Quando rivedrò il cuore rosso degli alberi,
capirò che ho già provato questa emozione
e che il rigido turno delle stagioni
ancora si prende gioco di me.
Allora, indosserà i tuoi abiti,
Madre,
che hanno preso la forma
del tuo corpo e del tuo male,
che hanno il tuo odore.
Impressa in te,
camminerà luminosa
ma tu, Amore, non guardarmi
perché gli occhi della mia Musa Inquietante (1)
potrebbero trasformarti in pietra
e indurirti in un’unica materia.
Non voltarti
prosegui per il labirinto del tuo destino.
Allontanati
e non osare spiare i miei capelli,
fili d’acciaio che ti legano a me,
in questa macabra danza
che è il nostro rapporto.

Mi ingannerai,
lo so.
Mi ucciderai,
anche questo so.

In un’illusione di specchi e riflessi,
di bugie e ambiguità,
non salverà di me che il cuore:
resterò così scolpita
sullo scudo del tuo.

(1) Titoli di una raccolta di poesie della Poetessa americana Sylvia Plath.

da “Incontri con Medusa” – Fausta Genziana Le Piane

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