(AGI) – Catanzaro, 7 mar. – In occasione della festa della donna che si svolgera’ domani, l’Anmil (Associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro) e l’Inail (l’ente che si occupa degli infortuni sul lavoro), hanno deciso d’indire un concorso per arti figurative intitolato “L’altra meta’ del lavoro” che si concludera’ a fine novembre con una mostra e con la premiazione dei vincitori. Ad esso si collegheranno altre iniziative che verranno divulgate in un momento successivo. L’iniziativa nazionale, che e’ stata presentata in ambito regionale a Catanzaro, servira’ a stimolare una riflessione sui temi degli infortuni e della prevenzione. “Pochi ancora sanno – ha detto il presidente provinciale dell’Anmil, Luigi Cuomo – che sono quasi 1.400 i morti che ogni anno accadono in Italia per motivi di lavoro: e di essi 118 sono donne, anche se questi dati non sono facilmente confrontabili con il resto d’Europa, dove si ha una considerazione diversa degli infortuni in itinere, delle malattie professionali e delle morti derivanti da pura causa medica. Purtroppo il trauma dell’infortunio sul lavoro viene comprensibilmente vissuto secondo ritmi e modalita’ diverse dalla donna che vede turbato il proprio equilibrio psico-fisico e familiare, del tutto diverso rispetto a quello dell’uomo. In questo senso, l’Anmil ha promosso la presentazione alla Camera dei Deputati di una proposta di legge tendente ad istituire speciali agevolazioni per l’integrazione al lavoro le donne
infortunate, anche mediante un apposito servizio di sostegno psicologico. In Europa – ha proseguito Cuomo – sebbene le donne siano adibite a mansioni a minor rischio, ogni 5 infortuni sul lavoro 1 le riguarda, mentre ogni 18 incidenti mortali 1 accade ad una lavoratrice. Cio’ vuoi dire che su 4 milioni e 700 mila infortuni avvenuti nel 2001 nei 15 paesi europei, sono morte sul lavoro 267 donne, e di queste ultime 57 in Italia, in pratica, oltre il 21 %, malgrado le italiane rappresentino poco piu’ del 12% delle colleghe lavoratrici europee. Su questa diagnosi si inserisce bene una riflessione della Commissione europea per i diritti della donna e per le pari opportunita’, che ha espresso un parere molto critico sul piano di azione 2002-2006 sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”.
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