di Emanuela Ientile
Locri, 17/10/2007
Una nuova cultura alimenti la società nei rapporti coi testimoni e coi collaboratori di giustizia. Lo Stato intervenga con provvedimenti concreti sui problemi della Locride. Appello del vescovo di Locri-Gerace dopo il suicidio di Bruno Piccolo.
La morte di Bruno Piccolo, ripropone il disagio di una società fragile, talvolta incapace di essere solidale, di reagire con autentico sdegno davanti a certi fatti, di avere una coscienza civile. Lo stato è ancora lontano dal rispondere ai bisogni concreti: lavoro, sviluppo, trasporti, infrastrutture. Il messaggio del Vescovo Bregantini invita ancora una volta a riflettere, a non voltarsi dall’altra parte solo perchè “la cosa non ci tocca, che se la sbrighino tra loro”. La morte di Bruno Piccolo deve far riflettere sulla dignità di alcune scelte coraggiose, sul peso drammatico che esse comportano e, peso ancora più grande, sull’indifferenza della società civile. Sul triste episodio del suicidio di Bruno, collaboratore di giustizia dalle cui dichiarazioni sono scaturiti importanti sviluppi nell’inchiesta sull’omicidio del vice presidente del Consiglio Regionale, Francesco Fortugno, stamane ha diffuso un comunicato stampa il vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, mons. Giancarlo Maria Bregantini. Una nota dagli alti contenuti spirituali, umani e, soprattutto, un forte e coraggioso appello alle responsabilità di ognuno, società ed istituzioni, a tutti i livelli. Riportiamo qui di seguito il testo integrale del documento.
DIOCESI DI LOCRI – GERACE
COMUNICATO STAMPA IN SEGUITO AL SUICIDIO DI BRUNO PICCOLO
In questo momento di dolore e di angoscia siamo vicini, con rispetto e solidale attenzione, alla famiglia di Bruno Piccolo, così tristemente provata dal suo suicidio. Già si trovava nella sofferenza, ora questa tragedia la lascia in una disperazione più rinnovata.
Come uscirne?
Prima di tutto attraverso un’analisi leale del fatto. Crediamo, infatti, che questo suicidio sia sgorgato da una deformazione culturale devastante. Qualcuno ancora ci fa credere che in queste nostre terre, collaborare con la giustizia, riferendo particolari, circostanze, luoghi, fatti e nomi precisi su delitti gravi, debba essere visto coma una debolezza, una cosa da non fare. Una “infamità”, come tristemente viene definita, ancora oggi, tale scelta culturale. Va, invece, rivalutato questo gesto di civile dignità. Perché nella Locride, riferire di nomi e di volti, è un gesto che va controcorrente, che sa di eroismo, e perciò di esempio. Certo, ognuno di noi, nella vita, ha i propri limiti e peccati. Tutto questo, però, non deve fermare il cammino di impegno per il bene comune nella società.
In questo contesto, la città di Locri, la stessa Chiesa, non hanno saputo valorizzare, capire e, quindi, sostenere, quel cuore ferito. Bruno, allora, è rimasto solo, isolato. Perdente. Come la mafia lo ha volutamente fatto definire. A noi, per restituirlo alla società, resta un solo gesto: collocarlo tra i “vincenti” e non tra gli sconfitti. Specie nel dialogo nelle scuole. Con chiarezza e lealtà. Questo è l’appello che Bruno lancia a tutti noi, oggi. Ne raccogliamo la voce, trepidanti. Ma vicini.
Chiediamo perdono a Dio delle nostre evidenti omissioni.
Cosa chiediamo?
Che lo Stato e la società civile per i collaboratori di giustizia e, ancor più per i testimoni di giustizia, dispongano ed applichino percorsi personalizzati, con l’uso sapiente di psicologi, con i familiari più vicini, con una residenza in località non troppo distanti dalla famiglia. Perché è il legame con la famiglia, nelle realtà del Sud, che sostiene e fa da pilastro nelle fatiche della vita. Sullo sfondo, anche questa volta, il nostro appello si riveste di normalità. Occorre uno Stato che sia vicino ancora di più a questa nostra terra di Calabria. Si investa, allora, in trasporti, scuole, lavoro, giustizia, cultura, servizi sociali, impegno con i giovani per la cooperazione. Solo così sarà possibile rilanciare ideali puliti e creare fiducia nelle Istituzioni. Allora, questa fragilità, sarà una drammatica rinuncia sua per la speranza di tutti che la fede in Cristo Gesù Risorto renderà più certa e più grande. Sia così per la famiglia di Bruno Piccolo in pianto, per la nostra terra che cerca sostegno e risposte da parte delle Istituzioni, per ogni cuore affamato di verità e di pace.
Locri, 17 ottobre 2007
P. GIANCARLO MARIA BREGANTINI – VESCOVO DI LOCRI-GERACE
E
LA COMUNITÀ DIOCESANA DI LOCRI
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