A Giorgio Ferrara il Premio Fondazione Carla Fendi
Ad un certo punto mi sono sentita quella musica e niente altro!
Una follia musicale che mi prendeva i capelli e mi spingeva sempre più in alto nei meandri della discordia, della disarmonia , della irrequietezza con l’incedere di un esercito di note tutte in fila eppure discordanti, tutte precise eppure di una arruffata imprecisione, tutte esatte eppure ululanti l’imperfetto vivere in questa società impazzita. L’ evento principale di questa sesta edizione del Festival dei 2 Mondi è stato proprio l’appuntamento musicale del Premio Fondazione CarlaFendi.
In questa edizione l’evento si è svilupapto secondo una visuale particolarissima. Il nome del premiato è stata una sorpresa tirata fino all’ultimo con maestria che poi morbidamente si è dipanata nel nome di Giorgio Ferrara. Il direttore artistico del Festival di Spoleto riconfermato per altri tre anni, ha virato nel suo saluto accorato verso la tenerezza del ricordo di Carla Fendi, recentemente scomparsa. E si è conclusa la mattinata, di alto profilo culturale, con l’applauso commosso di tutti per l’impegno di Ferrara e per il ricordo di mesi di lavoro con Carla Fendi per la preparazioen di questo premio che vuol essere l’Omaggio al festival ritrovato, al Festival rinnovato, al Festival che vibra ad ogni edizione con maggiore intensità.
Ma prima del momento celebrativo, del ricordo della grande assente Carla Fendi, sul palcoscenico hanno trovato spazio saluti raffinati, le parole preziose di Umberto Orsini, gran signore del teatro italiano, e poi… la valanga indimenticabile della musica.
Una musica che sembrava scaturire dal dolore di tutti per la perdita della grandissima Carla Fendi, dallo sgomento , dall’inquietudine dell’umanità di fronte al mistero della morte.
Non mi era mai capitato di identificarmi completamente con una musica, con i musicisti. Splendida la violinista con i suoi capelli sciolti sulle spalle che sembravano danzare quelle note forti e vibranti, baratri di angoscia e abissi di incertezze, disarmonie viventi e sprazzi di inaudita dolcezza! Non mi era mai capitato di sentirmi danza, furore musicale, stridore di anime e spartiti di vita lanciati in aria come aspettando la risposta definitiva al perchè della Vita e dell’Umana Avventura! In quel piccolo delizioso teatro sulla piazza del Duomo, gioiello di Spoleto e del Mondo intero, ho provato l’dentificazione totale tra il messaggio della musica e lo spettatore.
Miracolo artistico di difficilissima espansione!
E’ il volo dell’Arte quando l’Arte viene maneggiata da eccelsi.
Ed eccelso è il compositore musicista, artefice di questi miracoli musicali. L’immaginifico racconto artistico con tramatura sonora affidata a MICHAEL NYMAN, massimo esponenete della musica contemporanea, è stato eseguito con passione e grande esperienza dalla Michael Nyman Band.
E’ stato secondo me il momento centrale dell’intero Festival.
Questo meraviglioso compositore, attraverso le musiche di film famosi, racconta, dispiega, sintetizza, la musica dell’era moderna. Agguanta le melodie, le scardina, le ispeziona come un chirurgo, le sbatte in faccia al teatro che frantuma davanti alla sua arte!
In quel piccolo teatro, raffinatissimo, ho sentito l’ululato dell’uomo attraverso i secoli, i gemiti dei suoi contorcimenti, le inquiete stonate note del suo mal di vivere, l’urlo di sempre: Perché!
Forse per la prima volta ho capito la potenza della Musica. Un potere smisurato che salta ogni bisbiglio, ogni tentennamento, ogni percorso secondario e trafigge direttamante il cervello, lo spappola fino a donare l’emozione ardente al cuore.
Ad un certo punto ho svuto paura che il mio cuore prendesse fuoco, che si spaccasse, ed allora, meraviglioso mago dell’emozione, il musicista ci ha donato il balsamo di un ritmo morbido, di una ritrovata armonia, di una resurezzione insperata!
Non dimenticherò questa edizione del Festival, non dimenticherò la violinista con i capelli sciolti che al centro del palcoscenico in mezzo ai suoi compagni di questa meravigliosa avventura musicale, ci ha raccontato l’angoscia del vivere, il disperato misurarsi dell’uomo con il mistero della morte.
Non era facile essere sul palcoscenico del Premio Fondazione CARLA FENDI, dopo la scomparsa di chi quella Fondazione ha creato e voluto con amore ed intelligenza. Ma Michael NYMAN ha interpretato il momento con una maestria degna di un Festival mondiale, con una bravura oscurata soltanto dalla sua ineguagliabile passione artistica.
Anna Manna
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