I ricercatori avrebbero scoperto una sostanza anti-obesità in un ingrediente insospettabile: il pepe (Getty Images)
L’Università di Padova, in collaborazione con quella di San Francisco, ha individuato l’alcaloide in grado di aumentare il metabolismo nei muscoli e bruciare grasso, anche a riposo: si tratta della piperina.
Ricercatori italiani e americani hanno scoperto, nel pepe, una sostanza che aiuterebbe a combattere l’obesità e il diabete di tipo 2. Si tratta della piperina, un alcaloide in grado di aumentare il consumo metabolico del muscolo a riposo e, quindi, di favorire il consumo di grassi anche in quei soggetti che mangiano grandi quantità di cibo e che non riescono a svolgere un’attività fisica regolare.
La scoperta è italiana – A capo della ricerca dal titolo “Piperine’s mitigation of obesity and diabetes can be explained by its up-regulation of the metabolic rate of resting muscle”, pubblicata sulla prestigiosa rivista “Pnas“, c’è un gruppo di ricercatori italiani dell’Università di Padova. Si tratta dei professori Carlo Reggiani, Leonardo Nogara e Marcella Canton del dipartimento di Scienze biomediche che, in collaborazione con i colleghi dell’Università di San Francisco, hanno studiato gli effetti della piperina sulla capacità del muscolo di bruciare energia. Lo studio parte da una recente scoperta sulla struttura del filamento spesso dei sarcomeri (cioè le unità contrattili del tessuto muscolare striato) e propone un intervento capace di aumentare il consumo di energia nei muscoli quando si trovano a riposo. La sfida per il team è dunque quella di far sì che l’energia, che nei soggetti obesi si traduce in importanti accumuli di grasso, venga bruciata anche senza una regolare attività fisica. Il muscolo striato, infatti, presenta due ordini di filamenti proteici che si dispongono ordinatamente nel sarcomero: filamenti sottili di actina e filamenti spessi di miosina. La miosina è la proteina motore della contrazione muscolare, capace di convertire l’energia chimica contenuta nelle molecole di Atp (adenosina trifosfato, ossia la molecola che costituisce la nostra “corrente energetica”) in energia meccanica, cioè forza e movimento, con produzione di calore. L’attività della miosina è massima durante la contrazione muscolare mentre, a riposo, un suo lento consumo di Atp contribuisce al mantenimento della temperatura corporea e al metabolismo basale.
I muscoli? Hanno un “on” e un “off” – Proprio durante le fasi di riposo del muscolo, le molecole di miosina possono presentarsi in due stati differenti: uno stato ordinato, o stato off, con un bassissimo consumo di Atp e di energia; e uno stato disordinato, o stato on, con un consumo di Atp e di energia relativamente più alto. Ed è qui che l’indagine ha portato a scoprire come sia possibile consumare energia anche in fase di riposo. Lo si deve alla piperina che, dopo uno screening di oltre 2000 composti chimici presenti nei muscoli, è risultata essere la sostanza in grado di destabilizzare lo stato off (a basso consumo di Atp) per arricchire lo stato on (ad alto consumo di Atp) e quindi provocare un aumento netto del consumo di energia e di eliminazione dei grassi in fase di riposo.
L’impiego della piperina – La ricerca, finanziata da Cariparo attraverso la borsa “Modeling and monitoring motions in proteins: cardiovascular diseases at molecular level”, può essere un buon punto di partenza nella lotta alle patologie legate al peso. Bisognerà però attendere futuri sviluppi per capire in che misura la piperina e i suoi derivati potranno essere efficacemente impiegati in terapie per le disfunzioni del metabolismo. (05 nov. 2016)
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