I paletti – Dal 2019 si può scegliere il proprio router, ma gli operatori lo negano per tenersi il tesoretto
di Patrizia De Rubertis
Libero modem in libero Stato. Più o meno. Anche se dal primo gennaio una delibera dell’Agcom consente ai clienti di scegliere liberamente quali apparecchiature usare per la connessione a Internet, secondo il principio della neutralità della Rete, poi l’effettiva attuazione della normativa fatica a farsi strada: quasi tutti gli operatori negano ai nuovi clienti la possibilità di utilizzare un modem diverso dal loro. Mentre per i 7,5 milioni di vecchi clienti la chanche addirittura non esiste: il Tar del Lazio, in seguito al ricorso al Consiglio di Stato presentato a dicembre 2018 da Tim, ha deciso di non anticipare l’udienza (prevista il 23 ottobre 2019) sulla validità della delibera per i contratti in essere.
Tutto a discapito delle tasche dei clienti che sono costretti a sborsare circa 5 euro al mese per un minimo di 4 anni (vale a dire circa 250 euro, contro i circa 100 euro di costo effettivo dell’apparecchio acquistato in un negozio di elettronica) perché gli viene impedito di esercitare il diritto al modem libero.
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