MADAME DE MONTESPAN
Nadia Angelini
Francois-Athenais di Montespan nasce a Lussac-les-Chateax il 5 ottobre 1640, figlia di Gabriel Rochechouart-Mortmar ultimo erede di nobile famiglia di antico lignaggio.
A dieci anni viene avviata in convento e vi rimarrà fino a diciotto per completare la sua educazione, quando ne uscirà oltre al bagaglio del sapere unirà grande bellezza, e scaltrezza. Forse fu per amore che andò sposa al giovane Pardaillard de Goudrin, Duca d’Antin il quale, in futuro sarà protagonista di grandi scandali.
Da buon guascone, non accetterà mai i tradimenti della moglie con il Re di qui le ripetute ribellioni che lo porteranno suo malgrado a soggiorni in prigione ed allontanamenti in esilio.
Madame entra a Corte secondo il suo rango; il Re è già sposato e amante della La Vallière ma vedendola rimane incantato dalla bellezza prorompente di lei e dallo spirito vivace che la anima.. In breve diviene l’amante ufficiale del Sovrano spodestando tutte le altre rivali e guadagnandosi così dai cortigiani l’appellativo di Grande Sultana.
In effetti risplendeva e, grazie alla sua forza, dominò per dieci anni sul sovrano e sulla corte. Questa sua privilegiata posizione, usufruendo dello sfarzo e delle ricchezze di corte, a spese del re, fu in grado d’elargire eclatanti benefici a tutta la sua famiglia.
In ogni occasione fu protetta dal sovrano che non l’abbandonò neanche quando lo scandalo dei veleni la vide coinvolta in prima persona. Anche allora il regale amante si schierò dalla sua parte e le permise di uscirne indenne, malgrado le accuse fossero davvero infamanti.
Si disse di lei che si fosse servita di filtri d’amore propinati al Re e di veleni per eliminare le persone scomode.
L’accusarono di aver partecipato a messe nere in cui venivano sgozzati poveri neonati, da un sedicente sacerdote di Satana, il quale prima ungeva di sangue della vittima il corpo nudo steso su di un tavolo dell’adepta, poi si abbandonava a sessualità sfrenata. Vi furono condanne, anche a morte, ma Madame ne uscì comunque innocente. Il Re non volle mai credere a tanta vergogna, si convinse che, al massimo, essa si era servita solo di polveri afrodisiache per tenere legato a sé l’uomo che amava.
Innamorata del teatro, protesse l’astro di Molière, che introdusse anche a Corte nelle sale private del Sovrano, anch’egli estimatore delle arti, che assisteva con grande delizia alle opere che l’autore metteva in scena.
Quali che fossero le innovazione della Montespan divennero grande moda fra i cortigiani che facevano a gara per seguirle. Fu così che le signore adottarono il corsetto con ferretti e stecche di balena che meglio mostrava il seno, che così diveniva prorompente e ben gonfio nella scollatura.
Le stoffe si arricchirono di sete e damaschi impreziositi da ricami di Fiandra, le pellicce si trasformarono in fodere per mantelli e manicotti, subito usati anche dagli uomini.
Le numerose gravidanze, nove in tutto, minarono la sua bellezza che già a quaranta anni appariva sfiorita.
Cominciò ad ingrassare e sovente era colpita colpita da sudori e forti mal di testa, che la rendevano collerica e agitata.
Improvvisamente appariva scossa da improvvisa ilarità, quasi sempre fuori luogo che, invece di renderla gradevole, la allontanavano sempre più dal regale amante.
Erano gli anni del declino!
Nel 1691, le pesanti porte del Convento di Saint-Joseph da lei stessa fondato, si aprirono per accoglierla.
Qui si ritirò continuando a ricevere dame e cavalieri con vita gaia e mondana.
Dail suo dorato esilio, però, trovò però il tempo da dedicare ad opere pie sostenendo anche,con larghezza economica, ospizi per vecchi, conventi e orfanotrofi.
Visse da donna capricciosa ed egocentrica, sfrenata nei piaceri ed ambiziosa, prepotente nei confronti della vita.
Morì nel 1707 senza alcun compianto da parte del Re o dei figli che la ignorarono del tutto così come, del resto, essa aveva fatto con loro.
Pare che il marito tradito, chissà se per l’antico amore o forse per umana pietà, sul letto di morte
riuscì a perdonarla.
