PER UNA STORIA DELLA LETTERATURA EROTICA FEMMINILE
(dalla rivista GENIODONNA – settembre/ottobre 2011)
di Alina Rizzi

Scrivere in rosso, ossia scrivere d’amore e passione, di fantasie erotiche e giochi trasgressivi, di curiosità sfrenate e di incontri proibiti.
Scrivere quindi libri erotici, anche detti: pornografici. Ma esiste forse una differenza tra i due generi? E, se esiste, quale potrebbe essere?Si dovrebbe rispondere, come il grande Woody Allen, che “la pornografia é l’erotismo degli altri” e chiudere brillantemente il discorso. Ma, volendo approfondire, appare molto interessante il parere della scrittrice Dacia Maraini, estrapolato da una vecchia intervista, per la quale la pornografia sarebbe “la pretesa di separare il sesso dal sentimento facendone uno strumento autonomo di conoscenza e relazione.”
Diciamo allora che se la pornografia può essere, a volte, un puro svago fine a se stesso, consumato il quale si può tornare alla propria vita senza residui emozionali, in campo letterario il libro pornografico è quello che ci permette di distrarci dai problemi e dai dubbi personali, coinvolgendoci quel tanto che basta per regalarci due ore di “libera uscita” dalle consuete abitudini.
Un libro erotico, invece, dovrebbe non solo divertirci e intrigarci, ma anche suscitare fantasie e curiosità, suggerirci percorsi alternativi, farci dubitare delle nostre preferenze o scelte precedenti, prospettarci modi e luoghi più accattivanti. Insomma, dovrebbe risvegliare la nostra attenzione non distrarla, e quindi aprirci ad una conoscenza maggiore dell’argomento, che evidentemente non è il sesso ma l’incontro intimo di due individui.
Può capitare dunque che uno scrittore o una scrittrice, nel tentativo di fare dell’erotismo, ottengano soltanto pornografia, oppure che volutamente decidano di scrivere un libro di puro e disimpegnato intrattenimento. Perché indignarsi? Si sono pubblicate e si pubblicano ancora tonnellate di libri d’amore che non hanno altro scopo che questo, lo stesso dicasi per certe voluminose saghe storiche di matrice inglese. Nessuno se ne lamenta, giustamente. E’ ora quindi di accettare la letteratura erotica come un genere tra gli altri, che può essere più o meno ben confezionata.
Se vogliamo essere franchi, anche molti racconti di Anais Nin sono semplicemente pornografici: alcuni assomigliano ad un catalogo di peripezie erotiche poco probabili, altri si impegolano con la massima leggerezza in argomenti scottanti come l’incesto e la violenza carnale. Ciò nonostante Anais Nin viene considerata una scrittrice di tutto rispetto. Il confine è labile quindi, e soltanto quarant’anni fa una donna che scriveva del proprio desiderio di fare l’amore era una donna scandalosa, addirittura una strega, come ribadiva la trasgressiva poetessa americana Anne Sexton negli anni ‘70:
In giro sono andata, strega posseduta / ossessa ho abitato l’aria nera, padrona della notte;/ sognando malefici, ho fatto il mio mestiere / passando sulle case, luce dopo luce:/
solitaria e folle, con dodici dita./ Una donna così non è una donna./ Come lei io sono stata.
O come ribadiva la scrittrice Erica Jong:
E’ lei la donna che inseguo. / Ogni volta che entro in una stanza / lei c’è già stata-/
con capelli che odorano di leoni e tigri,/ con un abito più nero dell’inchiostro di seppia,/
con scarpe che guizzano come lucertole / sopra il grano ondeggiante del tappeto…
Non è vergine né madonna./ Le sue palpebre sono rosse./ Va a letto con tutti.
Pare evidente che le donne sanno benissimo cosa vogliono quando si tratta di sesso, e se trovano il coraggio di esprimerlo –non necessariamente in un libro- lo fanno spesso senza inibizioni. In letteratura si va allora dall’apoteosi della “scopata senza cerniera” lanciata da Erica Jong con “Paura di volare” nel lontano 1973 ( un libro che Henry Miller definì “la controparte femminile di Tropico del Cancro”) al più recente “Vita sessuale di Catherine M.” di Catherine Millet, dove di tutto si purchè, purchè legato al sesso. Dalle confessioni ad occhi spalancati di aspiranti lolite del sud d’Italia, alle preziose e disinibite quartine di poetesse affermate come Patrizia Valduga .
Insomma libri diversi senz’altro, a volte molto sensuali a volte dichiaratamente pornografici, ma rigorosamente “al femminile”, come quelli che elenchiamo di seguito. Una scelta di “classici” del genere, che hanno saputo attraversare i secoli.

CLASSICI DELL’EROTISMO FEMMINILE
“Esprimere liberamente quanto appartiene alla sfera delle abitudine sessuali è il coraggio più grande che possiamo trovare in uno scrittore” diceva Apollinaire, e sicuramente si può non condividere il suo pensiero ma, come dare torto ad Oscar Wild quando affermava:
“Non esistono libri morali o immorali. I libri o sono scritti bene o sono scritti male. Questo è tutto”?
Quello che segue è un breve “catalogo” di libertinaggi cartacei, al femminile naturalmente, dove la più lirica poesia può confondersi con una sofisticata manualistica e il best-seller della trasgressione ( per l’epoca) con un epistolario galante dai contenuti ancora attuali, seguendo l’unico filo conduttore del desiderio “spudoratamente” dichiarato.

