L’iniziativa promossa dal ministero delle Politiche agricole è privata e facoltativa, ma rientra nelle azioni a sostegno del settore dopo la fine del regime della quote. L’Italia, intanto, rischia di pagare altri 1,4 miliardi di multe
di Giuliano Balestreri

latte - LATTE, 
 ARRIVA IL LOGO CHE CERTIFICA IL MADE IN ITALY

Latte, arriva il logo che certifica il made in ItalyIl logo MILANO – “Latte 100% italiano”. Il nuovo logo per indicare la zona di mungitura del latte con un’informazione semplice e ben identificabile da parte del consumatore nasce oggi con un’iniziativa, privata e facoltativa, ma sostenuta dal ministero dello Politiche agricole impegnato a difendere il settore lattiero con la fine della stagione le quote latte.
Tra l’ultima coda di multe, con l’Italia che rischia di pagare altri 1,4 miliardi, proprio mentre il governo ha inviato le prime cartelle esattoriali agli allevatori che non hanno rispettato le loro quote, e la liberalizzazione del mercato, decine di allevatori rischiano di finire in crisi. Il governo si è quindi attivato per venire incontro alle esigenze del settore: nell’ultima legge di Stabilità è stato stanziato un fondo da 110 milioni di euro in tre anni per gli allevatori virtuosi che si sono messi in regola con le quote latte. Adesso, però, la partita si sposta anche sul fronte dell’educazione alimentare.
Anche per questo il ministro Maurizio Martina ha inserito la nascita del simbolo tra le azioni strategiche per accompagnare il settore dopo la fine del regime delle quote latte, in scadenza il prossimo 31 marzo. Oggi, infatti, molte aziende hanno un loro modo per indicare la provenienza del latte, mentre un marchio unico, all’insegna del made in Italy, avrebbe il vantaggio di essere facilmente riconoscibile da chiunque.
“È giusto -ha detto Martina- dare ai consumatori un’informazione univoca sulla zona di mungitura del latte. Siamo impegnati con gli operatori della filiera per rilanciare i consumi di latte fresco e sostenere i produttori. Parliamo di 35mila aziende che dovranno affrontare dopo trent’anni un passaggio cruciale come quello della fine delle quote. Il Governo è in campo per favorire un percorso che dia futuro e competitività ai nostri imprenditori, che oggi soffrono anche per il crollo dei prezzi del latte alla stalla che ha raggiunto i 35 centesimi al litro. Da qui la volontà di dare il via ad un lavoro concreto per l’interprofessione in questo settore e la collaborazione con l’Antitrust per contrastare eventuali pratiche sleali sul mercato”.
D’altra parte il settore lattiero caseario con 14,9 miliardi di fatturato rappresenta l’11% dell’intera industria alimentare: le oltre 35mila aziende producono circa 11 milioni di tonnellate di latte per un valore di 4,8 miliardi. Metà della produzione, però, viene trasformata in formaggi Dop. Il fondo latte di qualità servirà, dunque, a sostenere soprattutto quegli allevatore virtuosi che hanno sempre rispettato il regime delle quote in un momento di profonda trasformazione del settore.
“Abbiamo inserito nella Legge di Stabilità la creazione di un Fondo Latte di Qualità – ha ribadito Martina – per sostenere gli allevatori in regola e per il miglioramento qualitativo del latte. Siamo al lavoro con la filiera per un programma di azioni che punti anche su promozione, educazione alimentare ed etichettatura”.
L’obiettivo delle risorse stanziate dal governo (8 milioni per il 2015, 50 milioni di euro all’anno per il 2016 e 2017) è quello di rafforzare le sicurezza alimentare e ridurre i trattamenti antibiotici: nel dettaglio, agli allevamenti e alle imprese che aderiscono al piano verrà concesso un contributo per gli investimenti fino ad un massimo di 15.000 euro per le aziende agricole e fino ad un massimo di 200.000 euro per quelle che, oltre alla produzione primaria, operano anche nella trasformazione e commercializzazione.
Con il miglioramento della qualità del latte, il Ministero aveva promesso di impegnarsi anche in una campagna di educazione alimentare per invertire il calo dei consumi del fresco. Una campagna nella quale rientra anche la nascita del logo. Tra i punti del piano latte c’è anche la promozione sui mercati esteri dei grandi formaggi italiani; la revisione della normativa sui prodotti trasformati in modo da valorizzare la qualità dei prodotti italiani e la richiesta alla Commissione Ue di accelerare l’attuazione del regolamento sull’etichettatura, in modo da indicare il luogo di trasformazione e quello di mungitura del latte commercializzato.

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