In Canada la tolleranza religiosa è una prassi normalmente rispettata, dal momento che si vive una realtà caratterizzata dalla presenza sul medesimo territorio di popoli di diverse etnie.
La cosa più sorprendente è costituita dal fatto che, a livello popolare, le persone sempre più si appropriano di “temi” di riflessione, che, per tradizione, erano riservati alle autorità delle rispettive religioni. Approfondiscono gli argomenti, effettuano ricerche bibliografiche, parlano di questi argomenti nelle pause dal lavoro.
Il tema “religioso” ha costituito sempre una parte preponderante delle mie curiosità da bambina e successivamente nei miei studi. Ho iniziato con la lettura vorace dell’Antico Testamento all’età di nove anni, rimanendo un po’ esterrefatta di fronte al “realismo” di certe descrizioni. Tranquillizzata da persone competenti e sensibili ho continuato nel corso degli anni e per una pura casualità anche la mia tesi di laurea, successivamente condensata in un saggio pubblicato presso la Casa Editrice Olscki di Firenze, verteva su un poeta “religioso”. Questo filo conduttore mi ispira ora, efficacemente coadiuvata da mio figlio Erik, ad approfondire il profilo psicologico di Renata di Valois, antesignana della tolleranza religiosa al punto di subire un processo da parte del tribunale dell’Inquisizione, per il suo operato. Il suo esempio di magnanimità rifulge di vivida luce per chi crede nei valori dello Spirito(1)
Antonia Chimenti
(1) Antonia Chimenti-Erik Di Trani, Renata di Valois, Duchessa d’Este, Signora di Montargis (di imminente pubblicazione)
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