cdf - LE 
 SFIDE DELLA CLASSE DIRIGENTE FEMMINILE

Fare rete. Uomini e donne, nord e sud del mondo, governi e cittadini. Ma soprattutto donne con donne. «Solo così possiamo vincere responsabilmente le sfide che la società ci sta ponendo». Per Lella Golfo, presidente della fondazione Marisa Bellisario, siamo tutti legati a filo doppio, un messaggio che è stato al centro del dibattito della XVI edizione di «Donna Economia & Potere», tenutasi a Milano i primi di ottobre, dedicato alla «Scienza delle donne per cambiare il Pianeta». Energia e ambiente, nutrizione, educazione e economia positiva sono solo alcuni dei temi su cui si sono confrontate Diana Bracco, vice presidente di Confindustria per la Ricerca e Innovazione, Livia Pomodoro, magistrato, presidente del Milan Center For Food Law And Policy, e oltre 300 imprenditrici, manager e professioniste.
«Una piattaforma di dialogo per delineare le strategie di crescita e sviluppo. Ancora una volta, il nostro seminario si conferma un punto di riferimento costruttivo, inclusivo e vincente per il Paese». Il tema che sta più a cuore a Lella Golfo sono le nuove tecnologie: «Rappresentano il nostro futuro. O ci si adegua o si rimane indietro». In Italia, sostiene Golfo, l’agenda digitale è un’occasione di trasformazione essenziale per raggiungere i grandi obiettivi della crescita, occupazione, della qualità della vita, della modernizzazione.
«Una rivoluzione che rischia di lasciar fuori le donne, fin dai banchi di scuola. In Italia, le ragazze che s’iscrivono alle facoltà scientifiche sono meno del 40%, mentre quelle che seguono studi umanistici sono l’80%. Solo una donna su due è cittadina digitale e circa la metà rimane fuori dalla Rete».
Un divario culturale gravissimo, che può sbarrare la strada al futuro, perché il mercato e le aziende oggi richiedono soprattutto competenze tecnologiche. Altro segnale preoccupante: le start up innovative al femminile sono appena il 10%. «Quello che la Fondazione Marisa Bellisario può fare è supportare le donne che decidono di prendere questa strada sostenendole nello sviluppo dei progetti e nell’orientamento, ma non è sufficiente da solo».
Ecco perché dal palco del convegno è stato lanciato un appello direttamente al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini perché si corregga la tendenza che porta, per un retaggio culturale ormai sorpassato, le ragazze a iscriversi a facoltà umanistiche incoraggiandole a scegliere una strada scientifica.
«Tutte le ricerche concordano nel dire che le donne studiano di più e sono più preparate. Sono la maggioranza alla guida delle imprese sociali, sempre più numerose al comando delle aziende pubbliche e private». Grazie alla legge 120/2011 oggi in Italia rappresentano già il 28% dei consigli di amministrazione, una norma bipartisan fortemente voluta dalla stessa Lella Golfo (all’epoca deputata Pdl) e da Alessia Mosca (Pd). Grazie alla legge Golfo-Mosca gli organi sociali delle società quotate sono stati rinnovati riservando una quota di almeno un quinto dei propri membri alle donne.
«In questo modo abbiamo creato una nuova classe dirigente femminile. Quello che mi aspetto ora è una visione differente da parte dei vertici femminili per affrontare tutte le problematiche che riguardano le donne e il mondo del lavoro, dagli asili nido agli orari. È più di una legge è un progetto che deve coinvolgere tutti e tutte». E per far capire meglio il proprio valore, questa nuova classe dirigente si riunirà il 9 novembre alla sede di Borsa Italiana per gli Stati Generali delle donne nei Cda e nei Collegi Sindacali «Mi auguro che il premier Renzi presenzi. Sarebbe un segnale significativo da parte del governo» (Maria Elena Zanini)

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