La decisione del Cai, Consorzi Agrari d’Italia, per tutelare il Made in Italy. Avviata la conversione dei mangimifici per produrre senza organismi geneticamente modificati
I mangimi No Ogm saranno commercializzati sotto un unico marchio
La svolta arriva dal Cai, Consorzi Agrari d’Italia, e riguarda tutte le cooperative aderenti che rappresentano una quota produttiva pari all’8% sul totale nazionale. L’obiettivo è tutelare il patrimonio alimentare e il Made in Italy.
I consorzi hanno così avviato la conversione dei mangimifici alla produzione di prodotti No Ogm per un totale di 280mila tonnellate, che verranno commercializzate con il marchio.
Mercato in crescita
Nonostante la crisi, negli ultimi tre anni il mercato dei mangimi è cresciuto del 15% grazie alla sempre più crescente domanda proveniente dall’Italia, dall’Europa e dal mondo. I numeri, presentati in occasione di Expo a Milano dal CAI, sono in controtendenza rispetto alla crisi generale del settore agroalimentare.
L’introduzione del marchio unico è il frutto di una battaglia ambientalista contro gli organismi geneticamente modificati. Al tempo stesso è diventata uno strumento di marketing e promozione commerciale a sostegno del prodotto. Quindi, il mangime No Ogm ha un suo mercato che non può essere definito di nicchia, basti pensare che negli Usa i consumatori sono disposti a spendere un 14-21% in più pur di ottenere un prodotto naturale.
Valorizzazione del territorio
L’obiettivo del Cai è quello di valorizzare l’identità del territorio nazionale grazie alle strutture di riferimento riconvertite. Gli allevatori potranno ottenere grandi opportunità dal momento che potranno distinguere e valorizzare le proprie produzioni. Le conseguenze positive si rifletteranno anche sui cerealicoltori che attraverso contratti di filiera potranno accorciare la filiera stessa e promuovere le produzioni locali.
“Di fronte alle incertezze legislative comunitarie abbiamo avviato con responsabilità un percorso di trasparenza unico in Europa per rispondere alle nuove domande che vengono dal mercato – afferma Mauro Tonello, presidente di Consorzi Agrari d’Italia -. Con questa scelta ci poniamo l’obiettivo di diventare leader di mercato nello specifico settore”.
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