segnalato da Caterina Di Francesco

[11-10-2006] Una donna su tre almeno una volta nella vita subisce violenza e in 192 stati tra quelli che fanno parte delle Nazioni Unite non esistono leggi che puniscano gli uomini protagonisti di tali violenze. Lo afferma un rapporto dell’Onu che si e’ occupato di violenze fisiche, sessuali, psicologiche ma anche di mutilazioni genitali e di cio’ che accade alle donne durante le guerre. In una conferenza stampa l’assistente del segretario generale Kofi Annan, Rachel Mayanja, ha detto: “Finalmente il velo sulle violenze contro le donne e’ stato squarciato; la realta’ e’ diventata di pubblico dominio e cio’ ci obbliga ad agire”.
Il rapporto, di 139 pagine, afferma che solo 89 paesi hanno una legislazione sulle violenze familiari e che tra il 40 e il 70 per cento delle donne assassinate lo sono dal marito o dall’amante. Questo accade ad esempio in Australia, Canada, Israele, Sudafrica e Stati Uniti. Inoltre, l’omicidio delle donne ha sempre caratteristiche diverse da quello degli uomini ed e’ spesso accompagnato da violenza sessuale.
In Colombia ad esempio, in media sei giorni su sette una donna e’ uccisa dal partner e nel Nord del Messico si assiste alla peggiore strage: centinaia di donne sono state rapite, violentate e assassinate a Ciudad Suarez.
Il rapporto parla anche di mutilazioni genitali subite da 130 milioni di ragazze nel mondo, soprattutto in Africa, in alcuni paesi del Medio Oriente e nelle comunita’ di immigrati.
Anche nei conflitti armati la violenza contro le donne ha spesso carattere sessuale. L’Onu stima che durante il genocidio del Ruanda del 1994, tra le 250 e le 500 mila donne siano state violentate e che tra le 20 e le 50 mila abbiano subito la stessa sorte durante il conflitto in Bosnia, negli anni Novanta.
Secondo il rapporto Onu allora il modo migliore per combattere tale flagello e’ quello di fare conoscere publicamente il fenomeno, parlarne, prendere impegni politici davanti all’opinione pubblica, coinvolgere la societa’ civile e le organizzazioni, in particolare quelle delle donne, nell’elaborazione di leggi dedicate.

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