SAFFO (VII secolo a.C.) poesie e frammenti.
E ‘ la prima poetessa erotica della storia, canta il fuoco nei sensi e l’amore omosessuale.

ROSVITA ( 950 d.C. circa) drammi e leggende.
La prima poetessa di nazionalità tedesca. Vissuta in un convento, fedelissima al voto della castità, scrisse storie molto trasgressive descrivendo realisticamente scene di sesso che non poteva aver vissuto.

ELOISA (1101-1164) lettere ad Abelardo.
Monaca a diciotto anni, per compiacere l’amante gli scrisse lettere appassionate e cariche di sensualità, affrontando l’argomento scottante della sua falsa vocazione religiosa.

MARGHERITA DI NAVARRA (1492-1549) “Storia degli amanti fortunati”.
Con un tono erudito e senza alcuna grossolanità racconta tutti gli aspetti dell’amore, prediligendo il tema erotico e senza omettere argomenti classici come l’incesto e il sadismo.

LOUISE LABE’ (1524-1566) elegie e sonetti.
Poetessa colta e di buona famiglia scandalizzò con le sue composizioni traboccanti di abbandoni erotici e di desideri che dichiarava legittimi nonostante i severi divieti morali dell’epoca.

APHRA BEHN (1641 –1689) “ Oroonoko” e romanzi vari.
Antesignana di un nuovo universo letterario che descrive il desiderio amoroso femminile con un linguaggio maschile, fu la prima scrittrice professionista in grado di mantenersi pubblicando libri che, all’epoca, vennero accusati di oscenità.

FELICITE’ de CHOISEUL-MEUSE ( inizio XIX secolo) “Julie, ou j’ai sauvè ma rose”
Con lo pseudonimo Madame de C… firmò diversi libri erotici che portavano la seguente epigrafe “Per leggermi, nascondetevi bene.” In “Julie” narra le intime avventure di una giovane donna che prima dei trent’anni riesce a collezionare una vasta gamma di avventure sessuali senza perdere la verginità.

CELESTE MOGADOR (1824-1909) “Memories de Celeste Mogador”
L’autrice racconta la propria storia di prostituta divenuta poi donna di spettacolo e in fine moglie di un diplomatico. Il libro ricorda il romanzo “Moll Flanders”.

MADAME DI MANNOURY D’ECTOT ( fine XIX secolo ) Vari romanzi.
Il più famoso romanzo di questa autrice si intitola “ Le Cousines de la Colonelle” e inizialmente fu attribuito a Maupassant. Ebbe grande successo per il ricco campionario di scene erotiche trattate, che vanno dalla flagellazione, agli incontri omosessuali, al sesso di gruppo.

SIDONIE COLETTE (1873-1954) I famosi romanzi intitolati “Claudine…”
All’inizio del secolo scorso Colette pubblicò tutta una serie di romanzi, in parte autobiografici, che narravano le vicende sentimentali e galanti della giovane Claudine e le diedero immediato successo. Negli anni continuò ad occuparsi di temi scottanti come l’omosessualità e la frigidità femminile.

RACHILDE (1860-1953) romanzi vari.
Dichiaratamente omosessuale, al punto da vestirsi perennemente da uomo, e appassionata di occultismo pubblicò molti romanzi di successo su temi scabrosi e macabri, tra cui il famoso “Monsieur Venus”.

DJUNA BARNES (1892- 1982) Romanzi, racconti e poesie.
Affascinante e raffinata donna di mondo scrisse storie impregnate di un erotismo decadente e cerebrale, dando largo spazio alle passioni più intime e istintive delle sue eroine.

ANAIS NIN (1903-1977) Romanzi, racconti e diari.
Oltre ai due volumi di racconti strettamente erotici che scrisse per denaro, la celebre autrice attinse ai propri sterminati diari per tutti i suoi romanzi: da “La casa dell’incesto” a “Collages” a “Scale di fuoco”. Della relazione con Henry Miller si può leggere “Henry and June” che raccoglie le pagine censurate che la scrittrice dedicò all’uomo e alla moglie June.

PAULINE REAGE (1954 data di pubblicazione del romanzo) “Histoire d’O”
Con lo pseudonimo Pauline Reage una misteriosa letterata pubblica nel 1954 uno
scabrosissimo romanzo sul tema del sodomasochismo, tutt’oggi considerato uno dei testi erotici più trasgressivi.

EMMANUELLE ARSAN (1967 data di pubblicazione del romanzo) Emmanuelle.
Sotto lo pseudonimo Emanuelle si nasconde Madame Marajat autrice del famoso libro e di tutta la serie che ne seguì, in cui si narrano le avventure autobiografiche di una giovane donna senza inibizioni e dominata da una sana quanto inesauribile sete di avventure sessuali nell’esotico panorama thailandese. Il romanzo diede l’avvio ad un ricco filone cinematografico.
Negli anni ’70 del secolo scorso, in America appare la poesia “confessional”, da cui nasceranno Erica Jong e Anne Sexton per esempio, scrittrici che non fecero più mistero dei loro desideri più intimi. Ciò che seguì è storia recente.

Alina Rizzi
http://www.segniesensi.it

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