C’era in quel tempo carico d’attesa
la certezza degli esiti infiniti .
Era felicità !…Non lo sapevo.
Era il giorno che nasce per far sera
la gioventù che in me già traboccava
in esultanti e non arresi sogni.
… E passo dopo passo quel sentiero
m’accompagnò per fulgidi cammini
più noti ormai a chi non riconosce,
gli sguardi chiari ed avidi di vita,
le praterie tra valli ed impetuose
cascate d’acqua cristallina e pura.
S’affaccia al cuore quella melodia
Madre dolente di trascorsi affetti
e nel naufragio non c’è più riparo.
In ore colme d’ansia volge il giorno
ch’ era un arcobaleno… nell’attesa
ora addensato a inutili stagioni.
Cosa mi tornerà della mia vita?
Lasciami ancora quel mio canto lieve
che mi resti speranza del perduto
sogno, che va morendo, nella sera.
Questo silenzio che frantuma suoni
infrange pure l’ultimo ricordo.
— — —
FELICITA’
Tu, che compagna sei della speranza
sempre rincorsa e quasi mai raggiunta
tingi di rosa il cielo d’ogni dove.
Sei silenziosa, non ti fai notare
lasci dietro di Te solo profumo
dell’attimo fuggito già lontano.
Negli anni verdi miei, ti sorridevo
e l’ala folle della giovinezza
t’avvolse nel pindarico suo volo.
Non eri Tu ma ti rassomigliava
era soltanto gioia d’innocenza
era l’alba d’un giorno che nasceva.
Non ti cercherò più; tu vieni e vai!
E… solamente dopo quel tuo abbraccio
ti riconosco e non ci sei già più.
In questo giorno mio che si consuma
t’avverto ad ogni sguardo verso oriente
nel cuore così colmo dei miei affetti.
Ora so che non posso più sbagliare
adesso, che s’è fatta quasi sera,
dove c’è un nido caldo ci sei Tu.
Nadia Angelini
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