«The Handmaid’s Tale» è tratta dal romanzo distopico di Margaret Atwood (Ponte alla Grazie) e ha ispirato recenti proteste femminili (da «la Lettura» del 16 aprile 2017)
di Costanza Rizzacasa D’Orsogna
La serie più attesa dell’anno dopo Twin Peaks, la più politica: The Handmaid’s Tale, miniserie in dieci episodi tratta dal bestseller distopico di Margaret Atwood (1985), uscito in Italia come Il racconto dell’ancella (Ponte alle Grazie).
Al via negli Stati Uniti il 26 aprile sulla piattaforma di streaming Hulu, con Elizabeth Moss e Joseph Fiennes nei ruoli principali, esplora il tema della sottomissione della donna e dei mezzi che partiti e governi impiegano per asservirne il corpo e le funzioni riproduttive. In un futuro prossimo ambientato in una Boston puritaneggiante, la Repubblica di Gilead, regime totalitario fondamentalista d’ispirazione biblica, ha rovesciato il governo americano e ridotto in schiavitù le donne. Tra queste, le handmaid, giovani e fertili, assegnate — come in un racconto della Genesi — alle case dei Comandanti, dai quali vengono stuprate una volta al mese per procreare e ripopolare il pianeta, reso sterile dai rifiuti tossici.
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