Vi giro una mail che ho inviato ad alcuni quotidiani e TV. E che naturalmente non sarà presa in considerazione perchè, come sempre, la questione femminile è un problema secondario. Tanto secondario che ancora stiamo qui a parlarne…

Sono una donna e, se qualche dubbio esisteva, ora è assolutamente evidente che l’Italia sia ancora un paese patriarcale e maschilista, dove le donne vengono usate per svolgere compiti essenziali, vitali per la società, per i quali sono osannate e blandite, ma non devono decidere, devono solo eseguire indicazioni di chi, in teoria, ne sa più di loro. A loro vengono indirizzate lettere dai candidati, ma non sono assegnati spazi nei media per dire chi sono e cosa vorrebbero fare.
Vorrei quindi rassicurare coloro che pensano che le donne non vogliono fare politica: le donne vorrebbero, ma non possono, e ad impedirglielo sono i partiti e chi detiene il potere di decidere della loro visibilità.
La legge elettorale e le ignobili vicende che l’hanno accompagnata, l’esiguo progresso delle elette, sono stati segnali forti, ma la conferma è la proposizione automatica di uomini come candidati alle tre cariche più importanti per lo Stato. Non un’ipotesi di donna, neanche una su tre, che sarebbe una “quota” del 33%, ben lontana da quel 52% di elettrici e da un’equa rappresentanza istituzionale.
E neanche a dire che mancano donne di valore: nessuno ha pensato, solo per fare alcuni esempi, ad una Anna Finocchiaro, esperta di leggi, equilibrata, irreprensibile, una bella e rappresentativa presenza; ne’ ad una Rosy Bindi, energica ed autorevole che potrebbe tener testa ad una Camera, spesso bassamente offensiva verso se stessa, oltre che verso noi tutte/i, o ancora ad una Lidia Menapace, pacifista, in politica da sempre, sufficientemente indipendente dai partiti per assicurare una gestione equilibrata del Senato( guarda caso una DS, una Margherita, una RC!).
Non cito paragoni con paesi considerati terzomondisti, ne’ altri europei, solo per non infierire.
Ma non venite più a chiedermi il voto per favore!
Saluti,
Laura Moschini

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