Il Santo partecipa attentamente alle “cose” del mondo. Attraversa il tempo nel quale è destinato a vivere con le sue qualità naturali. Ma per la chiamata misteriosa e divina, i Santi perdono la cronaca e l’autobiografia. Diventano esempi e messaggi ai quali chiedere la salvazione.
La santità è la speranza che rivela verità.
Il Santo è sempre libero. Non è al servizio di nessuna ideologia e di nessuna religione positiva.
Sono i Santi che veramente costruiscono la storia che si muove nei sentieri dell’invisibile fuori dei fatali “compromessi” e dei giochi della pace e della guerra.
Sono i soli uomini che credono nella libertà oltre la legge, nell’amicizia oltre il cerimoniale, nella verità oltre le apparenze.
E sono i soli che non temono la morte.
IL Santo ordina, distingue, giudica, insegna, crea Amore e serve la libertà contro il vuoto nascosto nel consenso.
Essi confortano i nostri cuori impauriti.

Il dolore non può essere spiegato. Può essere taciuto. Può farsi solitudine. Così la vita. Il mistero non è logica. Il bisogno di sacro allora non solo ci penetra, ma ci tormenta. E il mistero si fa poesia. E il sogno è fiamma. Che cosa sarebbe la nostra vita senza la speranza e la pazienza del Santo?
La speranza non è consolazione. E’ l’ora in cui la preghiera chede all’attesa di farsi mistero.

La pazienza è la sottile gioia della vecchiaia.

Maura Spinelli (teologa)

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