La condizione dell’emigrante è problematica anche oggi. La sua situazione precaria lo rende fragile e vulnerabile. Ogni piccolo intoppo appare gigantesco. Ogni piccolo segno di simpatia appare grandioso ed esaltante. La sensibilità è enormemente acuita. Il rischio della disumanizzazione è molto forte, ma è altrettanto forte, per fortuna, la possibilità di umanizzarsi, di evolvere. L’intelligenza può essere enormemente acuita. Si può sviluppare l’arte di saper cogliere occasioni al volo, perché rari sono i momenti di grazia.
Decisamente non è una situazione leggera da sopportare, ma può essere un’ulteriore lezione di vita.
da Toronto il 16 aprile 2005, Antonia Chimenti
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