quando il mestiere si rubava con gli occhi….

zamira - MARIA 
 RAPAZZOTTI

intervista di Fausta Genziana Le Piane

Per l’intervista, Maria Rapazzotti, detta Zamira, mi riceve nel suo grande e assolato appartamento situato vicino al monumento ai Caduti e al Comune di Cantalupo.
Zamira è nata a Cantalupo, “battesimo a Cantalupo, comunione a Cantalupo, tutto a Cantalupo”, come dice lei stessa. Da qui non si è mai allontanata e qui ha sempre lavorato, eccetto molti anni trascorsi a Terni. Ha 99 anni, ma non li dimostra e la memoria è precisa e cristallina.

Che scuole ha frequentato?
Fino alla quinta elementare. Ho sempre voluto fare la sarta e piangevo perché desideravo ardentemente esserlo.

C’era una tradizione nella sua famiglia nel campo della sartoria?
Sì, da parte di mia zia a Terni. Qui a Cantalupo c’era una sarta che non mi voleva perché affermava che le rubavo il mestiere con gli occhi: faceva lavorare tutte le allieve nel salone eccetto me che restavo fuori della porta. Ho lavorato presso questa signora per brevi periodi intervallati e, quando mi mandava via, piangevo e mia madre si disperava perché non sapeva cosa fare. Ho avuto varie esperienze lavorative. Una volta venne una mia comare da Roma la cui figlia, 20 anni, faceva la sarta e mi portò nella sua casa nella capitale dove rimasi tre mesi: avevo quattordici anni e mezzo. In seguito, ho fatto la mia scuola disegnando i modellini, tagliando la stoffa e cucendola sugli indumenti vecchi di valore, insomma gli scarti, che due signore di Roma regalavano alle lavandaie di qui. Sono arrivata così a sedici, diciassette anni. Una volta la mia bisnonna regalò uno splendido vestito da sposa di raso e velluto a mia madre che ne fece fare due vestitini per me e mia sorella. Portammo dalla sarta questi bei capi, quattro mesi prima della festa della Madonna. Il tempo passava ma la sarta non consegnava il lavoro: “Puoi riprendere la stoffa perché non ho tempo per cucirti gli abiti” disse. Mi misi a piangere, mi recai al negozio di figurini e me ne feci prestare uno. Così fui io a confezionare i due vestiti per me e mia sorella: ce li siamo messi lo stesso anche se la manica era un po’ stretta. In occasione della festa della Madonnina del 5 agosto, i visitatori compravano alla fiera la stoffa a mille che poi cucivo io. Così sono diventata sarta.

Ha anche insegnato?
Sì, taglio, ho avuto classi anche di venti alunne e per un certo periodo ho insegnato ad una ragazza di Cantalupo, Anna Cardelli, a ricamare con la mano sinistra perché impedita ad usare la destra: era bravissima.

Fausta Genziana Le Piane

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