di Antonia Chimenti

Nei due articoli “Bush, Camus e la libertà”, “Ippopotami e rinoceronti” mi soffermavo su una nota dolente della nostra società: il conformismo, l’accettazione fatalistica di fatti e idee.
Il quadro era tutto al negativo, ma non additavo colpevoli, la mia era solo una constatazione.
A livello ben più autorevole, uno studioso, il Prof. Mario Tarchi, docente di Scienze Politiche e Comunicazione politica dell’Università di Firenze, in un suo saggio dal titolo Padroni del mondo e dittatori del pensiero, sottolinea l’importanza dei media e la responsabilità degli intellettuali nella propagazione di idee univoche:
“Questa efficienza degli strumenti deputati a orientare e controllare l’opinione del pubblico, capaci di offrire un’immagine di compattezza che alimenta l’autocensura di chi pure coltiva dietro di se’ qualche dubbio, ha tuttavia un risvolto che contrasta con le intenzioni di chi le assicura: producendo comportamenti seriali, ne consente facilmente l’individuazione e la catalogazione. Se ci fossero dosi sufficienti di anticonformismo in giro, esso permetterebbe critiche dei meccanismi di manipolazione delle coscienze attivi in contesti democratici ben più documentate di quelle condotte in altre occasioni da sociologi e giornalisti d’inchiesta”.
Non è mio compito individuare colpevoli e vittime ma, inevitabilmente, si ritorna al punto dolente che ritengo sia ancora quello dell’Educazione e della trasmissione della Cultura.
Se un individuo è educato ai valori morali, ivi compreso quello del corretto uso della libertà, che non deve sconfinare nella licenziosità, se è allenato dalla scuola alla correttezza di un giudizio limpido, oggettivo sui fatti, se è abituato anche ad un esercizio costante di elaborazione personale e di sintesi dei dati e delle informazioni, non potrà soccombere di fronte alle propagande univoche. E` ovvio che solamente genitori ed educatori attenti, motivati e generosi possono esercitare una funzione di guida in questa straordinaria iniziazione alla progressiva conquista della verita`.Questa funzione richiede più impegno oggi, perché implica una selezione nel gran mare delle informazioni e dei messaggi. Le sintesi saranno di volta in volta provvisorie, suscettibili di ampliamenti e di correzioni successive, ma ciò che conta è il metodo, congiunto al principio di onestà che dovrebbe anche essere uno stile di vita.
La persona bene educata in famiglia e nella scuola eserciterà sempre le sue facoltà intellettive per discernere il bene dal male, il vero dal falso e, conseguentemente, nella vita professionale e in quella di relazione osserverà un comportamento corretto, rispettoso delle regole ma libero da condizionamenti.

Categorizzato in: