Addio alla prima donna italiana a cimentarsi nel ruolo di produttrice cinematografica, era di co-titolare della casa di produzione e distribuzione Euro International Film insieme al fratello Bino. Per la verità il cinema è un mondo che Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata ha ereditato già dai nonni, dal momento che quello paterno – Cesare Cicogna – aveva vinto l’Oscar con Ladri di biciclette, mentre quello materno – il Conte Giuseppe Volpi di Misurata – è stato il fondatore della Mostra del Cinema di Venezia, a suo dire istituita “per far guadagnare gli hotel della Ciga al Lido”. E, stando a quanto ha rivelato in prima persona la stessa Marina Cicogna, “a 8-10 anni a Milano mi infilavo in sala, vedevo a getto continuo Il ponte di Waterloo e Duello al sole“, a dimostrazione del fatto che l’universo cinematografico ha esercitato fin da subito un forte ascendente su di lei.
Nel corso degli anni, si è distinta in particolare per aver puntato su registi ancora poco noti al grande pubblico, producendo pellicole quali Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, che si aggiudicò l’Oscar nel 1971 come miglior film straniero, La classe operaia va in paradiso sempre di Petri, e poi Uomini Contro di Francesco Rosi, C’era una volta il West di Sergio Leone, Medea di Pier Paolo Pasolini, e Mimì Metallurgico di Lina Wertmüller. “Per me sarebbe stato facile fare un film di grande budget con Fellini o con Visconti, li conoscevo bene, ma non mi interessava, preferivo vedere e inventare talenti meno noti”,
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