di Licia Canton Frecciaa 20 - LE 
 NOSTRE DONNE SCRITTRICI
cantonli@cusmano.com

da Letteratura canadese e altre culture

(segue sotto la versione inglese del testo: traduzione italiana di Egidio Marchese)

Negli ultimi anni ho organizzato una mostra di pubblicazioni letterarie alla Settimana Italiana di Montreal. Poche persone vanno a un “festival” per vedere libri o riviste; piuttosto preferiscono assistere alle sfilate di moda o a spettacoli di musica in diretta. Alcuni mi hanno detto apertamente che gli italocanadesi non leggono. Direi invece che forse non molti leggono i loro propri scrittori. Infatti, molti degli italocanadesi che hanno visitato il chiosco non sapevano che la comunità avesse il proprio corpus di letteratura; altri non distinguevano tra scrittori italiani e scrittori italiani canadesi. Non avevano sentito parlare di Caterina Edwards, Carmine Starnino, Darlene Madott o Peter Oliva. Potranno aver visto alla televisione il film Lives of the Saints, con l’attrice Sofia Loren, ma non sapevano o ricordavano che il film era tratto dalla trilogia di Nino Ricci.
Secondo il censimento del 2001, 4,30% della popolazione del Canada (1,272,835 persone) hanno dichiarato che la propria origine era italiana e 1,66% hanno affermato che l’italiano era la loro lingua materna (Statistics Canada). Autori come Robert Harney, Bruno Ramirez e John Zucchi hanno studiato la storia della comunità italocanadese. L’immagine dominante degli immigrati italiani in Canada è quella di lavoratori di scarsa educazione, che hanno lasciato la patria afflitta dalla miseria del dopoguerra alla ricerca di un futuro migliore per i loro figli. La prima generazione è riconosciuta molto spesso come quella di lavoratori che hanno dato il loro contributo manuale al Canada: hanno costruito case, grattacieli, ponti e ferrovie. Attraverso il duro lavoro e la loro determinazione, molti immigrati hanno dato ai loro figli l’opportunità di avere successo in aree dove era loro negata ogni possibilità di riuscire: nell’istruzione, la medicina, la legge, il mondo degli affari e dell’arte.
Forse fu a causa dell’suointeresse ristretto a conquistare il successo materiale, che la maggioranza degli italocanadesi ha trascurato di prestare attenzione all’energia creativa della propria comunità. Con questo non si vuol dire che gli italiani canadesi non siano interessati alle espressioni artistiche, essi infatti valorizzano le opere artistiche realizzate in Italia, ma tendono purtroppo a trascurare i loro propri artisti e scrittori nati e cresciuti in Canada. Secondo la studiosa di storia dell’arte Anna Carlevaris, gli italiani canadesi “debbono valorizzare gli artisti locali, non solo quelli dell’Italia, non solo i noti ‘maestri’ come Da Vinci e Michelangiolo, ma anche i nuovi e controversi artisti” (Carlevaris 2003).
Nella nostra storia dell’emigrazione, c’è anche il nostro contributo artistico e letterario al Canada. Perseguire una carriera professionale di scrittore o artista è una sfida in sé e ancor più in seno alla propria comunità italocanadese. Certamente, gli studiosi di storia e i critici letterari dovranno darsi più da fare a mettere in enfasi il valore dei lavori degli scrittori e artisti italocanadesi. Allo stesso tempo l’attitudine della comunità italocanadese si dovrà evolvere: dovrà esserci nei confronti dei propri artisti e scrittori lo stesso orgoglio che c’è per gli uomini d’affari, dottori, avvocati, commercialisti e professori. Le nostre opere creative riflettono la nostra comunità e forniscono una spassionata descrizione di chi siamo: forniscono la percezione interiore delle nostre emozioni e insieme dei nostri interessi e delle nostre aspirazioni come popolo. Gli immigrati del dopoguerra, i loro figli e nipoti hanno creato una nuova cultura – un ponte tra l’Italia e il Canada, e un loro contributo ad ogni aspetto della vita canadese. Gli italocanadesi hanno contribuito in modo particolare alla formazione della letteratura canadese.
