da Delt@ Anno IV, n. 43 del 28 febbraio 2006

Delt@ L’Italia è la maglia nera dei paesi occidentali per le quote rosa in Parlamento: lo ha stabilito una classifica stilata dall’Ipu, l’Unione interparlamentare, presieduta attualmente dal presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. I risultati dell’inchiesta dell’Ipu sono stati presentati ieri alle Nazioni Unite, a New York, in occasione di una serie di manifestazioni dedicate alle donne in vista dell’8 marzo.L’Italia risulta all’89.mo posto su un totale di 187 paesi – subito prima dell’Indonesia, il maggiore paese musulmano del mondo – con una percentuale femminile dell’11,5 per cento alla Camera e dell’8,1 per cento al Senato.
In testa alla classifica sulle donne in parlamento ci sono Ruanda e Svezia, con percentuali superiori al 45 per cento, seguiti da tre altri paesi scandinavi (Norvegia, Finlandia, Danimarca), e quindi da Olanda, Cuba e Spagna. In coda alla classifica troviamo essenzialmente paesi islamici (Iran e quelli del Golfo), oltre ad una serie di stati della Polinesia.
In Europa fanno meno bene dell’Italia paesi come la Romania (91.ma), la Russia (100), Malta (103), l’Ungheria (104), Serbia e Montenegro (112), Albania (115), Armenia ed Ucraina (123), Turchia (127).
Tra i paesi ricchi del G7 fa meno bene dell’Italia solo il Giappone, al 105.mo posto, mentre neppure Francia (85), Stati Uniti (69) e Gran Bretagna (50) ottengono risultati clamorosi.
Complessivamente, la situazione sta migliorando, e i risultati sono buoni nei paesi che sono usciti dai conflitti. Alla fine del 2005 le donne in parlamento erano il 16,3 per cento, contro il 15,7 per cento un anno prima. Nelle elezioni tenutesi nel 2005, un quinto dei parlamentari eletti sono donne.
Paesi islamici come l’Iraq e l’Afghanistan hanno per esempio ottenuto, l’anno scorso, ottimi risultati da questo punto di vista, con percentuali rispettive del 27,3 e del 25,5 per cento.
Per l’Italia erano presenti a New York la ministra per le pari opportunità Stefania Prestigiacomo, che ha preso la parola alla 50.ma sessione della Commissione per le Condizioni della donna, e per il Parlamento italiano la deputata di Forza Italia Monica Baldi. Entrambe interverranno mercoledì ad una riunione sulla parità dei sessi nei Parlamenti, mentre Presigiacomo incontrerà oggi Noeleen Heyzer, il Direttore esecutivo dell’Unifem, il fondo di sviluppo per le donne delle Nazioni Unite.
Nel suo intervento la Ministra ha sottolineato che “è importante che da questa conferenza giungano indicazioni condivise su strategie, anche normative, a livello nazionale ed internazionale e vengano individuati obiettivi da raggiungere per superare il grave gap tuttora esistente fra la presenza femminile nella società e la capacità delle donne di incidere nelle scelte strategiche dei governi e dell’economia. Assumere da parte dell’Onu una decisione politica che indichi strumenti legislativi come le quote di candidature femminili nelle assemblee elettive quali misure efficaci per conseguire gli obiettivi della piattaforma di Pechino – ha affermato – può avere una grande influenza sulle politiche di pari opportunità di tutti i paesi, e suona a conferma della validità della battaglia sostenuta nel nostro paese sulle quote rosa. Riteniamo importante anche porre l’accento sull’esigenza di una formazione ed informazione specifica. Le Pari Opportunità nell’accesso ai luoghi decisionali riteniamo passino da processi di formazione mirati, capaci di avvicinare le donne ai meccanismi istituzionali, alle conoscenze specifiche storiche e giuridiche, al sistema della comunicazione. In Italia sono stati promossi dal Governo, d’intesa con tutte le università, corsi di formazione alla politica riservati alle donne ed aperti non solo alle studentesse universitarie che hanno avuto ed hanno grande successo”.

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