di Anna Manna

maree - MAREE 
 AMARE

CHIAMAMI DONNA

Non ascoltare i miei lamenti
quando domando a Dio
come farò ad essere ancora madre
se la vita mi spezza la schiena

ma vibra
al vagito di tuo figlio
che mi fa bella
più della luna in cielo

chiamami donna
al dondolare stanco della sera
con la tua testa china
che non riesce a trattenere il pianto

sussurra il mio nome
se mi vedrai bianca di farina
piangere solchi di sale
al capezzale antico
degli affetti

urla il mio nome
al mondo quando
farò fiorire la speranza
nei campi devastati dalla guerra

chiamami donna
quando vorrò ghirlande
sul dolore
e cercherò profumi nei deserti
non ridere
quando conserverò le impronte dei ricordi
e farò icone della vita che passa
chiamami ancora se hai voglia di giocare
tra i miei altari

cercami con dolcezza
se una primavera
ti sorprende
farò germogliare di nuovo
l’aurora
senza chiederti nulla

Ma non cercarmi più
se sono andata via

se ho raccolto un pugno
d’amore
per scappare altrove

qui non c’era più posto per le donne
Urlava solo l’odio
in ogni vostra faccia

siamo scappate tutte
perché ci dispiaceva
avervi partorito

MARGHERITA NERA

Ho freddo e la tosse mi squarcia il petto
è così lunga questa lunga sera
mi opprime dentro e mi manca l’aria

la febbre passerà domani
ma oggi hai urgenza d’amarmi
e mascheri le tue impellenze
con parole intrise d’antiche menzogne

Scende il pulsare dell’affanno dei polmoni
e sento il tuo sudore del piacere
che mi opprime il petto dolorante

Mi sei sopra e cerco appigli, brandelli d’anima
chiudo gli occhi e mi sento tossire
nella notte lunga lunga e nera

Non morirò domani, guarita
vedrò chiaro ciò che ci allontana

diversi in tutto
io margherita nera
bramata, amata ma solo nella carne
e tu intellettuale laureato
figlio di gente bene, i miei padroni

Ti interessa soltanto
l’odore forte della mia pelle scura
questo mio corpo che accosti
soltanto per sgualcirne i petali

e mi sento tossire nella notte
mentre tu ormai dormi

Come è lunga questa lunga notte nera
e come siamo estranei
in questa stanza che odora ancora
dei nostri corpi fusi senza sguardi

GIRI DI VALZER

1° incontro – I sociologi

Incontrai un manipolo
di intellettuali
arroccati e ripiegati
sulle loro stesse strutture
campioni, questionari,
statistiche.
Danzavano prigionieri
dei fogli,
tra loro un bambino
perdeva sangue dagli occhi,
ma non ci fecero caso
era fuori schema
fuori campione
era fuori
e lo lasciarono sanguinare,
i loro fogli non si macchiavano
restavano indenni
nitidi, precisi, chiari
danzavano senza scoprire le note
le date
le natiche
erano sociologi
e studiavano per gli altri
meno che per quel fastidioso bambino
con gli occhi iniettati di sangue
l’avesse perso dal naso
era diverso
rientrava nel campione!
I propri tarli li coprivano
con le interviste
e non se ne sapeva più nulla.
A distanza urlavano silenziosi
“l’avevamo previsto” e nient’altro.

2° incontro – I poeti

Poi vidi i poeti
rattrappiti alle porte della televisione
chiedevano un po’ di spazio
li invitarono in massa
non riuscirono a farsi capire
e furono inghiottiti da isole volgari
dove le donne sputavano banalità
e insulti da galera […]

[…] 5° incontro – Le donne

“Bella devo essere bella” cantilenavano le donne
tutte
e a tutte le età
mentre inzeppavano le lavatrici
di calzini sporchi del marito e pannolini di bambini
il puzzo di minestrone entrava nei polmoni
a liberarli dal fumo delle sigarette non finite […]

[…] 11° incontro – I colti

avanzavano i comici
ci guardavano in faccia,
erano i colti
che meraviglia non riuscivano a contenere lo scibile
schizzato in internet
la globalizzazione li aveva avviluppati
settorializzati
loro somigliavamo agli impiegati
delle parole senza senso
Fantozzi ubbidienti al vocabolario
quando andava bene […]

… per informazioni: Anna Manna email 3 - MAREE 
 AMARE

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CRITICHE

… Ella sa mirabilmente sublimare le esperienze e le vicende della vita in grandiose allegorie: tempeste, naufragi, venti, notti, con un ritmo ansioso e affannoso, che è perfettamente adeguato al messaggio.
Giorgio Barberi Squarotti

Anna è il violino della poesia…
Corrado Calabrò

Dove finisce l’incanto dinnanzi alla realtà, al vero che scopre il suo volto temibile e inconoscibile?
…. Un tema di grande fascino poetico, di riconosciuta sostanza letteraria. Anna Manna sa (e lo dimostra) che la poesia non si fa con le idee, si fa con le parole, con le sillabe, con le doppie: nasce dalla lunghezza delle parole, dal numero delle sillabe, dal punto in cui cade l’accento.
Renato Minore

Bisogna immergersi nella festa dolorosa della vita, sprofondare nell’abbraccio vitale e mortale dei suoi molteplici sensi per catturare o intuire il sovrasenso misterioso e provvidenziale che pulsa in ogni cellula e scorre in ogni vena. Esperienza del limite e suo superamento. Siamo nel giuoco del finito e dell’infinito che Anna Manna dichiara…
Franco Campegiani

La sua cultura classica, perfettamente assimilata dalla sua coscienza, si fa sentire mentre l’impulso
per la creatività sfata ogni ricordo, ogni richiamo del mondo antico, per entrare nel vivo della nostra tormentata età…
Giorgio Carpaneto

Ad Anna alla sua poesia-viva, ariosa, umana….
Dante Maffia

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