Gli italocanadesi hanno giocato un ruolo principale nella scena letteraria canadese anche se il loro corpo di letteratura è relativamente nuovo. Nel 1978 la pietra miliare dell’antologia Roman Candles di Pier Giorgio De Cicco mise in luce gli scrittori italiani canadesi, raggruppati insieme in un volume. E così nacque il campo della letteratura italocanadese!
Canadesi di origine italiana hanno influenzato lo sviluppo della letteratura e della critica letteraria in Canada. Dal 1978 al 2006 è stata in particolare l’uscita di specifiche raccolte, antologie e studi critici – molti in inglese, ma anche in francese e in italiano – che ha dato un impatto rilevante alle voci letterarie della nostra comunità. Menzioniamo i seguenti titoli: La Poesia italiana nel Quebec (1983) di Tonino Caticchio; Quêtes: Textes d’auteurs italo-québécois (1983) di Antonio D’Alfonso e Fulvio Caccia; Italian Canadian Voices (1984) di Caroline Morgan Di Giovanni; Ricordi: Things Remembered (1989) di C.D. Minni e dello stesso Minni con Anna Foschi Ciampolini Writers in Transition (1990); Contrasts: Comparative Essays on Italian-Canadian Writing (1991) e Echo: Essays on Other Literatures (1994) di Joseph Pivato; Social Pluralism and Literary History (1996) di Francesco Loriggio; Ancient Memories/Modern Identities (1998) di Filippo Salvatore; The Anthology of Italian-Canadian Writing (1998) di Joseph Pivato; Pillars of Lace: The Anthology of Italian-Canadian Women Writers (1998) e The Many Faces of Woman (2001) di Marisa De Franceschi; The Dynamics of Cultural Exchange (2002) di Licia Canton; Sweet Lemons (2004) di Venera Fazio e Delia De Santis e con Canton, Writing Beyond History: An Anthology of Poetry and Prose (2006). Un certo numero di riviste nazionali è concentrato su temi di natura artistica e intellettuale, costituendo così un forum per i nostri scrittori: Vice Versa (1983-1997), Eyetalian (1993-1998) e Accenti, The Canadian Magazine with an Italian Accent (dal 2002).
Entro il corpus di letteratura italiana canadese le donne scrittrici, comunque, hanno avuto minore rilievo e si sono evolute più lentamente rispetto alla controparte maschile. Dei diciassetti collaboratori di Roman Candles, per esempio, solo due erano donne: Mary di Michele e Mary Melfi. Nel 1996 la studiosa di letteratura canadese Smaro Kamboureli pubblicò l’importante antologia intitolata Making a Difference: Canadian Minority Writing, dove incluse gli scritti di cinque italocanadesi, di cui solo una era donna: Mary di Michele. Negli anni 1990, comunque, ci furono molte più scrittrici italocanadesi a pubblicare opere di scrittura creativa, come appare in The Anthology of Italian-Canadian Writing (1998), dove ventidue dei cinquanta collaboratori sono donne. Mentre in Italian Canadian Voices del 1984 erano apparsi i contributi di solo cinque donne, nella nuova edizione di prossima pubblicazione la curatrice Caroline Morgan Di Giovanni ha aggiunto lavori di altre donne – incluse Darlene Madott e Isabella Colalillo-Katz, precisando: “I primi racconti di Darlene Madott apparvero alcuni mesi prima di Voices, perciò non fu inclusa, ma voglio essere sicura di avere uno dei suoi racconti questa volta.” (Canton March 25, 2006).
Antonio D’Alfonso, uno dei nostri primi attivisti letterari, afferma che fu “l’egoismo maschile degli scrittori [che] tengono tutto per sé” a essere parzialmente responsabile del lento progresso delle donne della nostra comunità nella sfera letteraria. “Non è più così,” dice, “le donne italiane che sono nate e vivono in Canada e nel Quebec sono protagoniste in gran parte di ciò che la nostra comunità ha da offrire proprio adesso. … Allo stesso modo di come le prime generazioni di uomini scrittori cercarono di collegarsi in un gruppo di intellettuali, così deve succedere con le donne. Infatti, ad essere schietto direi che è precisamente dove gli uomini hanno fallito come scrittori che le donne eccelleranno” (Canton March 19, 2006).
Nonostante il loro lento progredire, le donne hanno innegabilmente giocato un ruolo importante nel portare avanti l’espressione creativa italocanadese. Alle opere di Elena Randaccio e Maria Ardizzi – esaminate nel saggio di Monica Stellin “Pioneer Women in Italian-Canadian Literature,” – si aggiungono oggi le note opere di Caterina Edwards, Gianna Patriarca, Fiorella De Luca Calce, Lilian Welch, di Michele e Melfi. Alcune scrittrici sono meglio conosciute negli ultimi dieci anni, anche se hanno scritto da più lungo tempo. Menzioniamo Lisa Carducci and Elettra Bedon (che scrivono in italiano); Bianca Zagolin, Carole David, Rita Amabili-Rivet (in francese); Genni Gunn e Darlene Madott (in inglese). Queste donne molto prolifiche, come pure tante altre, hanno un seguito di lettori sia entro la comunità italocanadese che al di fuori. Negli ultimi anni c’è stato un notevole aumento di libri scritti da donne italocanadesi. Alcuni dei recenti titoli sono: Yoshua (2005) e L’évangile en tableaux (2005) di Bedon; Guido (2004) di Amabili-Rivet; L’année sauvage (2006) di Zagolin; Histoires Saintes (2001), Terra vecchia (2005) e Unholy Stories (2005) di David; Joy, Joy Why Do I Sing (2004) di Madott; Tenor of Love (2005) di Di Michele; Invisible Woman (2003) e What My Arms Can Carry (2005) di Patriarca; e Hungers (2002) di Gunn. Fra i libri di nuovi autori menzioniamo quello di Sonia Di Placido Vulva Magic (2004), e di Sonia D’Agostino Breathing Ashes (2004).
È essenziale che le nostre donne – se non lo abbiano già fatto – portino le loro opere letterarie scritte al successivo livello della pubblicazione nella forma di libri. Una scrittrice di racconti come Delia De Santis, per esempio, ha pubblicato ampiamente in riviste e antologie. Con trenta racconti a suo credito, il prossimo passo cruciale è quello di mettere insieme questi lavori e pubblicarli in un libro.
Il fondatore e editore di Guernica Editions, Antonio D’Alfonso, fa una distinzione molto importante tra riviste e libri pubblicati. “Le riviste servono ad annunciare i prossimi libri e recensire quello ch’è stato fatto. Le riviste sono importanti, ma quello che resta sono i libri. I libri sono il centro. Se non ci sono libri, non c’è un corpus.” Va da sé che questi libri debbono essere recensiti e Joseph Pivato insiste a dire: “Accademici e studiosi debbono pubblicare più articoli sugli scrittori italiani-canadesi sia in riviste canadesi che in riviste internazionali” (Canton March 29, 2006). Per dare una maggiore rilevanza agli scrittori italocanadesi, sia donne che uomini, “abbiamo bisogno di più sostegno da parte di accademici che insegnano letteratura italiana e canadese. Essi debbono inserire alcuni di questi scrittori nei corsi dei collegi e università, affinché gli studenti vengano a conoscenza di questi autori e delle loro opere … La fiducia nell’istruzione è quel che farà diffondere la conoscenza di questi scrittore in una più vasta comunità. (March 19, 2006).

