Mostra-reportage dal più grande sindacato di lavoratrici autonome indiane
ROMA, PALAZZO INCONTRO, VIA DEI PREFETTI 22
20 DICEMBRE 2008 – 18 GENNAIO 2009
INAUGURAZIONE: 19 DICEMBRE 2008 – ORE 17.00
ORARI:
MARTEDI’ – DOMENICA DALLE ORE 10 ALLE ORE 19.
24 E 31 DICEMBRE CHIUSURA ALLE ORE 15.00.
CHIUSA 25 DICEMBRE, 1°, 6 GENNAIO 2008
INGRESSO GRATUITO
Dal 19 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009 37 immagini di Laura Salvinelli con testi di Mariella Gramaglia in una mostra promossa dall’assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, con il contributo dell’Assessorato alle politiche culturali del Comune di Roma Indiana, il reportage fotografico di Laura Salvinelli, in mostra dal 18 dicembre a Palazzo Incontro a Roma, racconta i cambiamenti nel mondo del lavoro femminile in India attraverso le immagini delle donne unite e organizzate di Sewa (Self- Employed Women’s Association) il più grande sindacato di lavoratrici autonome indiane che ad oggi conta un milione di iscritte. In India, su 100 lavoratori 93 appartengono al settore informale. I lavori più umili sono svolti dalle donne indù delle caste basse e dalle musulmane.
Si tratta di rovistatrici e riciclatrici di rifiuti, portatrici di pesi e tiratrici di carri, sigaraie di bidi (le sigarette indiane per poveri), costruttrici di braccialetti, incensi e aquiloni, levatrici, manovali, sarte, ricamatrici e stampatrici di stoffe, arrotolatrici di stoppini per lumini votivi, cuoche, lavandaie, e cameriere di case, uffici e ospedali, mungitrici di vacche e raccoglitrici dei loro escrementi, e innumerevoli altre attività che si svolgono a casa o per strada.
Laura Salvinelli definisce le sue immagini “reportraits”, ovvero un’unione tra reportage e portrait (inglese per ritratto).
Il ritratto diventa la finestra per raccontare la realtà più ampia di cui il soggetto è parte e questo attraverso uno sguardo non predatorio, ma di attenzione, cura e amore per la bellezza delle persone ritratte.
La Salvinelli predilige l’uso del bianco e nero che vede come una “una farfalla in via d’estinzione”, una tecnica da difendere per evitare che scompaia.
La mostra è parte di un progetto più ampio nato con l’intento di dare visibilità a Sewa e allo straordinario lavoro della sua fondatrice Ela Bhatt, la rivoluzionaria gentile erede di Gandhi, che comprende anche il libro di Mariella Gramaglia “Indiana. Dentro al cuore della democrazia più complicata del mondo” edito da Donzelli nel 2008.
L’importanza di Sewa si basa sull’empowerment delle sue iscritte, sia come lavoratrici che come donne: oltre che sindacato, è di fatto anche un grande movimento di liberazione delle donne. La dignità è nei gesti. L’autorevolezza negli sguardi lucenti delle leader e delle lavoratrici.
Indiana Sostiene il progetto della Ong Prosvil-Cgil a favore di Sewa
Commenti