(ANSA) – ROMA, 5 NOV – Le politiche del lavoro, come correttamente sottolineato dal rapporto del Cnel, devono focalizzare la loro attenzione soprattutto sull’occupazione femminile che in Italia cresce meno rispetto al resto d’Europa.
E’ quello che pensa il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi intervenuto alla presentazione del rapporto Cnel sul mercato del lavoro 2002.
”Si tratta di un rapporto molto buono – ha detto Sacconi – che fa una ricognizione interessante e che giustamente focalizza il problema dell’occupazione femminile che, come e’ noto, registra i tassi occupazionali piu’ bassi d’Europa. E’ quindi ad essa che dobbiamo sopratutto guardare tanto con i servizi al mercato del lavoro quanto con nuove tipologie contrattuali. Ed e’ ad essa – ha concluso Sacconi – che soprattutto si rivolge la riforma Biagi”.

LAVORO: RAPPORTO CNEL, ALLE DONNE DUE TERZI DEI NUOVI POSTI
IN ULTIMI CINQUE ANNI- MA DISOCCUPAZIONE FEMMINILE AL 12%

Roma, 5 nov. – (Adnkronos/Labitalia) – Due terzi dei posti di lavoro creati negli ultimi cinque anni sono andati alle donne: 1.044.000, contro 578.000 degli uomini. E’ quanto emerge dal Rapporto del Cnel sul mercato del lavoro, presentato oggi. La disoccupazione, invece, si e’ ridotta un po’ piu’ per gli uomini, fra i quali e’ calata di 278.000 unita’, contro le 247.000 delle donne. Il tasso di disoccupazione, quindi, vede queste ultime ancora in sensibile
svantaggio (12,2% contro 7% degli uomini).
Maggiori, dunque, le difficolta’ di riassorbimento della disoccupazione femminile. ”Per mantenere un andamento simile a quello maschile -afferma il Cnel- sono necessarie performance dell’occupazione 3 o 4 volte superiori”. Ma non si puo’ dire che l’occupazione femminile si sia precarizzata. Tra le donne, infatti, ci sono ben 800 mila impieghi stabili in piu’, mentre tra gli uomini sono 227 mila in meno.

LAVORO: RAPPORTO CNEL, ALLE DONNE DUE TERZI DEI NUOVI POSTI
PIU’ ASSUNZIONI FEMMINILI NEI SERVIZI

(Adnkronos/Labitalia) – I servizi offrono alle donne il triplo dei posti rispetto all’industria, come rileva il Cnel: 27,1% contro 10,9%. Il 67,9% delle imprese di servizi preferisce, infatti,
assumere una donna. Le preferenze per assunzioni femminili passano, inoltre, dal 21,4% delle aziende piccole (1-9 dipendenti) al 15,8% di quelle medio grandi (50-249). E, a livello territoriale, dal 22,3% del Nordest, 22,8% del Centro, 19,9% del Nordovest al 17,6% del Sud. Ma, nel complesso, al Nord lavora la meta’ delle donne e al Sud appena il 27%.
In generale, le ‘single’ hanno tassi di occupazione elevatissimi e paragonabili a quelli maschili. Ma cio’ che fa scendere l’occupazione non e’ tanto essere in coppia quanto avere dei figli. Resta, infatti, la tendenza all’abbandono del lavoro in eta’ adulta, seppure compensata dal flusso in entrata. In un anno, circa 250 mila donne sono passate dalla condizione di occupate a quella di casalinghe e quasi 350 mila hanno compiuto il percorso inverso.

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