1 agosto 2006

OPERE CITATE
-Canton, Licia. “A Conversation with Antonio D’Alfonso.” Unpublished interview, Montreal, March 19, 2006.
-“A Conversation with Caroline Morgan Di Giovanni.” Unpublished interview. March 25, 2006.
-Carlevaris, Anna. “Young Artists’ Interpretations of the Immigrant Experience.” presentation at Casa D’Italia, Montreal’s Italian Week, August 2003.
-Carlevaris, Anna and Licia Canton, eds. Rebus: Artists and Writers in Dialogue. Ottawa: BuschekBooks, forthcoming.
-De Cicco, Pier Giorgio, ed. Roman Candles. Toronto: Hounslow, 1978.
– De Franceschi, Marisa. ed. Pillars of Lace: The Anthology of Italian-Canadian Women Writers. Toronto: Guernica Editions, 1998.
-The Many Faces of Woman. Sarnia, Ont.: River City Press, 2001.
-Hancock, Geoff, ed. Pure Fiction. Toronto: Fitzhenry & Whiteside, 1986.
-Kamboureli, Smaro, ed. Making a Difference: Canadian Minority Writing. Oxford: Oxford University Press, 1996.
-Minni, C. Dino, ed. Ricordi/Things Remembered, Montreal: Guernica Editions, 1989.
-Statistics Canada Web Site: http://www.statcan.ca/start.html, January 2003.
– Stellin, Monica. “Pioneer Women in Italian-Canadian Literature,” in Pillars of Lace: The Anthology of Italian-Canadian Women Writers. Edited by Marisa De Franceschi. Toronto: Guernica Editions, 1998.
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Licia Canton, nata a Cavarzere (Venezia), è arrivata a Montreal nel 1967. Ha studiato all’Università McGill (BA, MA), poi ha completato un dottorato di ricerca (PhD) in letteratura canadese all’Université de Montréal. Da oltre dieci anni si occupa di letteratura delle minoranze canadesi ed in particolare di quella italo-canadese. È stata relatrice a numerose conferenze e ha pubblicato vari articoli, oltre ad aver curato cinque libri: The Dynamics of Cultural Exchange: Creative and Critical Works, Adjacencies: Canadian Minority Writing (con D. Beneventi & L. Moyes), Writing Beyond History (con De Santis & Fazio), Rebus: Artists and Poets in Correspondence (con Anna Carlevaris) e Antonio D’Alfonso: Essays on His Works. Dal 1998 al 2002 è stata parte dell’esecutivo dell’Associazione Scrittori/Scrittrici Italo-Canadesi, prima come responsabile del Bollettino e poi come vicepresidente. Ora sta preparando la pubblicazione di un libro dei suoi racconti intitolato The Butcher’s Daughter ed è direttrice della nuova rivista nazionale in lingua inglese, “ACCENTI: The Canadian Magazine with an Italian Accent.” See: www.accenti.ca

ancora di Licia Canton: Intervista a Delia De Santis – Quattro racconti di Delia De Santis

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Our Women, Our Writers
Licia Canton
cantonli@cusmano.com

Over the past few years I have managed a booth of iterary publications at Montreal’s Settimana Italiana. Few people go to a “festival” to look at books or magazines; they’d rather see the fashion show or the live musical performances. Someone told me bluntly that Italian Canadians do not read. I would qualify that by saying that perhaps not many read their own writers. In fact, many of the Italian Canadians who visited the booth were not aware that the community has its own literary corpus; others did not distinguish between Italian writers and Italian Canadian writers. They had not heard of Caterina Edwards, Carmine Starnino, Darlene Madott or Peter Oliva. They may have seen the made for TV film Lives of the Saints, starring Sofia Loren, but they did not know or remember that the movie is based on Nino Ricci’s trilogy.
