Nadia Angelini
Vorrei riprendere quel viaggio storico interrotto nell’ultimo articolo ponendo a raffronto Tanaquil, splendida donna etrusca, con la sottomessa e callida Penelope del cui carattere già parlammo.
La storia ci riporta la figura di questa donna che, fautrice del proprio destino, segnò con volontà, capacità emotiva e forza d’animo, la storia di Roma e del periodo in cui Tarquino Prisco, suo marito, da Lei stessa fortemente voluto Re, ne guidò le sorti.
Bellissima questa Regina, alta e procace aveva meravigliosi capelli neri ad incorniciare il volto di un ovale perfetto.
Occhi grandi ed azzurri che seppero sempre leggere, di là ed oltre, ogni altro avrebbe potuto fare.
Donna solare; troppo donna per non essere madre, troppo volitiva per non essere condottiera.
Dotata dell’arte divinatoria, che le derivò dalle sue origini, acconsentiva con magnanimità di leggere nel futuro ed interpretare segni che venivano da cielo e terra, per chiunque avesse mostrato questo bisogno; fosse essa persona importante o l’ultima serva della sua reggia.
Amò appassionatamente il marito ed a lui dedicò la sua prorompente femminilità con l’ardore e la passione che traspariva da ogni suo gesto, verso lui.
E’ rimasta , per ogni storico che se ne sia occupato, stupefacente la sua fermezza nel disporre l’immediato post – mortem dell’uomo che pur aveva amato tanto profondamente nella vita.
Nel dolore della perdita, nell’annientamento del modus in cui questa avvenne, la sua grande volontà seppe infondere a tutti una serenità ed una calma che ella era ben lungi dal provare.
“Tutta la reggia era inondata del sangue di Tarquinio- riportano gli storici:Tanaquil fece ripulire le serve con abbondante acqua e dispose che il popolo non sapesse immediatamente che il Re fosse spirato.”
Il suo trasognato sguardo ceruleo , sebbene in quell’istante desolato, scrutava nei segni che le giungevano dagli dei il giusto percorso da compiere.
Seppe farlo: disse al popolo che il Re, gravemente ferito, aveva affidato la guida temporanea del Regno a Servio Tullio.
Fu così lungimirante da attendere che i sudditi avessero apprezzato la gerenza di quest’ultimo per poi, insieme a lui, annunciare la morte di Tarquinio Prisco.
Tullia, moglie di Tarquinio il superbo, così come riporta Giovenale, si chiederà in seguito come in una sola donna avesse potuto albergare la forza strategica di decidere due troni.
In verità il primo, quello del marito, si crede lo abbia quasi interamente gestito lei, sebbene in ombra. In quanto al Re Servio Tullio ciò accadde, quasi certamente, soltanto nel primo periodo.
Splendida figura di donna, validissima stratega, seppe scegliere il momento giusto per uscire di scena.
La storia stessa, però, si interroga sul motivo per cui, invece, rarissimamente è ricordata per ciò che realmente fu il compito che il destino le assegnò.
Penelope, Regina di Itaca, sembra riportata ai posteri come fedifraga, sebbene tra le righe…tenendo conto anche della grande sottomissione che, se anche non completamente trasparente, le fu comunque attribuita.
Dell’etrusca Tanaquil, esempio e guida di Roma, seppur riconoscendone le grandi virtù si racconta come strega (per la sua preveggenza ) e politica manovratrice di uomini e regni.
Di quest’ultima credo che soltanto Tito Livio abbia saputo leggerne i tratti più autentici consegnandola al mondo nella radiosa luce di una femminilità che , malgrado la fermezza e lungimiranza di carattere, fu davvero straripante.
Nadia Angelini
Commenti