Roma,10 nov. (Adnkronos) – Da oggi 5 assessori su 16 dovranno essere donne. Lo prevede il nuovo Statuto della Regione Lazio approvato da Storace. In occasione dell’approvazione dello Statuto, Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario, ringrazia il Presidente Storace per aver mantenuto un’importante promessa nel rendere le donne protagoniste del governo della Regione. ”Oggi l’articolo 45 dello Statuto vincola alla nomina nella Giunta di almeno 5 donne. È la prima volta che la rappresentanza diretta delle donne in un’assemblea elettiva diviene obbligo costituzionale”. ”Speriamo – ha continuato il presidente della Fondazione – che tale posizione possa essere replicata quanto prima dagli altri Governatori e che anche la legislazione dello Stato si adegui e approvi norme a garanzia della piena partecipazione delle donne alla vita politica e istituzionale del nostro Paese”.
”È infatti – ha proseguito Lella Golfo – inconcepibile e rischioso per una reale democrazia che la rappresentanza femminile nelle posizioni di rilievo di Istituzioni, politica ed economia sia ancora così poco significativa. Le attuali statistiche sulla preparazione culturale e professionale delle donne (la stessa Fondazione Bellisario si è fatta promotrice di una raccolta di curricula eccellenti da sottoporre alle Istituzioni) dimostrano che le competenze da mettere in campo sono tali e tante da assicurare un’adeguata rappresentanza. Sarà – ha concluso Lella Golfo – il monitoraggio delle prestazioni e il giudizio sui risultati a garantirele giusta selezione e alternanza delle donne di valore, così come degli uomini, ma almeno iniziamo ad avere una reale voce in capitolo”.

VALUTAZIONI DIVERSE

BONADONNA, NESSUNA NORMA OBBLIGA INGRESSO DONNE IN CONSIGLIO REGIONALE
LE AFFERMAZIONI DI STORACE E DEL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE BELLISARIO
SONO FALSE E FUORVIANTI

Roma, 11 nov. (Adnkronos) – ”Nessuna norma del nuovo Statuto della Regione Lazio prevede l’obbligo dell’ingresso delle donne nell’assemblea del Consiglio regionale”. Lo afferma il capogruppo del Prc alla Regione Lazio, Salvatore Bonadonna, contestando le dichiarazioni della presidente della Fondazione Bellisario, Lella Golfo. Quest’ultima, riferisce la nota del Prc, parlando dell’entrata in vigore dello Statuto, ha detto: ”E’ la prima volta che l’ingresso delle donne in un’assemblea elettiva diviene obbligo costituzionale”. ”Il nuovo Statuto – sottolinea Bonadonna – al comma 2 dell’art.19 si limita a dire che ‘la legge elettorale promuove la parità di accesso tra uomini e donne alla carica di consigliere regionale, anche mediante azioni positive”’. ”Una dichiarazione d’intenti -continua -per favorire l’accesso, certamente auspicabile, delle donne in Consiglio, ma che non ne fa un obbligo”. ”Altro poi – prosegue Bonadonna – è la previsione dell’art. 45 che riguarda la composizione della Giunta”. ”In questo caso lo Statuto dice che ‘deve essere assicurata un’equilibrata presenza dei due sessi e, comunque tale che il numero degli assessori appartenenti allo stesso sesso non sia superiore a undici”’. ”In Giunta -sottolinea Bonadonna -almeno cinque assessori devono essere donne”. ”Ma -sottolinea Bonadonna -la nostra proposta, bocciata dalla maggioranza di Storace, prevedeva che il 50 % degli assessori fossero donne e il 50% uomini”. ”La maggioranza di centrodestra -sottolinea Bonadonna -ha volutamente ridotto la presenza delle donne in Giunta rispetto alla nostra proposta”. ”Storace -continua Bonadonna -sa benissimo che sono previsti gli assessori di nomina esterna, quindi non eletti consiglieri”. ”Altro, invece – conclude Bonadonna – è l’impegno, che Rifondazione comunista porta avanti da sempre, per garantire una presenza forte delle donne già nella fase delle candidature”.

SU PRESENZA DONNE SOLO UNA DICHIARAZIONE INTENTI

(OMNIROMA) Roma, 11 nov – “Nessuna norma del nuovo Statuto della Regione Lazio prevede l’obbligo dell’ingresso delle donne nell’assemblea del Consiglio regionale”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Prc alla Regione Lazio, Salvatore Bonadonna, contestando “duramente” le dichiarazioni “inesatte” della presidente della Fondazione Bellisario, Lella Golfo, che parlando dell’entrata in vigore dello Statuto aveva detto: “E’ la prima volta che l’ingresso delle donne in un’assemblea elettiva diviene obbligo costituzionale”. “Il nuovo Statuto – continua Bonadonna – al comma 2 dell’art. 19 si limita semplicemente, come peraltro prevedono anche leggi nazionali, a dire che ‘la legge elettorale promuove la parità di accesso tra uomini e donne alla carica di consigliere regionale, anche mediante azioni positive’. Tutto qui. Una dichiarazione d’intenti per favorire l’accesso, certamente auspicabile, delle donne in Consiglio, ma che assolutamente non lo garantisce, tanto meno ne fa un obbligo. Altro poi – continua Bonadonna – è la previsione dell’art. 45 che riguarda la composizione della Giunta. In questo caso lo Statuto dice che ‘deve essere assicurata un’equilibrata presenza dei due sessi e, comunque tale che il numero degli assessori appartenenti allo stesso sesso non sia superiore a undici’, ergo in Giunta almeno cinque assessori devono essere donne. Ma anche riguardo a questo, mi preme sottolineare che la nostra proposta, bocciata dalla maggioranza di Storace, prevedeva che il 50% degli assessori fossero donne e il 50% uomini. In sostanza, la maggioranza di centrodestra ha volutamente ridotto la presenza delle donne in Giunta rispetto alla nostra proposta. Parlare, quindi, del nuovo Statuto addirittura come di ‘un passaggio importante per le donne del Lazio’ è assolutamente fuorviante e non corrispondente
al vero. Come fuorviante è l’operazione di mistificazione che sta facendo Storace. Non è vero, infatti, che ‘i partiti che vorranno un assessorato per una donna, non solo saranno costretti a candidarle ma anche a farle eleggere’. Storace, infatti, sa benissimo che sono previsti gli assessori di nomina esterna, quindi non eletti consiglieri. Altro, invece – conclude Bonadonna – è l’impegno, che peraltro Rifondazione comunista porta avanti da sempre, per garantire una presenza forte delle
donne già nella fase delle candidature”.

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