di Alina Rizzi
Sì, lo so: non è politicamente corretto dire zitelle, ora si definiscono single le donne senza marito.
Così come si dice non vedente a un cieco, quasi fosse deprecabile essere ciechi, oppure operatore edile a un muratore. Tutta “aria fritta”, argomenti buoni quando non si ha nulla da dire. Ipocrisie per razzisti mal mimetizzati. Ma lasciamo perdere ( per ora).
Mi interessa di più, data la rubrica, chiedervi se anche voi avete notato quante single stiano pericolosamente virando verso la zitellaggine. Non ci avete fatto caso? Io sì, perché ho una marea di amiche separate, sfidanzate o sole e devo dire che le trovo spesso antipatiche, musone, arroganti e noiose, cioè tutto il contrario di quello che credono di essere. Ossia: libere, trasgressive, affascinanti, autonome, appetibili. Ma appetibili per chi, visto che non trovano un uomo per uscire neppure se promettono di pagare la cena e di usare la propria auto per spostarsi?
Io le guardo e non ci credo: davvero non si rendono conto di essere diventate la brutta caricatura di certe sessantottine in piena contestazione femminista? Ma c’è ancora da discutere su chi deve pagare la cena? Non è superato? Lui, ovviamente! Che la galanteria non ha mai fatto male a nessuna. E perché andarlo a prendere a casa? Per dimostrargli che siete autominite e indipendenti? E chi se ne frega: ci guadagnate soltanto che non potete gustarvi neppure due bicchieri di vino senza rischiare una multa salata se vi ferma la polizia. E poi che noia quando stilano la classifica degli uomini che hanno avuto e partono dal migliore, cioè il bastardo perfetto, per poi passare al codardo, al cocco di mamma, al bugiardo cronico, al falso patologico. Mai che abbiano parole dolci per uno soltanto dei tapini che hanno frequentato e quindi scelto, come se la colpa delle loro storie fallite sia sempre imputabile all’altro. E l’arroganza da donne vissute (giustamente data l’età) dove la mettiamo? Sono incavolate e nervose, ma guai ad ammettere che, al momento, anche un uomo non proprio perfetto sarebbe meglio di tutte quelle sere in casa davanti alla TV, o del giovedì al corso di danza latino americana frequentato solo da altre single, o dei lunedì a trovare l’amica depressa per ingozzarsi insieme di biscotti e vino rosso. Una single non ammette mai e poi mai di sentirsi sola, perché lei sola sta bene, non essendo zitella. Ma siccome andare a teatro o al cinema da sole può essere una noia mortale, ecco che la single si inventa ferrei propositi di risparmio ( per altro encomiabili in tempo di crisi). Quindi lei non esce perché non è più tempo di darsi alla baldoria, non certo perché nessuno la invita mai da qualche parte. Ma siccome io sono una donna come lei, riconosco il trucco appena la incontro con addosso un paio di scarpe nuove fiammanti. E la crisi? chiedo preoccupata. Lei alza le spalle: le scarpe sono sempre necessarie, anche se è il decimo paio della stagione e se, per essere oneste, non sa proprio quando e dove indosserà tutti quei trampoli colorati. Certo, se avesse un uomo con cui uscire sarebbe diverso ma…. lei è single e orgogliosa di esserlo.
Bene, buon per lei. Io invece, che ho marito e figlio, se mi annoio comincio a strepitare come una matta e non c’è modo di fraintedere perché lo dico forte e chiaro: a volte mi sento proprio in galera!
Alina Rizzi
(pubblicato su Rubrica: DA DONNA A DONNA – OBIETTIVO febbraio 2012)
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