di Patrizia Vacalebri
(ANSA) – ROMA, 10 LUG – E’ ispirata a Marcel Proust, la collezione di alta moda della stilista milanese Raffaella Curiel che sfila stasera a Roma, a Palazzo Valentini. Dopo aver rivelato il licenziamento di 15 modelle che non raggiungevano la taglia 42, su cui aveva lavorato per realizzare i suoi nuovi abiti, Curiel ha mostrato alla stampa alcuni capi della nuova collezione. ”La mia sfilata – ha premesso la stilista – e’ una sontuosa illustrazione riferita alla Recherche, le cui eroine, in particolare la Duchessa di Guermantes o Albertine, si ornavano di meravigliose toilettes spesso ispirate agli arabeschi, ai colori, alle stoffe delle doganesse veneziane”. ”Nessun narratore del Novecento – sostiene Curiel – ha cosi’ ben descritto atmosfere, situazioni e moda, divertendosi a dilungarsi sui particolari degli abiti di alcune dame: dal colletto di guipure, alle incrostazioni di pizzi e ricami, ai ciondoli di meravigliose pietre dure ”cosi’ demode’. Fino a raccontare di quell’artigiano ancora poco conosciuto che stampava sui tessuti i disegni dell’Oriente, Mariano Fortuny”. Cosi’ la stilista ha girato il mondo ricercando pizzi e merletti antichi, che ha trovato a Londra e a New York, bottoni d’epoca, tessuti datati, ma in buono stato. Ne e’ venuta fuori una collezione ricercata ma difficile, che la stessa stilista confessa di ”temere faccia troppo costume e non sia capita”. Intanto, non potevano mancare i famosi tailluer detti ‘curiellini’, di cui le ‘sciure’ milanesi vanno pazze da almeno tre generazioni, le stesse della sartoria Curiel. Nei nuovi tailleur, alcune giacche sono avvitate leggermente e hanno la baschina a corolla; altre sono piu’ scivolate, con spalle morbide e destrutturate, come si usava negli anni Venti. Spesso nascondono piccole bluse incrostate di pizzi, ricamate su leggeri chiffon o impalpabili patchmine. Le gonne hanno doppie lunghezze, e possono nascondere i pantaloni, ma con un gesto si possono anche togliere, per dare doppia possibilita’ al tailleur. Gli abiti hanno corpini piccoli, appoggiati su gonne sbieche, maniche appena accennate e colli di chinchilla’ a volants. I vestiti da sera, a sirena con piccole code, spesso ricordano i ritratti di Boldini o di Sargent. Curiel dipinge a mano lo chiffon in fantasie sui toni del viola pensando a Klimt. Ricama una grande e colorate cornucopia su una giacca di velluto, con il punto croce e il piccolo punto. Crea orli di finte piume di struzzo, drappeggia bustier che sembrano scolpiti. Smonta e rimonta un kimono degli anni Venti, nero e arancio, lo ricama e ne borda le maniche corte con la pelliccia di visone. L’essenza della collezione e’ nell’abito-Boldini in velluto in seta nera, con il corpino drappeggiato e le maniche di pizzo, poggiato su una gonna di raso dipinta a mano a grandi fiori neri su fondo bianco. L’abito da sposa e’ in velluto traforato e ricamato a effetto pizzo sangallo. Calzature, borse, acconciature piumate a mascherina, gioielli, guanti e perfino le calze, sono stati realizzate dalla figlia della stilista, Gigliola Curiel.
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