di Simon Goulart, in “Rivista di Storia e Letteratura religiosa”
Anno XI, n°.2, Firenze, Leo S. Olschki Editore,1975, pp.198-229
di Antonia Chimenti
Una monografia sulla raccolta poetica di Simon Goulart (Senlis 1543 – Ginevra 1628), un eclettico scrittore del Rinascimento francese, più noto come storico delle guerre di religione che si scatenarono in Francia fra cattolici e protestanti
L’ autore esercitò il ruolo i moderatore della Compagnia dei Pastori della Chiesa calvinista di Ginevra e si impegnò nell’opera di moralizzatore severo dei costumi della sua città d’adozione.
p.201
“Nel 1572 [Simon Goulart] ottenne dalla Compagnia dei pastori il permesso di recarsi in Francia per sorvegliare personalmente i suoi interessi in occasione della morte del padre.
Si trovava non lontano da Parigi, quando si scatenò la strage della Saint-Barthélemy; dopo aver avvertito i suoi correligionari di Senlis [Piccardia], rientrò a Ginevra.
L’aver asistito person almente ad un fatto così drammatico conferisce agli scritti storici di Goulart un carattere di maggiore autenticità; non mi sembra però che l’opera poetica risenta in modo visibile della partecipazione diretta del pastore agli eventi del suo tempo […] “
p.227
“le Imitations Chrestiennes si presentano compessivamente come un trattato, che si articola in alcuni temi fondamentali.Il discorso del poeta dalla constatazione della sua drammatica realtà spirituale si estende alla considerazione degli altri uomini, alla riflessione su alcune realtà fondamentali: la vita, la morte, il bene, il male, l’eternità.”
p.228-229
“Nella raccolta [di poemi] trova una concreta realizzazione la poetica essenzialmente didascalica e dotta che [Simon Goulart] ripetutamente proponeva nella sua vasta e multiforme produzione letteraria.
[…] con Goulart si attua […] il superamento dell’intransigenza calviniana nei confronti della mitologia classica e dei modelli stilistici profani; il pastore non rifiuta il patrimonio culturale degli antichi ma assume nei suoi confronti un atteggiamento selettivo; subordina il mito classico ai suoi intenti religiosi e pedagogici”.
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