La componente della Consulta femminile regionale: “La concessione di spazi di livello direttivo o apicale alle donne di talento deve smettere di essere intesa come tale, ossia come “concessione” in senso patriarcale e ottocentesco, ma deve tramutarsi nella presa d’atto della professionalità e dell’intelletto scientifico dimostrato”
Un motivo di orgoglio per la provincia Granda, e per la sua classe dirigente in generale, la scelta del Professor Giuseppe Tardivo di indicare nella collega Milena Viassone la persona che gli succederà alla guida del Campus universitario di economia e management di Cuneo, fiore all’occhiello della formazione accademica di alto livello e punto di riferimento per il più qualificato universo studentesco, lavorativo e imprenditoriale anche nazionale e internazionale.
Una scelta assolutamente di merito che, in una realtà complessa come quella italiana, e in un contesto istituzionale come quello universitario del nostro Paese, sarebbe stata tutt’altro che scontata; e che, proprio per questo, vede nella nostra provincia il compimento di un passo in avanti sulla cui necessità, in termini più ampi e di sistema, si sta pronunciando ai massimi livelli lo stesso mondo accademico.
Non è casuale, infatti, che proprio in questi giorni, su un importante quotidiano nazionale, il Rettore della Normale di Pisa – simbolo di alta eccellenza formativa dell’Italia su scala mondiale – Professor Vincenzo Barone, abbia testualmente dichiarato che “quando si tratta di proporre il nome di una donna per un posto da docente, ogni volta si scatena il finimondo”; considerazioni riprese dalla Professoressa Stefania Pastore, parlando “della fatica delle donne a emergere in ogni spazio pubblico, per mancanza di occasioni, di sostegno esterno e di politiche a sostegno del lavoro, e per una mentalità maschilista incapace di vedere, dietro il successo di ognuna di loro, merito e qualità obiettive”.
Un contesto rispetto al quale si arriva, anche qui, a evocare leggi mirate, sulla cui utilità – di affermazione formale del principio – nessuno discute, ma che vorremmo rappresentassero una “estrema ratio”, un rimedio estremo, poiché in altri settori l’esperienza pratica ci ha insegnato che “fatta la legge, trovato l’inganno” per aggirarla.Come ho avuto modo di ribadire, sia come cittadina che come esponente politico e associativo sensibile al tema, dovrebbe essere la legge del Merito a stabilire la vera quota rosa all’interno dei Gruppi dirigenti del Paesi, e sono lieta che in questo senso la realtà di Cuneo (dopo avere espresso uno dei pochi Presidenti donna eleggendo Gianna Gancia alla guida del governo della Provincia), grazie alla nomina della validissima Professoressa Viassone, alla quale indirizzo i migliori auguri di buon lavoro, e con cui di certo non mancheranno momenti di collaborazione e confronto, si avvicini ad altre come Milano, dove l’Università Bicocca vanta come Magnifico Rettore la collega Maria Cristina Messa.
La concessione di spazi di livello direttivo o apicale alle donne di talento deve smettere di essere intesa come tale, ossia come “concessione” in senso patriarcale e ottocentesco, ma deve tramutarsi nella presa d’atto della professionalità e dell’intelletto scientifico dimostrato. Perché questa è la sola situazione in grado di venire incontro alle e ai più meritevoli nel loro insieme, quale che ne sia il genere di appartenenza, e di impedire all’Italia di continuare a essere fanalino di coda nel livello di occupazione del lavoro ma, di contro, in vetta alle classifiche negative su un altro tipo di occupazione, quella del potere scritto in minuscolo.
Anna Mantini
Vice Presidente Expo Elette
Componente Consulta femminile regionale
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