LA CAMERA DELLE DONNE
Cara Wanda,
siamo molto attente allo svolgimento della causa che hai portato avanti coraggiosamente.
Siamo attente e ti sosteniamo, ed attendiamo con te la sentenza che riguarda, lo ricordiamo, tutti i partiti, di governo ed opposizione.
Per esempio il comportamento del PDL, la cui dirigenza sostenne in campagna elettorale che i corsi “di aggiornamento” alle possibili candidate erano il giusto impiego dei fondi destinati alle donne, ha contestualmente rivelato la vera natura di questo comportamento illegittimo: più dell’avidità o della disonestà, a motivare la sistematica distrazione dei fondi “per la promozione della rappresentanza” è la determinata e consapevole ostilità alla libertà e all’autodeterminazione femminili.
Ti ringraziamo e siamo con te.
La Camera delle Donne
Napoli, 29/06/10
IDV: EX RESPONSABILE DONNE, DOVE SONO FINITI FONDI PER NOI?
per altre pagine
(ANSA) – ROMA, 26 GIU – ”Dai documenti contabili dell’Italia dei Valori relativi al periodo 2000/2006 risulta che il partito abbia investito per la promozione delle donne oltre 600 mila euro. Di questi fondi noi donne dell’Italia dei Valori non abbiamo avuto contezza alcuna. E’ lecito chiedersi dove siano finiti o come siano stati impiegati?”. Lo ha detto l’ex responsabile pari opportunita’ del partito, Wanda Montanelli, che ha fatto causa all’Idv nel corso di un incontro stampa. ”Siamo alla vigilia dell’udienza di una causa civile – ha spiegato Montanelli nel corso di una conferenza alla casa internazionale delle donne di Roma – promossa da me e da chi come me all’interno dell’Idv ha potuto toccare con mano quanto la partecipazione attiva alla politica da parte delle donne sia inframmezzata da ostacoli, a volte invisibili, a volte manifesti, quasi sempre insormontabili. Cio’ che chiediamo e’ se esista un organo che possa accertare che i fondi assegnati dalla legge 157/99 (art. 3) ai partiti per la promozione della partecipazione delle donne alla politica siano impiegati davvero per questo fine”. ”L’udienza, iniziata nel 2007 e’ ancora in corso presso il tribunale di Milano – aggiunge il legale Maddalena Claudia Del Re -. Non riguarda solo l’Idv, che ha ostacolato e boicottato la partecipazione delle donne nel partito, ma tutta la societa’: ci chiediamo se esista una via legale per difendere le donne anche nella vita pubblica”.
da IL GIORNALE del 24/06/2010
da ITALIA OGGI
E ora pure le donne si scatenano contro Di Pietro e l’Italia dei valori
Di Sebastiano Luciani
Il caso del giorno
Ora contro Antonio Di Pietro ci si mette anche una Montanelli, che lotta contro la discriminazione femminile all’interno dei movimenti politici. Si tratta di Wanda Montanelli, che è stata responsabile nazionale donne dell’Italia dei valori al momento dell’avvio, due anni fa, del procedimento legale presso il tribunale di Milano contro il leader dell’Idv Di Pietro sui temi della presenza femminile nel partito, e non solo. L’ex dipietrina si chiede: chi può davvero accertare che i fondi assegnati dalla legge ai partiti per la promozione della partecipazione delle donne alla politica siano realmente impiegati per questo fine? Esiste una via legale per appurare che le donne all’interno dei partiti non vengano discriminate, oppure l’operato dei leader politici è totalmente sottratto da ogni forma di controllo che non sia il generico (auto) accertamento di revisione contabile del parlamento? Argomenti scottanti, che saranno al centro di un incontro che si svolgerà sabato prossimo a Roma, nella Casa internazionale delle donne di via della Lungara. «La nostra è una causa pilota», spiega la Montanelli che prima dell’avvio della azione legale ha fatto anche un lungo sciopero della fame durato quarantadue giorni, interrotto su richiesta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intrapresa soltanto dopo aver seguito tutti gli adempimenti formali previsti dalle normative parlamentari e partitiche, come il ricorso al collegio dei revisori della Camera dei deputati che tuttavia ha poteri limitati, potendo operare un mero controllo contabile sulla regolarità dei bilanci e non anche esprimersi nel merito dell’effettivo utilizzo dei fondi per le finalità previste dalla legge. Alla conferenza, che precederà di quattro giorni l’udienza del tribunale di Milano (mercoledì 30 giugno 2010, ruolo generale n. 13773/2008), prenderà parte anche Daniela Brancati, già direttore del Tg3 e prima donna a dirigere un telegiornale nazionale. Per il «maschilista» Di Pietro si annuncia un sabato davvero di fuoco.
da AFFARI ITALIANI Martedí 22.06.2010 15:56
La verità su Di Pietro: “La discriminazione femminile in Idv”
Chi può davvero accertare che i fondi assegnati dalla legge ai partiti per la promozione della partecipazione delle donne alla politica siano realmente impiegati per questo fine? Esiste una via legale per appurare che le donne all’interno dei partiti non vengano discriminate, oppure l’operato dei leader politici è totalmente sottratto da ogni forma di controllo che non sia il generico (auto)accertamento di revisione contabile del Parlamento? Leggi specifiche come la 157/99 sui fondi elettorali – al cui adempimento i partiti paiono inderogabilmente tenuti – hanno una cogenza effettiva o solo virtuale?