According to the 2001 Census, 4.30% of Canada’s population (1,272,835 people) give Italian as their ethnic origin and 1.66% say that Italian is their mother tongue (Statistics Canada). Italian Canadian history has been documented in works by Robert Harney, Bruno Ramirez and John Zucchi. The dominant image of Italian immigrants to Canada is that of poorly educated labourers who left a poverty-stricken postwar homeland in search of a better future for their children. The first generation is most often recognized for its physical contribution to Canada: they are the builders of homes, skyscrapers, bridges and railways. Through their hard work and determination, many immigrants gave their children opportunities to succeed in areas where they could not: in education, medicine, law, business and the arts.
Perhaps because of their single-mindedness to succeed materially, the majority of Italian Canadians has been less attentive to the creative energy of its community. This is not to say that Italian Canadians are not interested in the arts but, sadly, they tend to value the artistic works originating in Italy and overlook their own Canadian-born/raised artists and writers. According to art historian Anna Carlevaris, Italian Canadians “need to value local artists not just those in Italy, not just familiar ‘masters’ like Da Vinci and Michelangelo, but the new and controversial artists too” (Carlevaris 2003).
Beyond our history of emigration, there is our artistic and literary contribution to Canada. Pursuing a career as a professional writer or artist is challenging in itself, and all the more so within the Italian Canadian community. Certainly, much needs to be done by art historians and literary critics to emphasize the value of works by Italian Canadian artists and writers. At the same time, the attitude of the Italian Canadian community must evolve: there ought to be as much pride for its artists and writers as there is for its businesspeople, doctors, lawyers, accountants, professors. Our creative works mirror our community and give an impassioned depiction of who we are: they provide an insider’s perspective on our emotions as well as insights into our aspirations as a people. Postwar immigrants, their children and grandchildren have created a new culture – one that bridges Italy and Canada – while contributing to all aspects of Canadian life. In particular, Italian Canadians have helped shape Canadian literature.
Italian Canadians have played a major role on the Canadian literary scene even though their body of literature is relatively new. In 1978, Pier Giorgio De Cicco’s landmark anthology Roman Candles gave visibility to Italian-Canadian writers by bringing them together within one volume. And so was born the field of Italian-Canadian literature!
Canadians of Italian origin have influenced the evolution of literature and literary criticism in Canada. From 1978 to 2006 in particular, the appearance of specific collections, anthologies and critical studies – mostly in English but also in French and Italian – has had an important impact on the visibility of our community’s literary voices. Some of these titles include Tonino Caticchio’s La Poesia italiana nel Quebec (1983), Antonio D’Alfonso’s and Fulvio Caccia’s Quêtes: Textes d’auteurs italo-québécois (1983), Caroline Morgan Di Giovanni’s Italian Canadian Voices (1984), C.D. Minni’s Ricordi: Things Remembered (1989) and, with Anna Foschi Ciampolini, Writers in Transition (1990), Joseph Pivato’s Contrasts: Comparative Essays on Italian-Canadian Writing (1991) and Echo: Essays on Other Literatures (1994), Francesco Loriggio’s Social Pluralism and Literary History (1996), Filippo Salvatore’s Ancient Memories/Modern Identities (1998), Joseph Pivato’s The Anthology of Italian-Canadian Writing (1998), Marisa De Franceschi’s Pillars of Lace: The Anthology of Italian-Canadian Women Writers (1998) and The Many Faces of Woman (2001), Licia Canton’s The Dynamics of Cultural Exchange (2002), Venera Fazio’s and Delia De Santis’ Sweet Lemons (2004) and, with Canton, Writing Beyond History: An Anthology of Poetry and Prose (2006). A number of national magazines have focussed on issues of an artistic and intellectual nature, thus providing a forum for our writers: Vice Versa (1983 to 1997), Eyetalian (1993 to 1998) and Accenti, The Canadian Magazine with an Italian Accent (since 2002).
