È il principio stabilito, per la prima volta in Italia, da una decisione della Sezione misure di prevenzione, presieduta da Fabio Roia. La motivazione: “Femminicidio avviene dopo atti persecutori”
Un presunto stalker può essere considerato e trattato come un presunto mafioso. E’ il principio stabilito, per la prima volta in Italia, da una decisione della Sezione misure di prevenzione, presieduta da Fabio Roia, del Tribunale di Milano. All’imputato può quindi essere applicata la misura di sorveglianza speciale per pericolosità sociale anche in assenza di una condanna di primo grado. Il verdetto è stato emesso nel caso concreto di un filippino.
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