Questi i temi della conferenza stampa che si terrà sabato prossimo, 26 giugno, alle ore 11 presso la sala Simonetta Tosi della Casa Internazionale delle Donne (via della Lungara, 19 Roma), alla vigilia della causa per discriminazione femminile promossa dalla vice presidente dell’osservatorio Onerpo, dott.ssa Wanda Montanelli, responsabile nazionale donne Idv al momento dell’avvio – due anni fa – del procedimento legale presso il Tribunale di Milano contro il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.
“La nostra è una causa pilota – spiega la Montanelli che prima dell’avvio della azione legale ha fatto anche un lunghissimo sciopero della fame di 42 giorni, interrotto su richiesta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – intrapresa soltanto dopo aver seguito tutti gli adempimenti formali previsti dalle normative parlamentari e partitiche, come il ricorso al Collegio dei Revisori della Camera dei Deputati che tuttavia ha poteri limitati, potendo operare un mero controllo contabile sulla regolarità dei bilanci e non anche esprimersi nel merito dell’effettivo utilizzo dei fondi per le finalità previste dalla legge.
Alla conferenza, che precede di quattro giorni l’udienza del Tribunale di Milano (mercoledì 30 giugno 2010, ruolo generale n. 13773/2008), prenderanno parte l’avv. Maddalena Claudia del Re, l’avv. Gianmarco Cesari, presidente dell’Osservatorio Vittime L.I.D.U, la dott.ssa Aura Nobolo, presidente dell’osservatorio Onerpo per il rispetto delle pari opportunità, la giornalista Daniela Brancati, già direttrice del Tg3 e prima donna a dirigere un telegiornale nazionale, Milena Carone dell’UDI, Unione Donne in Italia, la prof. Anna Rossi, docente universitaria già componente Consulta Donne Idv, e la presidente di Eudonna, Giovanna Sorbelli.
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DALLA STAMPA ESTERA
Wanda Montanelli es una defensora de la igualdad de la mujer en la sociedad y lleva 36 dias en una huelga de hambre
Wanda Montanelli es una defensora de la igualdad de la mujer en la sociedad italiana. Hoy, cumple 36 días su huelga de hambre en protesta por el “machismo político” y “mediático” de su país, según denunció en rueda de prensa.
Montanelli, pertenece al partido Italia de los Valores, IDV, dijo sentirse relativamente bien físicamente, pero “mejor de espíritu” y afirmó estar “muy determinada” a continuar con su protesta “hasta obtener resultados”.
Lo que Montanelli busca es que los medios de comunicación italianos “llamen la atención” sobre la situación de la mujer en Italia. Agregó que bastaría con celebrar un debate televisivo en hora de máxima audiencia con el presidente de su partido, el juez Antonio Di Pietro, para que explique por qué IDV tendrá sólo tres mujeres, quizá cuatro, entre los 43 candidatos que han obtenido escaño en las últimas elecciones, un porcentaje de mujeres de entre el 7 y el 11%, que hace a su partido “particularmente machista”.
Sin embargo, las cifras no son mucho mejores en otras formaciones políticas del país, donde no ha habido reacción alguna a las declaraciones del futuro primer ministro, Silvio Berlusconi, quien dijo que el nuevo Gobierno español es “demasiado rosa”, al tener mayoría de ministras en su gabinete.
Según la asociación feminista italiana Arcidonne, en las últimas elecciones han sido elegidas 188 diputadas y senadoras de 945 parlamentarios, lo que representa un 19,8%, apenas un 1,7% más que en las anteriores. Se trata de una mejora que permitirá a Italia pasar del puesto setenta al puesto cincuenta de la clasificación mundial, aunque permanece en el último lugar de la Unión Europea.
“El poder político en Italia es machista, porque los hombres saben que cuando una mujer da un paso hacia adelante, ellos tienen que dar uno atrás”, explicó Montanelli.
Si para Berlusconi el Gobierno español es “demasiado rosa” para Montanelli es un “ejemplo”, porque allí -dice- la sociedad cuenta “con hombres inteligentes” que se han dado cuenta de que el mundo está compuesto por ambos sexos.
La defensora de los derechos de la mujer aseguró que la diferencia entre Italia y España es “abismal” y citó también a Noruega y Francia como modelos a seguir.
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