Within the literary corpus of Italian Canadian literature, however, women’s writing has been less visible and has evolved at a slower pace than that of their male counterparts. Of the seventeen contributors to Roman Candles, for instance, only two are women: Mary di Michele and Mary Melfi. In 1996, Canadian literary critic and scholar Smaro Kamboureli published an important anthology titled Making a Difference: Canadian Minority Writing; she included the works of five Italian Canadians but only one is a woman – Mary di Michele. In the 1990s, however, there were many more Italian Canadian women writing and publishing their creative works as evidenced in The Anthology of Italian-Canadian Writing (1998): twenty-two of the fifty contributors are women. Whereas works by only five women appeared in Italian Canadian Voices in 1984, editor Caroline Morgan Di Giovanni has added writing by other women – including Darlene Madott and Isabella Colalillo-Katz – to her updated forthcoming edition. “Darlene Madott’s first stories came out just a few months after the first Voices so she was not included then, but I wanted to be sure to have one of her new stories this time” (Canton March 25, 2006).
Antonio D’Alfonso, one of our early literary activists, suggests that the “selfishness of male writers” who “kept everything to themselves” is partially responsible for the slower progression of our community’s women within the literary sphere. “This is no longer the case,” he says, “Italian women born or living in Canada and Quebec are responsible for most of what our community has to offer right now. … The same way the earlier generations of male writers tried to bridge themselves into an intellectual group, the same must happen with women. In fact, if I may be blunt I would say that it is precisely where the male writers failed that women will excel. … If there is a future for our community it is in the presence of women intellectuals and artists” (Canton March 19, 2006).
Despite their slower progression, women have undeniably played an important role in bringing the Italian Canadian creative expression to the foreground. The works by Elena Randaccio and Maria Ardizzi discussed in Monica Stellin’s essay “Pioneer Women in Italian-Canadian Literature,” were followed by the now better known works by Caterina Edwards, Gianna Patriarca, Fiorella De Luca Calce, Lilian Welch, di Michele and Melfi. Some women writers have become better known in the last ten years even though they’ve been writing for longer. These include Lisa Carducci and Elettra Bedon (in Italian); Bianca Zagolin, Carole David, Rita Amabili-Rivet (in French); Genni Gunn and Darlene Madott (in English). These very prolific women, as well as many others, have an audience outside the Italian Canadian community as well as within. Over the last few years there has been a visible increase in authored books by Italian Canadian women. Some of the recent titles include Bedon’s Yoshua (2005) and L’évangile en tableaux (2005), Amabili-Rivet’s Guido (2004), Zagolin’s L’année sauvage (2006), David’s Histoires Saintes (2001), Terra vecchia (2005) and Unholy Stories (2005), Madott’s Joy, Joy Why Do I Sing (2004), di Michele’s Tenor of Love (2005), Patriarca’s Invisible Woman (2003) and What My Arms Can Carry (2005) and Gunn’s Hungers (2002). Books by new writers include Sonia Di Placido’s Vulva Magic (2004) and Sonia D’Agostino’s Breathing Ashes (2004).
It is essential for our women, who have not yet done so, to take their literary production to the next level by publishing their work in book form. Short-story writer Delia De Santis, for instance, has published vastly in magazines and anthologies. With twenty-five published stories to her credit, the crucial next step is to collect these and publish a book.
Founder and editor of Guernica Editions, Antonio D’Alfonso makes a very important distinction between publishing in magazines and publishing books: “Magazines are for announcing upcoming books and for reviews of what has been done. Magazines are fine, but books are what remain. Books are the centre. If there are no books, there is no corpus” (March 19, 2006). It goes without saying that these books must be reviewed and, as literary critic Joseph Pivato insists, “Academics and scholars need to publish more articles on Italian-Canadian writers in both Canadian journals and in international journals” (Canton March 29, 2006). In order to give more visibility to Italian-Canadian writers, both men and women, “we need more support from academics who teach Italian and Canadian literature. They need to put some of these writers on college and university courses so that students become aware of these authors and their works. … The educational thrust is what will make these writers better known in the wider community” (March 29, 2006).

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