“Ormai sono più forti degli antibiotici”
di Michele Bocci

Allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità: “Un pericolo come il riscaldamento globale”. In Europa 25mila persone muoiono ogni anno perché le penicilline non curano più

IL BATTERIO killer si nasconde negli ospedali e ha imparato a scappare dagli antibiotici. Sta diventando imprendibile e rappresenta ormai un’emergenza globale, tanto che gli infettivologi non esitano a parlare di pandemia. L’Italia non è esclusa dall’allarme klebsiella pneumoniae, un micro organismo capace di uccidere circa il 40% delle persone che colpisce. e LO FA prevalentemente nei letti di rianimazione e di chirurgia. In quasi un terzo dei casi i medicinali non riescono a fermarlo perché sta modificando le sue caratteristiche. Ha cioè sviluppato una farmaco-resistenza. L’incapacità sempre maggiore dei medicinali di fronteggiare i batteri rappresenta uno dei problemi della sanità mondiale. La responsabile del sistema sanitario inglese, Dame Sally Davis ha usato di recente un esempio molto chiaro per dare il senso dell’emergenza: “Gli antibiotici perdono la loro efficacia a un ritmo che è insieme allarmante e irreversibile, simile al riscaldamento globale”.
Si stima che in Europa 25mila persone muoiano ogni anno perché le penicilline e i loro derivati non curano più.
La klebsiella, arrivata in Europa dall’India passando dall’Inghilterra, è solo il batterio che in questo momento preoccupa maggiormente, del resto nel nostro paese la sua resistenza ai farmaci è passata dall’1,6% nel 2009 al 27% del 2011, come dicono dall’Aifa. E per l’anno in corso si sarebbe superato il 30%. Ma ci sono altri microrganismi, sempre in campo ospedaliero, che stanno diventando un problema. L’escherichia coli e lo staffilococco aureo, ad esempio. Così Oms e Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie mettono in guardia tutti gli Stati.
“Si usano troppi antibiotici in modo non appropriato e i batteri sviluppano resistenze perché imparano a conoscere le nostre armi”, spiega Giovanni Rezza, esperto di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. Il problema ha gli sbocchi più drammatici negli ospedali, dove le infezioni sono molto diffuse e colpiscono persone particolarmente fragili, ma riguarda anche il territorio.
“I ceppi resistenti in circolazione aumentano a tutti i livelli”, dice sempre Rezza. Colpa di prescrizioni dei medici sbagliate, di terapie non portate fino in fondo e soprattutto dell’auto-cura. In tanti prendono gli antibiotici, magari per problemi virali contro cui quei farmaci non possono nulla, senza sentire il dottore. Addirittura c’è chi li compra su internet. In una recente operazione in Umbria, i carabinieri del Nas hanno trovato un laboratorio abusivo fornitissimo in mano ad un giovane chimico. In mezzo a Viagra e anabolizzanti, i prodotti tradizionalmente più acquistati in rete, c’erano pure tre chili di principio attivo puro di pennicilline e simili. L’acquisto online senza ricetta, al di là dei rischi legati alla sicurezza del medicinale, è pericoloso perché allarga le resistenze.
In Inghilterra, dove le farmacie possono vendere in rete certi prodotti, ha di recente destato scalpore la decisione di aprire alla possibilità di farsi spedire a casa proprio gli antibiotici. “Trattandosi di un problema globale – chiude Rezza – se uno o più paesi europei cedono sul principio della necessità della ricetta del medico si rischia di aumentare le resistenze”. L’Aifa è impegnata da anni per ridurre il consumo inappropriato di antibiotici nel nostro paese. Tra poco dovrebbe partire una nuova campagna, realizzata con il ministero. “L’uso eccessivo di questi medicinali e il conseguente sviluppo dell’antibiotico-resistenza – spiega il direttore generale dell’Agenzia italiana per il farmaco, Luca Pani – costituisce un problema di particolare rilievo per la tutela della salute dei cittadini, poiché espone al rischio di non poter più disporre, in un futuro ormai prossimo, di alcuna possibilità di cura per le infezioni. Ciò significa che anche patologie oggi ritenute minori, come ad esempio il giradito, potrebbero diventare temibili”. (24 novembre 2012)

http://www.repubblica.it

Categorized in: