(a una festa di carnevale)
Non a caso quel giorno
indossasti un costume
ricco di piume azzurre
come il colore che appartiene al cielo.
Con il petto coperto
dal pettorale dell’Imperatore
che la leggenda vuole
discendente dal Sole.
Senza sapere tu sapevi già
ed aspettavi
ch’io parlassi il linguaggio del tuo mondo
percè volevi ti riconoscessi.
Un mare di parole senza accento
accarezzò il mio cuore… e lo travolse.
Mi ritrovai sull’onda
di chi, da sempre, sa l’uno dell’altra,
in quella dimensione in cui l’Amore
non è di questo mondo.
Ti aspettavo
attraverso il mio vetro colorato
ogni qualvolta
accarezzavo il cielo con lo sguardo?
Non sorridere Amore se ti dico
che noi eravamo amanti già nel Sole!
Il nostro Mondo è ricco di cose troppo belle
per amare un Amore
che non sia già vissuto fra le stelle!
Amore che consola sei tornato
per consolarmi ancora….
e la paura della mia paura
l’hai stretta fra le braccia forte a te.
Tu mi riscatterai di quegli errori
confusi nel passato per amori:
il resto, tutto è stato già pagato.
Questa sarà per me l’ultima Favola
che mi racconterò fino allo spasimo…
devo tornare a credere
che il contenuto della Vita mia,
come zavorra,
nessuno mai potrà buttarla via!
Gabriella Quattrini
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