LUIGI XIV
di Maddalena Rispoli
Nasce a St.Germain en Laye il 5 Settembre 1638 da Luigi XIII ed Anna d’Austria e diviene Re nel 1643 alla morte del padre .La nobiltà era stata riottosa e, riunendosi nella Fronda, aveva mostrato quale minaccia potesse rappresentare per il potere del sovrano. Ma lui aveva lasciato fare al Cardinale Mazzarino, ambizioso ed abile diplomatico che guidava la Francia con il nulla osta di Anna di cui si diceva fosse l’amante e, lo sussurravano i soliti bene informati di corte, addirittura padre dello stesso Re. Purtuttavia il buon Cardinale conduceva il timone dello Stato e firmava con la Spagna “la Pace dei Pirenei” combinando il matrimonio del pupillo con Maria Teresa, figlia di Filippo di Spagna, nella quale la carnagione bianca e i capelli biondi cercavano di combattere lineamenti del viso volgari, figura tozza e sgraziata, alito fortemente arricchito dall’aglio, un francese stentato espresso con sorrisi che mettevano in mostra denti tendenti al nerognolo a causa del gran quantitativo di cioccolato al peperoncino che sorbiva e che nessuno comprendeva anzi, il popolo vociferava che avesse abortito un ripugnante mostriciattolo tutto nero. Non amò la moglie ed essa stessa lamentava alla Dama di compagnia che il Re, la notte, ”non andava trovarla nemmeno per una piccola ora”. Però fu sempre trattata con la dovuta galanteria e dignità ed ebbe numerosa figliolanza.
Morto Mazzarino, Luigi diviene “Lo Stato sono io”accentrando così nelle sue mani il potere assoluto non senza avvalersi però di intelligenti ministri quale Colbert alle Finanze, il quale ammonì molto il sovrano quando questi volle trasformare il casino di caccia di Versailles nella favolosa Reggia che ancora oggi ammiriamo. Colbert aveva ben ragione di non voler prosciugare tutto quel denaro nella costruzione e se ne accorgerà il povero Luigi XVI il quale erediterà un regno spolpato fino all’osso ed una Francia lacera ed affamata. Pagherà gli errori, il poveretto, regalando la testa a M.me Ghigliottina. Ma il buon Re Sole non vuole prevedere e da robusto giovanotto qual è,oltre a far guerra da operetta nelle Fiandre (anche le carrozze con nobili e dame seguirono le truppe) di cui rivendicava il possesso dalla Spagna in quanto l’ormai defunto Filippo IV non gli aveva pagato la dovuta dote della figlia, mostrava due forti passioni:la caccia e le donne. La lista delle sue amanti è lunga, dalla zoppetta La Valliere che gli scodellò quattro figli e poi a soli 23 anni si ritirò in convento, alla Principessa di Soubise, alla Marchesa di Thianges,a M.lle De Fontanges…
Memore della possibile potenza della nobiltà volle renderla inoffensiva avviluppandola in una tela di ragno in cui obbedire all’etichetta di Corte significò ragione di vita dipendente da un suo saluto o dal permesso di assistere al “lever du Roi” in cui porgergli la manica della camicia o soltanto osservare tacendo era l’onore più alto come per le dame ottenere uno sgabello per sedersi innanzi a lui o essere invitati alla caccia estiva a Versailles ed ottenere sulla porta la scritta “per“ seguito dal nome. In mancanza del “per”, la disgrazia era decretata. Vatel, cuoco di corte, finirà suicida sentendosi disonorato per non aver previsto il quantitativo necessario di derrate con cui approntare le portate. L’appetito fu sempre una costante per il Sovrano a cui venivano condotti a pranzo, e la nobiltà prescelta poteva assistere come a teatro, quattro primi, tre secondi di carne, insalate, frutta, dolci e uova in quantità in cui egli si tuffava avidamente.
Amò la musica e Lulli ne divenne il creatore di corte, amò il teatro e Molière ne divenne il Maestro,amò la poesia e La Fontaine lo accontentò, amò le parrucche e M.Binet inventò per lui le binetteries che lo rendevano più alto. In verità, a sera, tolti tacchi, parrucca e vestimenti il Re Sole abbassava notevolmente la sua statura.
Sposò, avanti negli anni, M.me de Maintenon (vedova del gobbo poeta Scarron e amica nonché bambinaia dei bastardi reali della Montespan) e una ventata di moralità si abbattè sulla Corte insieme ad una epidemia di vaiolo che fece strage dei cortigiani e del Gran Delfino. La fine era ormai vicina :le gambe non sorreggevano più il Re che dirigeva tutto dal letto e fu troppo tardi quando i medici scoprirono la natura del male che tanto dolore gli procurava. Era la cancrena. Il 1 Settembre 1715 Le Roi Soleil si spegneva davanti alla Corte. Lasciava debiti, una reggia che avrebbe sfidato i secoli ed il ricordo di quanto il caldo sole possa bruciare.
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