liz - LIZ TAYLOR

LIZ TAYLOR: L’ANOMALO DESTINO DI UNA STELLA 60 ANNI DI CARRIERA DA LASSIE A VIRGINIA WOOLF
(di Giorgio Gosetti)

Che cosa ha fatto in circa 60 anni di carriera Elizabeth Taylor prima un’icona, poi una diva, poi un autentico mito di Hollywood? La risposta immediata che rimanda ai suoi occhi pervinca, al carattere intrattabile, all’esistenza tumultuosa e agli atteggiamenti da star e’ certamente quella che rimane nella memoria di almeno tre generazioni di spettatori. Ma in verita’ il destino anomalo di questa attrice solo di rado riconosciuta dalla comunita’ del cinema americano (che sa essere terribile e che infatti le assegno’ soltanto due Oscar in tutta la carriera) ci riporta a tre diverse incarnazioni della stessa diva: fidanzatina d’America, talmente giovane da far rivivere il mito delle dive-bambine; casalinga inquieta e pronta al tradimento piu’ per rovelli interiori che per passioni autentiche; tiranna femme fatale capace di giocare con gli uomini come un campione di scacchi: altrettante proiezioni di un sogno proibito dei quell’eterno bambino che e’ stato lo spettatore medio finche’ il cinema era un sogno pantografato su uno schermo. Liz Taylor debutto’ ad appena nove anni e la sua prima parte le valse anche una rovinosa caduta con gravi traumi alla schiena da cui non si sarebbe mai ripresa. Ma subito dopo il crescente e fragoroso successo di ”Lassie” e ”Gran premio” la proiettava, a meno di 13 anni, nell’empireo delle donne famose di Hollywood. La consacrazione sarebbe in realta’ venuta piu’ tardi a fianco di un’intera generazione di ”belli e dannati” come il tormentato Paul Newman di ”La gatta sul tetto che scotta” l’amico nevrotico Montgomery Clift e James Dean che affianco’ due volte fino al set fatale de ”Il gigante”. L’influenza di copioni scritti da autori famosi come Tennessee Williams stimolo’ le curiosita’ intellettuali della giovane attrice e la indusse a costruire su di se’ un personaggio doppio: mangiatrice d’uomini in pubblico, fragile e romantica in privato. E’ probabile che l’idea dell’equivalenza tra il cinema e la vita si sia fatta strada, nel tempo, fino ad indurre la Taylor a vivere le sue giornate come un set permanente. Da qui i molti matrimoni (ben 8) che ogni volta la portavano in prima pagina sui rotocalchi prima ancora delle sue interpretazione; da qui le passioni roventi come quella indelebile e mai cancellata per Richard Burton che conobbe sul set di ”Cleopatra” (1961) e che trascino’ in cima alla notorieta’ planetaria facendo di un sanguigno inglese innamorato di Shakespeare e del whisky uno dei piu’ famosi attori della sua generazione. Da qui infine l’idea della vita come una frenesia di conoscenza, piacere, emozioni che si iscrivevano nei suoi grandi occhi e che la Taylor avrebbe vissuto dentro e fuori dal set senza nessun tabu’. A scorrere la sua filmografia, che si dirada improvvisamente dall’inizio degli anni ’70, dopo l’Oscar di ”Chi ha paura di Virginia Woolf” (diretto da Mike Nichols e interpretato con Richard Burton) ci si accorge che i successi popolari hanno di gran lunga la meglio sui film di qualita’ e che la Taylor e’ stata docile strumento piu’ sensibile ai grandi artigiani che ai grandi registi. Non e’ quindi un caso che, svanita la giovinezza, abbia cercato gloria soprattutto in televisione e poi in una tardiva riconversione al teatro negli anni ’80. Segno questo della sua istintiva intelligenza che la portava a compensare la perdita delle facile notorieta’ con il recupero di una dimensione piu’ privata e intellettuale. Che sia stata una diva senza confini lo testimonia, piu’ di ogni altra cosa, l’essere stata immortalata da Andy Warhol in uno dei suoi celebri ”Multipli”: un’immagine frammentata e ripetuta all’eccesso in cui probabilmente la Taylor si riconosceva. (ANSA, XGO/KZS 23-MAR-11)
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LIZ TAYLOR: AMICA DI JACKO LO CONSIDERAVA UN FIGLIO
(di Francesca Scorcucchi)

LOS ANGELES, E’ stata una delle amicizie piu’ solide e durature di Hollywood, quella fra Michael Jackson e Elizabeth Taylor. Inizio’ nel 1980, quando la Taylor scappo’ da un concerto del cantante, al Dodgers Stadium di Los Angeles. Saputo della fuga Michael Jackson chiamo’ quasi in lacrime l’attrice che rassicuro’ il giovane: il concerto era stato bello, la Taylor aveva lasciato lo stadio prima della fine solo perche’ non riusciva a vedere bene. Quella che doveva essere una breve telefonata di chiarimento divenne una conversazione telefonica di quasi tre ore, che dette inizio a una solidissima amicizia. ”In seguito ci incontrammo e spendemmo molto tempo insieme, diventammo grandi amici – disse la Taylor qualche tempo dopo – Ci raccontavamo tutto”. Erano infatti molti i punti in comune fra i due, nonostante la differenza d’eta’. Entrambi avevano sofferto di quella che la Taylor defini’ ”un’infanzia terribile”, finita troppo presto a causa della precoce entrata nel mondo dello spettacolo. Entrambi poi soffrirono di dipendenza dai medicinali e quando Michael Jackson, nel 1993, subi’ il suo primo ricovero per cercare di disintossicarsi fu proprio Elizabeth Taylor a raccogliere il grido d’aiuto dell’amico e a soccorrerlo. ”Ho sofferto anche io dei problemi che ora sta vivendo Michael – disse la Taylor durante una conferenza stampa che annunciava il ricovero – E’ per questo che quando Michael mi ha chiamato sono corsa da lui, a Mexico City. Ora e’ ricoverato in una clinica in Europa. So quanto la privacy sia importante in questi casi e quindi non rivelero’ altro del suo ricovero. Gli sono amica e gli voglio bene come ad un figlio”. Michael Jackson scrisse una canzone, Elizabeth, I Love You, e al Neverland Ranch costrui’ una sala cinematografica dove i film della Taylor venivano proiettati 24 ore si 24. La Taylor passo’ parecchie notti al Ranch, insieme ai figli e nipoti di Jackson, notti che in seguito racconto’, per difendere l’amico dai sospetti di pedofilia. ”Non c’era nulla di strano in quelle serate – disse l’attrice quando nel 2005 Michael Jackson fu costretto a comparire davanti al giudice per rispondere delle accuse di molestie – guardavamo tanti film di Walt Disney, si rideva sino alle lacrime, niente di piu’, niente di strano”. Non mancarono nemmeno le speculazioni sul loro rapporto di amicizia, i tabloid ipotizzarono persino il matrimonio fra i due e quando nel 2009 Michael Jackson mori’, proprio a causa di quella dipendenza dai medicinali di cui entrambi avevano sofferto, Elizabeth Taylor si disse devastata: ”Mio Dio quanto mi manchera’! Non posso neppure immaginare la mia vita senza di lui”. (ANSA Y6K-MA 23-MAR-11)

SU AIDS E CANCRO SUO IMPEGNO UMANITARIO PER CANCRO A CERVELLO FOTO CALVA,
‘COSI’ AIUTO LE DONNE’
(di Francesca Scorcucchi)

(ANSA) LOS ANGELES ”In passato soffrivo della mia fama, dell’essere sempre al centro dell’attenzione. I paparazzi che mi seguivano, i fan che si arrampicavano alla mia finestra. Provavo un senso di panico, mi sentivo in trappola. Poi, un giorno decisi che dovevo sfruttare il lato positivo del mio essere famosa e che dovevo usare la mia popolarita’ per aiutare gli altri. Avevo una voce e dovevo farmi ascoltare”. Cosi’ Elizabeth Taylor usava spiegare il suo grande impegno umanitario, soprattutto nella lotta contro l’AIDS, impegno iniziato nei primi anni Ottanta e diventato una delle priorita’ dell’attrice quando, nel 1985, l’amico e collega Rock Hudson mori’ a causa della terribile malattia. ”Seppi della malattia di Rock Hudson solo negli ultimi mesi della sua vita, nessuno lo sapeva. Non e’ stata tanto la morte di Rock a farmi decidere di fare qualcosa quanto il vuoto di risposte, il silenzio intorno a questa malattia”. Elizabeth Taylor raccolse piu’ di 100 milioni di dollari attraverso le due organizzazioni da lei fondate: la AmFAR che si occupa della ricerca contro la malattia e la Elizabeth Taylor AIDS Foundation, ETAF, creata per aiutare i malati ad affrontare la lotta. ”Allora si moriva ma non c’era battaglia, e la cosa mi faceva arrabbiare. C’era da fare qualcosa, stava diventando un’epidemia. Mi dissi: ‘Si’, ma io cosa faccio? Mi arrabbio con chi non fa nulla e che faccio? Cosi’ iniziai a far sentire la mia voce”. Gli inizi della battaglia non furono facili. ”C’erano tanti pregiudizi. Mi sono vista mille porte chiuse in faccia, mille telefoni sbattuti, ho perso amici che mi dicevano che non volevano essere coinvolti – racconto’ l’attrice all’amico Larry King – Era la malattia dei gay e la crema di Hollywood non voleva essere associata, eppure tutti conoscevano qualcuno che stava morendo di AIDS”. Porto’ la sua voce al Congresso a Washington eppure nessuna legge venne firmata durante quegli anni. Ronald Reagan, allora presidente degli Stati Uniti, non parlo’ mai del problema AIDS. Al contrario, AmFAR e ETAF organizzarono iniziative educazionali per i giovani, distribuzioni gratuite di profilattici, programmi per lo scambio di siringhe nuove in cambio di quelle usate. Nel 2007 a Santa Monica la Taylor presenzio’ a uno dei tanti premi ricevuti per il suo impegno umanitario e disse: ”Ora c’e’ coscienza, ma io continuero’ a lottare sino a che il nemico AIDS non sara’ sconfitto, oppure sino a che non moriro”’. Si impegno’ anche nella lotta contro il cancro. In un’intervista Paolo Limiti, racconto’ della sua esperienza con la malattia che la porto’ ad affrontare un intervento chirurgico di rimozione di un cancro al cervello. I suoi splendidi capelli corvini vennero rasati e la Taylor volle essere fotografata quasi completamente calva. ”Era il mio modo per aiutare tutte le donne che magari per la chemio erano costrette a radersi. Non volevo indossare parrucche o cappelli, volevo mostrarmi cosi’ com’ero. Il mio messaggio alle donne era: non abbiate paura di essere calve, non c’e’ niente di spaventoso, anzi siatene orgogliose, indossate la vostra calvizie come un simbolo del vostro coraggio. Scoprii anche un’altra cosa: i miei capelli, che avevano iniziato a ingrigire sin da quando avevo vent’anni e che io tingevo, erano ormai bianchi come lo zucchero”. Fu allora che l’attrice decise di farsi bionda, stravolgendo cosi’ la sua iconica immagine.(ANSA Y6K-MA 23-MAR-11)

FRACCI, A TEATRO UNA PIECE DEDICATA ALLA MITICA LIZ TAYLOR
‘LE RIPRESE DI ‘CLEOPATRA’ SPOSTATE PER POTER ASSISTERE ALL’OPERA ALLA MIA ‘SYLPHIDE’

”Ricordero’ i suoi occhi, di un colore intenso, irragiungibile, inimitabile, la sua simpatia e intelligenza, la nostra amicizia. Da tempo con mio marito Beppe Menegatti, volevamo portare in scena un personale omaggio a Liz Taylor citando Pavese. ‘Verra’ la morte e avra’ i tuoi occhi”. E’ quanto ha dichiarato Carla Fracci, dopo aver appreso della scomparsa di Lyz Taylor. ”L’avevo conosciuta a Roma con mio marito, il regista Beppe Menegatti – ha aggiunto l’etoile internazionale – Io ero al Teatro dell’Opera di Roma, interprete della ‘Sylphide’ accanto a Nureyev. Liz Taylor girava negli studios della capitale ‘Cleopatra’, con Richard Burton. Venne piu’ volte a vedere il balletto. Ricordo che pretendeva che il regista spostasse le riprese del film per permetterle di essere al Costanzi”.
”Un’amicizia profonda, la nostra – ha proseguito al Fracci – che negli anni si e’ consolidata. Venne a trovarmi a Bari durante le riprese del ‘Giovane Toscanini’, io ero spesso a New York a colazione con lei”. Ed ha ancora ricordato la grande etoile internazionale: ”proprio ieri sera con mio marito parlavamo della possibilita’ di portare in scena, ‘Improvvisamente l’estate scorsa’, il film diretto da Mankiewics con una giovanissima Liz Taylor e una indimenticabile Katharine Hepburn. Per il momento la ricorderemo attraverso la danza. Portero’ in scena il secondo atto di ‘Giselle’, un balletto che lei amava molto – ha annunciato- La gonna della protagonista poi, un viola accesso, disarmante, aveva la stessa intensita’ degli occhi di Liz Taylor”. (Cap/Zn/Adnkronos 23-MAR-11)
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QUANDO LA TAYLOR E BURTON LITIGAVANO AL SAN DOMENICO DI TAORMINA

Roma, 23 mar. (Adnkronos) – Otto matrimoni, sette mariti e un solo amore per Elizabeth Taylor, l’attrice scomparsa oggi a Los Angeles all’eta’ di 79 anni. Il solo amore fu il collega Richard Burton, che la splendida diva dagli occhi viola sposo due volte. E se e’ vero, come dice una famosa canzone che l’amore non e’ bello se non e’ litigarello, quello della Taylor e di Burton fu particolarmente litigioso. La giornalista e scrittrice italiana Olghina di Robilant ricorda di un furioso litigio fra i due all’Hotel San Domenico di Taormina, meta prediletta dei due divi di Hollywood. ”Passarono molti anni -racconta la di Robilant nel suo blog personale- ed ebbi casualmente l’occasione di risentire e rivedere Elisabeth Taylor con il nuovo compagno Richard Burton. Li udii litigare con tanta veemenza che mi colse la tentazione di chiamare la polizia. Si trovavano nella stanza accanto alla mia all’Hotel San Domenico di Taormina. Si gettavano stoviglie che approdavano sul muro dietro la testiera del mio letto, e il loro linguaggio era di una volgarita’ oltre ogni civile tolleranza. Gli scaricatori di porto potevano ritenersi signori confrontandoli col minatore gallese (Burton era figlio di un minatore gallese, ndr) e il suo linguaggio”. ”Interruzione di 15 minuti -prosegue la di Robilant- con il sonno che giungeva grato per me, ma, successivamente e improvvisamente, giungeva per me una brutale sveglia dovuta a risate, urli e uno dei due che picchiava sul muro con pugni o piedi e un oggetto di vetro che si frantumava sulla parete divisoria e che pensai fosse una bottiglia. Chiamai la portineria per lamentarmi (non sapevo chi fossero) e venni cosi’ edotta sull’identita’ dei due selvaggi vicini; un favore personale che mi fece il concierge amico”. (Spe/Col/Adnkronos 23-MAR-11)

E’ morta Liz Taylor

Mercoledì 23 Marzo 2011
NEW YORK – Media americani riferiscono che è morta Liz Taylor. L’emittente americana ABC ha riferito che l’attrice è morta nell’ospedale di Los Angeles in cui era rimasta ricoverata nelle ultime settimane. Aveva 79 anni.
Liz Taylor è morta in ospedale assistita dai quattro figli avuti nei suoi sette matrimonio. L’agente dell’attrice ha reso noto che al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles erano presenti Michael e Cristopher Wilding (avuti dal matrimonio con Michael Wilding). Elizabeth Frances Liza Todd, avuta dal matrimonio con Michael Todd, e Maria Burton, adottata nel matrimonio con Richard Burton.
Figlia di due americani residenti in Gran Bretagna, Elizabeth Taylor, morta oggi, era nata ad Hampstead, vicino Londra, il 27 febbraio 1932 e ha compiuto da poco 79 anni. Il cinema in un certo senso lo aveva nel dna visto che la madre, Sara Viola Warmbrodt, era un ex-attrice famosa col nome d’arte di Sara Sothern, ritiratasi dalle scene quando si sposò nel 1926 a New York. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale i genitori rientrarono negli Stati Uniti e la famiglia si trasferì a Los Angeles. La sua prima esperienza nel mondo del cinema è precoce: nel 1942 è nel film, Therès One Born Every Minute, prodotto dall’Universal. Subito dopo, l’attrice è ingaggiata dalla Metro-Goldwyn-Mayer, dove esordisce con Torna a casa Lassie! (1943), che la porta all’attenzione del pubblico.
Primo ruolo da protagonista è quello di Velvet Brown, una bambina che allena un cavallo nel film di Clarence Brown Gran Premio (1944), con Mickey Rooney. La pellicola ottiene un grandissimo successo, con un incasso di oltre 4 milioni di dollari, e le fa guadagnare lo status di bambina-prodigio. Da lì comincia la sua strepitosa carriera che la porta a vincere due Oscar: il primo, nel 1960, per ‘Venere in Visonè di Daniel Mann e il secondo, nel 1966, per ‘Chi ha paura di Virginia Woolf’i Virginia Woolf? di Mike Nichols, accanto all’allora marito Richard Burton, conosciuto sul set del kolossal Cleopatra. Un film – girato quasi esclusivamente a Roma – al quale deve l’incontro con Richard Burton, l’uomo della sua vita con il quale si sposerà per due volte e divorziando altrettante volte.
Una storia d’amore che, all’epoca, riempì le pagine di tutti i giornali del mondo e la fece diventare vera e propria ‘femme fatalè. Non a caso, l’attrice – dai folgoranti occhi viola – ha avuto ben otto mariti e numerose flirt. Interprete di oltre oltre 50 film dei più importanti registi della cinematografia mondiale, Liz (diminutivo che non amava) Taylor ha avuto al suo fianco gli attori e le attrice più famose. Attiva – soprattutto negli ultimi anni – anche in tv e a teatro, Taylor si è battuta con grande energia nel difendere i malati di aids e a favore della prevenzione della malattia. Grande amica di Montgomery Clift come di Michael Jackson è stata la ultima vera diva dello star system di Hollywood.
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