Raimon Panikkar e le scienze moderne
di Paolo Calabrò
Editrice Diabasis – Collana Asteroidi, diretta da Pietro Barcellona, Roberto Mancini, Fabio Merlini.
Recensione di Laura Tussi
Nella trama delle relazioni che legano la realtà, tramite l’intreccio di differenti culture, per una conoscenza altra delle cose, fulcro del pensiero del filosofo indo-catalano, Raimon Panikkar, descritto dalla straordinaria sensibilità di Paolo Calabrò, il pluralismo consiste nella rinuncia a credere di possedere la verità ultima della realtà e nella resa alla pretesa di poter imporre una opinione assoluta, tramite l’interiorità che si sviluppa in ogni essere umano, attraverso i sensi, le esperienze affettive, l’incontro con l’altro da sè, i discorsi emotivi che tendono a realizzare quella che Panikkar definisce “comunione”: una forma dello stare insieme in cui non sussiste una valutazione di convenienza, ma un rapporto relazionale, un legame affettivo, restituendo alla relazionalità il carattere della condivisione di esperienze. Il pensiero di Panikkar rappresenta un punto di incontro tra Oriente e Occidente, dove convergono diverse realtà con origini multiple, indù e cristiane, istanze accademiche e intellettuali, tramite cui si pone l’importanza del dialogo nel pensiero, tra le discipline, le culture e le religioni. Il problema del pluralismo sorge quando si presenta una incompatibilità tra visioni diverse del mondo e, allo stesso tempo, esse sono forzate a coesistere e cercare la propria sopravvivenza. Il pluralismo inizia con il riconoscimento dell’altro che esplica la propria identità, nella relazione e nella scoperta della propria diversità, nella ricerca di un linguaggio ricco, plurale e aperto, per cui il sapere non sia finalizzato ad una conoscenza asettica e sterile, ma sia intriso di esperienza personale nell’importanza della saggezza come arte di vivere, verso un’impostazione di universalità del dialogo tra religioni e all’interno di esse, dove la varietà delle fedi e delle confessioni sono come sentieri, che diversi e distanti in partenza, conducono verso l’unica cima, in prossimità della quale essi tendono ad unirsi. L’intento dell’Autore, Paolo Calabrò, è presentare l’esistenza di una filosofia, la metafisica cosmoteandrica, grazie a cui è possibile dissolvere le contraddizioni tipiche delle idee di soggettività della realtà, aspirando invece all’accordo tra il sapere che per Panikkar è fondamentale e irrinunciabile, in quanto le parti vanno tenute insieme, perché nessuna di esse è superflua e ridondante nella conoscenza complessiva dell’essere, conducendo alle conclusioni epocali tangibili della nostra storia, di fronte ai problemi globali e di importanza vitale, come i conflitti bellici, la tutela ambientale, il disarmo nucleare, le esigenze di energie alternative, rinnovabili e pulite, nell’evidenza che occorre una complessità dell’approccio ai saperi, perché nessuno è in grado di risolvere, in maniera individuale e isolata dagli altri, le problematiche globali. Occorre il contributo di tutti. Nessuno può vantare pretese di autosufficienza e velleità di isolamento, ma è necessario far tesoro della filosofia di Panikkar al fine di stabilire un dialogo fecondo tra le diverse forme umane del sapere, dalle religioni alle scienze, alle filosofie per realizzare la più alta aspirazione del pensiero, ossia liberare l’umanità dall’angoscia esistenziale, creando e sviscerando dai saperi, slanci ideali e i motivazioni di speranza nel valore dell’incontro tra culture, nell’aspirazione alla pace tra i popoli, come senso e significato ultimo dell’esistenza.
Laura Tussi, Istituto Comprensivo via Prati – Desio (Monza e Brianza)
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