Non siamo abituati a buone notizie, quindi questa che lo è non perdetela, O. B.
Riceviamo & Pubblichiamo
Caro Oliviero, non ti nascondo che ieri mi sono un po’ riconciliato con questo mondo e soprattutto con questa Italia ormai senza più l’anima.
Ieri sono arrivato alla stazione centrale di Milano, proveniente da Firenze, con un treno freccia rossa partito appunto da Firenze alle 18 con arrivo a Milano centrale alle 19.40.
Mi sono avviato con un amico verso l’uscita, quando mi sono accorto che il portafoglio non era più nella mia tasca usuale. Non ti nascondo che per alcuni minuti sono stato preda di un vero panico, pensando a tutta la trafila che ancora una volta in questo mese avrei dovuto fare per denunce, file ed attese per rifare documenti, carte di credito etc. Mentre mi disperavo, una telefonata (la terza, poiché con il frastuono non avevo percepito le precedenti) con un numero sconosciuto mi raggiunge.
Una voce garbata mi chiede se ero Luciano Donatelli. In quel momento, non so perché dico: mi ha ritrovato il portafoglio!! Dall’altra parte la voce mi dice: sono il capotreno del treno freccia rossa in cui Lei ha viaggiato da Firenze a Milano. Venga verso il treno al binario 14 così le vengo incontro poiché tra poco devo ripartire. In quei pochi istanti mi sono messo a correre con l’entusiasmo di un miracolato. Ho visto venirmi incontro a passo spedito un giovane che avrà avuto 30/35 anni con un bel viso aperto e sorridente. Mi ha detto d’aver fatto in tempo a recuperare il portafoglio dalle mani di un “falchetto” che se ne stava appropriando. Subito si è scusato di averlo aperto per avere un numero di telefono che fortunatamente ha visto sul mio biglietto da visita.
Composto e sereno, visibilmente soddisfatto, ai miei ringraziamenti mi rispondeva: è il mio dovere, è il nostro dovere. Ho tentato invano di dargli 50€ ( ne avevo 150 ). Ripeteva no assolutamente, è il mio dovere, il mio dovere. Quando gli ho detto che avevo piacere di offrirgli un pranzo, tentando di infilare la banconota nel taschino svicolava e si spostava, ripetendo no grazie è il mio dovere. Non c’era anima viva. A questo punto ho fotografato il suo badge che aveva scritto solo TRENITALIA ,ROBERTO C. MATRICOLA 2935686. Il cognome glie l’ho strappato… si chiama ROBERTO CALAMIA.
Mi “suona” siciliano, non so perché, comunque un cognome del sud. Un ragazzo come tanti, la faccia pulita, un sorriso aperto. In un mondo che come ripeti spesso tu ci si stupisce di quella che dovrebbe essere la normalità, questi gesti che non fanno “ovviamente” notizia ti rincuorano. Ieri sera non ho visto nessun telegiornale o talk show. Sono andato a letto con una serenità che non mi è solita. (Luciano Donatelli).
Oliviero Beha
Il primo blog civico nel segno di ZORRO
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