine dell’Adda. Un’operazione quasi di routine per gli artificieri del 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona, ma anche un bel modo di celebrare, con 24 ore di anticipo, la Giornata Mondiale per la Promozione e l’Assistenza all’Azione contro le Mine, fissata dalle Nazioni Unite per il 4 aprile. Da oggi c’è un altro grosso «confetto» in meno sotto i piedi, a ricordo della Seconda Guerra Mondiale. A parte il disagio degli abitanti della zona, più di 900, evacuati per ragioni di sicurezza, e qualche sinistra reminiscenza – forse – fra gli ospiti della Casa per anziani (se hanno udito l’eco della deflagrazione, così simile a quelle che squassavano le notti di Pizzighettone tra il luglio del ’44 e l’aprile del ’45) l’intervento è filato via liscio: attorno alla bomba, una vecchia General-Purpose delle migliaia scaricate in quei mesi dagli aerei americani, è stato allestito dagli specialisti un piccolo bunker di protezione, per le operazioni di disinnesco, infine l’involucro con l’esplosivo è stato fatto brillare in una cava.
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