il manifesto italiano e le avanguardie 1920-1940

pubb2 - L'ARTE 
 DELLA PUBBLICITA'

 

 

 

pubb1 - L'ARTE 
 DELLA PUBBLICITA'

 

 

 

pubb3 - L'ARTE 
 DELLA PUBBLICITA'

Fino al 24 maggio è possibile scoprire e gustare a Villa Torlonia nel Casino dei Principi la bella mostra sui manifesti italiani e le avanguardie del periodo che va dal 1920 al 1940.
Giustamente si parla d’arte perché quella della pubblicità è arte a tutti gli effetti.
“È necessario oggi, in una civiltà che sta diventando di massa, che l’artista scenda dal suo piedistallo e si degni di progettare l’insegna del macellaio (se la sa fare)”. L’artista milanese Bruno Munari punta il dito sull’evoluzione del rapporto tra arte e pubblicità, nato alla fine dell’Ottocento (pensiamo alle affiches pubblicitarie del Moulin Rouge di Toulouse-Lautrec) e sottoposto a cambiamenti radicali nel periodo tra le due guerre mondiali: sono anni di grandi svolte politiche, di sviluppo industriale e di conquiste per la modernità. La pubblicità è specchio dei grandi miti del secolo – la velocità, le macchine, gli aerei, i transatlantici ecc. Ecco emergere una nuova immagine dell’Italia, dinamica, moderna, veloce che si proietta verso il futuro, verso le innovazioni dei trasporti e della comunicazione o, nel caso della grafica di propaganda, sicura e assertiva: la grande M della pubblicità della birra allude anche alla M di Mussolini… Come testimonianza storica concreta dello sviluppo della grande industria italiana, Fiat, Campari, Olivetti sono tra le prime aziende a servirsi della pubblicità.
Gli artisti della pubblicità cominciano ad organizzare la loro attività: si tengono i primi congressi, si organizzano mostre specifiche dedicate al manifesto quale quella tenuta nel 1936 a Roma, a Palazzo delle Esposizioni.
Nel fervore di quegli anni, molti dei maggiori artisti dell’epoca – da Duilio Cambellotti ai futuristi Balla, Depero, Tato e Prampolini, a Sironi, padre del monumentalismo e del muralismo e Lucio Fontana – si confrontarono con il manifesto pubblicitario. Ma vi si dedicano soprattutto specialisti di talento riconosciuti in tutto il mondo, come, tra gli altri, Leonetto Cappiello, Marcello Dudovich, Nicolaj Diulgheroff (M Birra Metzger, 1928, Birra Bosio Caratasch, 1936), Gino Boccasile, Erberto Carboni, Bruno Munari, Sepo, Federico Seneca (Pastina glutinata Buitoni, 1928) – con opere dal tratto essenziale e audace, abbinamenti improvvisi di colori per lo più di base il rosso, il giallo e il nero, e grande creatività di linguaggi grafici. E non dimentichiamo il ruolo della fotografia e le sperimentazioni dei primi fotomontaggi italiani, fusione di elementi fotografici e pittorici, nei quali si cimentano tra gli altri Ram, lo svizzero Xanti Schawinsky, Erberto Carboni e Bruno Munari, che svilupperà le seduzioni più giocose e imprevedibili della grafica contemporanea.
L’evoluzione dell’arte della pubblicità è mostrata a Villa Torlonia attraverso cento manifesti, sculture, bozzetti, libri delle avanguardie artistiche dell’inizio del XX secolo. Il materiale esposto proviene dal Massimo & Sonia Cirulli Archive che si occupa da 25 anni d’Arte italiana del XX secolo con sedi a New York e Bologna: si tratta della più importante e più ampia collezione privata di manifesti storici oggi esistente in Italia.
Nelle 6 sezioni in cui s’articola l’esposizione si raccontano la donna e l’uomo moderni, ossia l’evoluzione dell’arte pubblicitaria dall’idealizzazione ottocentesca verso realismo, dinamismo e vivacità cromatica, la meccanizzazione giocosa della figura umana di ascendenza futurista; la velocità e i confini e il Volo vale a dire i nuovi miti del movimento e della velocità affermatisi in quegli anni; infine le sperimentazioni del disegno e della grafica e l’astrazione della forma, che illustrano la nascita di una nuova coscienza professionale degli artisti della pubblicità.

Fausta Genziana Le Piane

 

Categorizzato in: