La vita può essere compresa guardandola all’indietro.. ma va vissuta guardandola in avanti
Si sente il solido tessuto narrativo letterario alla base del film “Lo strano caso di Benjamin Button” che infatti è ispirato ad una novella del 1922 di Francis Scott Fitzegerald, scrittore e scenggiatore americano della “Generazione perduta”, autore di romanzi quali “Tenera è la notte” e “Il Grande Gatsby”. Il film è stato diretto da David Fincher (creatore di “Seven”, “The game”, “Fight club” e “Zodiac”), scritto da Eric Roth (sceneggiatore anche di Forrest Gump) e Robin Swicord e magistralmente interpretato da Brad Pitt e Cate Blanchett.
Mentre l’uragano Katrina imperversa, una donna, nel suo letto di morte in ospedale, invita la figlia Caroline che l’assiste a leggere nel suo diario la strana storia di Benjamin Button. E’ in una casa signorile di New Orleans che tutto ha inizio. In una notte di festeggiamenti per la fine del primo conflitto mondiale una donna partorisce un figlio dalla sembianze ottuagenarie che con il trascorrere del tempo ringiovanisce. Abbandonato dal padre, Benjamin sarà accolto e soprattutto amato e cresciuto da Queenie, la governante della casa di riposo.
Il destino di Benjamin, che continua a ringiovanire, si intreccia con quello di Daisy Fuller, conosciuta bambina, deliziosa ballerina dall’eleganza conturbante. In un susseguirsi di eventi, le esistenze dei protagonisti danzano sulle note suonate dal fato; si sfiorano, si allontanano, si incontrano a metà della vita, mentre l’una si incammina verso la maturità e la vecchiaia e l’altro si dirige in direzione opposta, verso l’adolescenza. Benjamin attraversa situazioni, incontra persone che lo formano e che lasciano un segno sulla sua personalità: Monsieur Gateau che sa come godersi la vita, il Capitano Mike Clark, con la vocazione d’artista ed il corpo ricoperto di tatuaggi e infine il padre, che non sa a chi lasciare la sua azienda e per il quale Benjamin non nutre alcun odio per essere stato abbandonato. Contribuiscono alla sua educazione sentimentale una prostituta, l’aristocratica Elisabeth Abbott, una donna che vede solo di notte nella cucina di un albergo, Il Palazzo d’inverno, mentre prendono un tè confessandosi a vicenda e finendo per trascorre il resto della notte nella stanza da letto ed altre figure femminili. Ma Benjamin resta fedele all’amore giovanile, Daisy. Niente dura eppure la vita riprende sempre. Le ultime battute del film riassumono la galleria di personaggi che animano la pellicola: ognuno ha un talento. C’è chi produce bottoni, chi danza, chi nasce madre, chi fa l’artista, chi suona ecc. Ma tanti sono anche i temi di riflessione e le verità del film: dall’importanza dell’influenza del caso nelle nostre vite, a quello della fede incrollabile, dalla capacità d’amare a quella di perdonare, da quella di vivere al meglio la propria vita perché non sappiamo cosa c’è in serbo per noi a quella di assumersi le responsabilità della paternità.
Su tutto aleggia la metafora del colibrì fortemente positiva e tema conduttore. Simbolo dell’eternità, presso gli Aztechi le anime dei guerrieri morti ridiscendono sulla terra sotto forma di colibrì o di farfalla e presso gli Indiani Hopi dell’Arizona – Indiani apparentati linguisticamente agli Aztechi -.il colibrì appare come un eroe intercessore che salva l’umanità dalla carestia intervenendo presso il dio della germinazione e della crescita
Le meravigliose musiche del francese Alexandre Desplat e la delicata fotografia di Claudio Miranda tendente al colore seppia sublimano lo scandire delle stagioni dell’esistenza di Benjamin narrata con velata malinconia e struggente poesia.
Brad Pitt è straordinario nel trasmettere, attraverso sguardi ed espressioni del viso, un tocco di innocenza infantile ed incredulità, contrapposte al corpo avvizzito dalla vecchiaia. In ciò è stato aiutato dal lavoro svolto dalla Digital Domain, i cui effetti speciali, coadiuvati dal trucco di Gregg Cannom, sono così impeccabili da far si che tutto sembri il più realistico possibile. Non da meno è la recitazione della protagonista Cate Blancett che danza veramente sullo schermo e nei nostri cuori per la leggerezza e la bellezza della sua presenza fisica.
Fausta Genziana Le Piane
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